Quattro buoni motivi per farlo. A stilarli è Wine Intelligence. Ecco perché proprio ora che si soffre bisogna spendere in comunicazione

Fermi a causa del Coronavirus? E’ questo il momento di investire. Nelle ultime settimane abbiamo cercato di guardare con positività al domani, senza per questo negare le difficoltà del momento. Se tutto andrà bene, a breve, si tornerà pian piano alla normalità e questo vale anche per le aziende del vino e del settore beverage in generale.

Vi abbiamo raccontato storie di chi, con un po’ di intelligenza, ha cercato di fidelizzare al proprio brand; di iniziative originali per ottenere risultato e anche delle richieste del settore per pensare ad una seria ripartenza. Su una cosa abbiamo insistito: chiusi in casa sì, ma immobili no. E a darci ragione è Wine Intelligence che lo ha detto chiaramente: è questo il momento di investire sul marketing. Il momento è “più efficace che mai”.

Il perché Lulie Halstead, volto di Wine Intelligence, lo ha messo nero su bianco. Cinque i consigli da seguire per guardare al futuro del proprio brand e alla commercializzazione dei propri prodotti.

 

Spendere ora per ricavare domani: la visibilità al tempo del coronavirus è la visibilità!

Spendere in comunicazione è una questione di investimento e, soprattutto, di ritorno. Spendi un dollaro, o se preferite un euro, oggi, e aspetta di incassarne molti di più. E’ questo il primo mantra della Halstead che lo spiega anche tecnicamente. Investire quel dollaro oggi “offre una quota proporzionalmente più alta di voice (Sov) ta una spesa totale ridotta in una categoria”. Questo vuol dire che la spesa è più efficace e che a parità di condizioni un marchio la cui visibilità è maggiore della sua quota di mercato, alla fine otterrà un maggior numero di fette di questa torta. E questo vale, spiega, anche nei periodi di recessione.

La parola d’ordine, ci sembra di capire, è visibilità. Certo distinguersi facile non è, ma affidandosi alle persone con le giuste competenze, è possibile. E ancora una volta, come Start Up, ci sentiamo tirati in causa con la nostra piattaforma innovativa che abbattendo i costi permette anche alle più piccole aziende di avere la loro vetrina, di fare le loro proposte e di promuovere il proprio brand.

Investire in marketing e visibilità, spiega dopo un’accurata ricerca Wine Intelligence, può in questo momento portare ad una fidelizzazione dei clienti che difficilmente si potrebbe ottenere in un momento di normalità. L’obiettivo è diventare veri e propri punti di riferimento per i consumatori. E, di conseguenza, per i mercati.

 

Non state fermi al tempo del Coronavirus: comunicate la familiarità. I consumatori hanno bisogno di riferimenti che si consolideranno nel tempo!

Seconda lezione: “durante i periodi di stress, sconvolgimento e crisi economica, i consumatori tendono a tornare a ciò che è familiare in quanto ci fa sentire ‘più sicuri’. E la pubblicità, anche stavolta, ce lo ricorda. Basta accendere la tv per farci caso. Un esempio? Non citeremo il brand, ma una nota casa produttrice di pasta, che con lo stesso jingle ci accompagna da decenni, è riuscita a raccontarsi attraverso il Paese senza neanche il bisogno di farlo vedere il suo prodotto. Che dire? Un colpo ben piazzato.

Ancor più vero, spiega la Halstead, è che questo effetto lo si ha quando non ci si può muovere neanche per fare shopping, figuriamoci per viaggiare! Una situazione che, è sotto gli occhi di tutto, ha aperto a nuovi canali di commercializzazione che negli Usa si è tradotto, ad esempio, in un aspettata festa per i collezionisti e la sopravvivenza di molti ristoranti.

Un consiglio questo che si rivolge soprattutto ai grandi marchi che, sottolinea Wine Intelligenze, sono quelli che in questo periodo tendono a trarne i maggiori vantaggi.

 

Fermi al tempo del coronavirus? Così non va. Anche per i piccoli le opportunità non mancano e collaborare tra concorrenti può essere una chiave di volta!

E tutti gli altri? Viene da chiedersi. Per loro ci sono innovazione e Npd che, in questo caso, possono tradursi in formati di imballaggi più grandi, più convenienti ed economici da promuovere sempre tramite il web. Nuove fette di mercato, a fine crisi, si apriranno perché tutti si troveranno ad affrontare il medesimo scenario. Uno scenario in cui, sostiene Halstead, la collaborazione con i concorrenti potrebbe essere un ottimo veicolo di promozione e un valido strumento per cogliere nuove opportunità.

“Ci saranno molte discrepanze nei pezzi dei canali e promozioni a breve termine – spiega –, ma fissare marchi a prezzi più bassi li manterrà, causando problemi di redditività a lungo termine”. Insomma non è una questione di scesa di prezzo, ma di valorizzazione del prodotto.

Sì perché, paradossalmente, quanto più si percepirà incertezza, tanto più se ne cercherà affidandosi “alle prelibatezze” che peri l vino vuol dire prodotto di eccellenza. La guerra sui mercati, domani, non sarà quindi sui prezzi, ma sul valore estrinseco dei prodotti che sapremo comunicare. Al giusto prezzo!

 

Investire sul “locale”! Nella Fase 2 gli spostamenti saranno limitati, ma possibili. Investite ora per ospitare domani!

Il momento più difficile lo vivono, è innegabile, le piccole aziende. E se la crisi fosse proprio per le realà locali un trampolino di lancio. Lulie Halstead ne è convinta. “In tempo di stress, la nostra tendenza come umani – afferma – è riportare la nostra attenzione sulle comunità locali e nazionali. E questo è ancor più vero in un’era di blocco e restrizioni di movimento”.

Non ci sentiamo di darle torto. Se c’è un settore in cui il vino tiene è quello dei consumi interni e i numeri lo confermano. Quando si ricomincerà a circolare questa verità potrebbe palesarsi ancor di più. E’ questa l’ipotesi che non è pura teoria.

Sì perché per un bel po’ di tempo i nostri movimento saranno limitati e la conoscenza di ciò che ci circonda ci permetterà di guardare con nuovi occhi a ciò che già ci appartiene. Vini inclusi. Sarà più facile visitare le cantine vicine e le aziende in generale. Pensare a modalità di accoglienza e di promozione del proprio brand, anche in questo caso, è fondamentale.

Inutile dunque piangersi addosso al tempo del Coronavirus. I problemi ci sono e ci saranno. Tutti ce la faranno? Forse no. Ma al futuro bisogna guardare come ad un’opportunità ed è quella in cui noi abbiamo sempre creduto, continuamo a credere e crederemo sempre.