Dal 14 al 17 aprile milleduecento buyer arriveranno a Verona da 65 Paesi per un evento che si conferma un punto fermo per la nostra enologia

Vinitaly 2024: manca davvero poco all’evento punto di riferimento indiscusso dell’enologia italiana.

L’appuntamento sarà dal 14 al 17 aprile e quest’anno, a leggere le dichiarazioni degli addetti ai lavori, c’è un ingrediente in più: l’effetto scia, come è stato definito in un approfondimento pubblicato da WineNews, che arriva dal “Wine Paris & Vinexpo Paris” che si presenta sempre più concorrenziale a fronte di un ProWein che sembra avere qualche problema in un momento in cui, con i costi che salgono, i produttori si orientano sempre più in poche e mirate scelte sul dove essere e dove magari no.

Premiata da una logistica che sembra davvero rendere tutto più facile, proprio nella fiera parigina nel 2025 l’Italia avrà un padiglione tutto suo, mentre si prepara all’evento che più di ogni altro la rappresenta: il Vinitaly.

 

Anche una fiera è il racconto di un territorio: il Vinitaly 2024 è l’Italia e Verona diventa il “libro” capace di raccontarlo tra business e passione

 

Immagine di repertorio

 

Ci sono ingredienti “simili” che funzionano se si va a guardare il perché del successo parigino e della certezza di quello di Verona. Il business è assoluto protagonista, ma lo sono anche i winelover dentro, ma anche fuori con i tanti eventi che costellano la città che si trasformano in ulteriori occasione di business. Luoghi fisici, come ristoranti ed enoteche, dove ritrovarsi per proseguire quei discorsi iniziati nei padiglioni con quei calici che, parliamo di casa nostra, la nostra eccellenza la sanno raccontare come forse nessuna parola è in grado di fare.

In Italia, è opinione di tutti, il Vinitaly è una certezza e tale è destinata a rimanere. Un evento che non è solo in quei quattro giorni, ma in tutte le iniziative che promuove durante l’anno e che nei gironi della fiera trova il fulcro attorno a cui ruota tutto ciò che rappresenta.

 

Il successo di Parigi e l’effetto scia per il vino italiano

 

Leggendo i commenti dei consorzi italiani (e non solo) sentiti da WineNews emerge come a giocare a favore di Parigi contro il ProWein di Dusseldorf (non è una gara, ma una semplice riflessione che nulla toglie a quella che resta una fiera importantissima), sembra essere soprattutto la logistica. Logistica intesa come facilità di collegamento in città, costi contenuti, possibilità di arrivare con una prenotazione last-minute perché offerta di alloggio ce n’è e se ne trova sempre e forse, ci azzardiamo a dire, perché è la città simbolo di un grande Paese produttore, esattamente come Verona lo è per il vino italiano con quel Vinitaly che brinda quest’anno alla sua 56esima edizione.

D’altra parte il riscontro anche per il Bel Paese è stato importantissimo. Se è vero che i vini francesi sono i grandi protagonisti tra Bordeaux, Borgogna e Champagne, tantissimi operatori hanno scelto di fare un viaggio in Italia. Viaggio che ora si concretizzerà proprio con il Vinitaly. Ancora una volta la parola “identità” sembra essere la chiave di lettura e se parliamo di identità l’Italia con le sue eccellenze, le sue bellezze, la sua cultura e la sua storia nei calici sa mettere insieme ingredienti che ne fanno un qualcosa di inimitabile. Queste le premesse con cui ci si avvicina al Vinitaly 2024.

 

Vinitaly 2024: tutto pronto per la 56esima edizione: 1.200 buyer in arrivo da 65 Paesi di tutto il mondo

 

E’ stato il parlamento europeo ad ospitare la presentazione de Vinitaly 2024 e i numeri parlano chiaro: arriveranno a Verona milleduecento top-buyer provenienti da 65 Paesi cui si aggiungeranno i circa 30mila operatori stranieri che confluiscono da oltre 140 nazioni.

La maggior presenza si conferma quella degli statunitensi con il 15 per cento delle presenze, seguiti da canadesi, cinesi e inglesi che insieme fanno il 23 per cento. A livello di macro-regioni la platea dei top buyer arrivano dunque dal Nord America e l’Europa (il 26 per cento l’una), seguito da Asia e Oceania (23 per cento), Europa dell’Est (13 per cento), Centro-Sud America (7 per cento) e Africa (4%). Sessantacinque Paesi che valgono il 95 per cento del totale export enologico italiano.

 

Numeri che dicono chiaramente il “peso” che in termini di business ormai ha il Vinitaly

 

 

Vinitaly and The City, il fuori salone fatto di gusto, storia, cultura, bellezza ed eccellenza che è molto più di un mondo a misura di enoappassionato

Non mancherà il fuori salone anche in questa edizione. Un fuori salone che è sì un mondo a misura di winelover, ma come già accennato, anche un’estensione naturale di un evento dove un incontro fatto in stand diventa un incontro davanti all’indiscutibile eccellenza enogastronomica italiana.
Fuori dal Vinitaly ci saranno degustazioni, masterclass, talk, incontri e visite guidate ma non mancheranno eventi culturali, artistici e musicali.

 

Le tre location e alcuni dei tanti appuntamenti del fuori salone

 

Se Parigi è meravigliosa, Verona di certo non è da meno e lo sa anche l’Unesco. Le location dove si concentreranno gli eventi non possono che dimostrarlo chiaramente. La scenografia del Vinitaly and The City, infatti, sarà il triangolo tra Piazza dei Signori (Loggia di Fra Giocondo, Loggia Antica), Cortile Mercato Vecchio e Cortile del Tribunale.

Spazi internazionali dove scoprire le eccellenze italiane e anche quelle estere che non farà mancare, tra i tanti appuntamenti con i consorzi, quello del brindisi ad alta quota sulla terrazza panoramica che svetta dal Cortile Mercato Vecchio dove ospiti saranno Regione Calabria e Regione Marche (ad organizzarlo, a 84 metri di altezza, è il consorzio del Lugana alla Torre dei Lamberti).

Non mancheranno i wine party quotidiani e dalla Toscana (grazie al Consorzio Vino Toscana) arriverà anche una porta di legno con una tipica buchetta per la mescita del vino. Cultura indiscussa protagonista non solo con visite guidate, ma anche (solo per fare un esempio), la terza tappa della mostra dedicata a dante a cura di Franco Nembrini e dell’Associazione “Rivela”, giunta al Paradiso dopo le due edizioni su Inferno e Purgatorio.

 

Spazio anche a musica e arte

 

Tra le novità da segnalare certamente la presenza delle Cesarine, la rete di cuoche casalinghe più antiche d’Italia che porteranno in tavola la vera sapienza della cucina. Per chi ama la musica da non perdere sicuramente “Calici di Jazz Preview con Max Ionata & Danish trio”, in programma al Teatro Ristori sabato 13 alle 17, ma anche la presentazione (14/4, ore 21, Palco Loggia di Fra Giocondo) della terza stagione e anticipazione della quarta di B.E.V.I. – L’Arte del Vinificare¸ prima e unica serie TV sull’arte nel mondo del vino in onda su Sky Arte e Now Tv.

Si conferma la collaborazione poi con Art Verona che porterà in scena (15/4, ore 18, Palco Loggia di Fra Giocondo) Lives! La vita di Marina Abramovic in parole e musica, a cura di Nicolas Ballario con Rodrigo D’Erasmo e Andrea Faccioli. Tornano anche i “Calici in vetrina”, l’iniziativa di Veronafiere che coinvolge i negozi del centro, invitati ad esporre il grande calice simbolo di Vinitaly (40 cm) dall’8 al 17 aprile.

Insomma la città è pronta ad animarsi per un evento che ha sì come obiettivo il business per la continua crescita del vino italiano nel mondo, ma sempre con la capacità di far battere il cuore grazie a tutte la bellezza che si racchiude in una parola di cui tutti, addetti ai lavori e winelover, sono custodi: Italia. E se l’identità è la chiave, se una fiera è il luogo che rappresenta i produttori del Paese che la ospita, beh…qui ce n’è da vendere, anzi da assaporare!