L'idea originale di un produttore del Maryland è l'ennesima dimostrazione di come, la crisi, si può affrontare con un po' di arguzia e fantasia

Se il delivery fa bau bau! Non troviamo modo migliore per descrivere questa forma di consegna a domicilio che arriva dal Maryland. Piccoli vignaioli, volete un modo sicuro per far arrivare il vostro vino ai vostri clienti più vicini? Avete un cane? Se sì, l’idea potrebbe essere quanto meno divertente. Di certo una buona operazione di marketing in tempo di Coronavirus.

Eh sì perché la Stone House Ubran Winery, azienda di vino locale di questo Stato, si è affidata proprio al suo amico a quattro zampe per fare le consegne a domicilio. Un modo anche, riteniamo, per ricordare e sottolineare che gli animali non trasmettono il Covid-19, ma al contrario possono portare un sorriso in un momento di grande difficoltà.

 

Il delivery ha un nome: si chiama Soda Pup, fa bau bau e si lascia coccolare. Una trovata di marketing che guarda al post crisi dal parcheggio dell’azienda

Lui si chiama Soda Pup è un boxer di 11 anni ed è diventato il corriere più famoso della città. Con le restrizioni sociali e il bisgno di garantire la distanza sociale anche questa azienda, come molte, si è trovata a non poter più far entrare le clientela direttamente in cantina. E così Lori Yata, il proprietario, si è inventato una forma di “delivery” a breve distanza che, a quanto pare, riscuote grande successo.

Tutto è nato per caso e dai social. Il 20 marzo Yata ha messo sulla schiena di Soda Pup una borsa da sella per cavalli e l’ha pubblicata su Fb chiedendosi se Soda Pup avrebbe potuto far visita ai suoi vecchi amici. Da lì è iniziata l’avventura. I clienti chiamano, ordinano il vino e poi si recano nel parcheggio dell’azienda per il ritiro. A corrergli incontro attraversando il parcheggio è proprio Soda Pop.

C’è solo un possibile inconveniente: in giro non devono esserci oche, scoiattoli o conigli o il vostro vino si perderà nella radura mentre Soda cerca di afferrare la preda.

Sfruttamento del lavoro? No. Perché il boxer, da cane intelligente qual è, si è guadagnato la sua paga. Senza no lavorerebbe poi con tanto piacere. Quale? Ovviamente ricchi premi sotto forma di cibo. A quanto pare, riferisce Yata, l’associazione consegna-premio fa piacere non poco questo nuovo lavoro a Soda Pup che, comunque, quando è fuori servizio si gode il suo pisolino. “Non appena mi vede prendere il giubbotto, è al mio fianco. Penso davvero che gli piaccia avere un lavoro”.

Tutta venalità? Non proprio. Ci guadagna tanto in coccole. Sì, è anche una buona operazione di marketing. A quanto pare tante persone che in questa cantina non ci erano mai state, ora si recano a prendere lì il vino. Non sappiamo se per il gusto, ma di certo per avere un momento di tenerezza abbracciando e coccolando Soda. Il suo, ammettiamolo, è anche un lavoro socialmente utile e molto, alla fine dell’emergenza, siamo certi che di questa cantina si ricorderanno. Ci sono tanti modi per fidelizzare il proprio brand. La difficoltà aguzza l’ingegno e qui le celluline grigie hanno trovato una strada che, nel tempo, premierà.

 

In conclusione

Cosa ci dimostra questa storia? Che senza i social non si può più vivere. In questo caso “sopravvivere”. Ecco perché, cani a parte, puntare su servizi innovativi che alla comunicazione web diano ampio spazio è diventato ancor più urgente e imprescindibile. Noi di Enolò ci abbiamo creduto da subito e continuiamo a farlo.