L'importanza di garantire l'export, il valore della notorietà del brand italia e l'opportunità per i ristoratori di farsi conoscere anche in pieno isolamento

Anche oggi guardiamo un po’ al futuro e ci raccontiamo qualche bella storia, e qualche dato incoraggiante, per “il vino del domani”. Un po’ di ottimismo, in momenti complessi come questi, è d’obbligo, sebbene con la consapevolezza che non sarà tutto rose e fiori.

Guardare ai segnali incoraggianti per pensare ad una ripresa è un buon modo per organizzarsi, programmare e ricominciare. Se qualche buon consiglio lo abbiamo dato ai ristoratori, oggi guardiamo alla percezione del nostro brand, all’export in tempo di Coronavirus e anche ad una delle tante iniziative in giro per il mondo che può essere d’ispirazione proprio ai ristoratori di casa nostra.

 

Il vino del domani nel presente è nella vendita esponenziale di quello italiano in Gran Bretagna al tempo del lockdown!

Partiamo da un Paese che possiamo ormai definire extra Ue vista la Brexit. Il Regno Unito. Dopo la discutibile idea dell’immunità di gregge il premier Boris Johnson ha optato anche lui per il lockdown del Paese. Come si sono preparati gli inglesi a questo? Beh a parte le ormai note razzie della carta igienica ad andare a ruba sono stati proprio i vini e tra i più venduti, con tanto di picco, ci sono stati proprio i vini italiani. A riportare la notizia è una delle riviste di settore più prestigiose, The Drink Business. Un articolo dato 17 marzo 2020.

I consumatori, a quanto pare, nelle ore antecedenti il blocco del Regno Unito, sebbene anche qui i supermercati siano aperti, hanno fatto incetta di vini italiani e francesi, di champagne e, ovviamente, di cherry e brandy. A renderlo noto è stato il principale rivenditore specializzato del Paese: Majestic Wine. In una settimana i vini italiani e quelli francesi hanno fatto registrare un incremento delle vendite rispettivamente del 44% e del 68%. Va da sè che i prodotti nazionali hanno fatto ancora meglio, ma il dato testimonia di certo una cosa: i vini italiani contano e il nostro brand resiste al terribile impatto del Coronavirus.

La Majestic Wine fa inoltre sapere che per i prodotti elencati, vini italiani inclusi, è triplicata la domanda di consegna da parte dei rivenditori che in questo momento possono operare. Così come è aumentata quella della richiesta online e telefonica per ricevere i prodotti direttamente a casa. E il rivenditore britannico rassicura: “faremo tutto il possibile con i nostri 200 furgoni per assicurare la fornitura. Abbiamo anche messo in atto ulteriori indicazioni per i negozi per aiutare i clienti più vulnerabili, come quelli che si autoisolano o gli anziani”. Consola leggere che il principale distributore della Gran Bretagna è ottimista sul fatto che le forniture non si esauriranno. Qusto significa che l’export, con tutte le difficoltà del caso, resta qualcosa a cui non si può rinunciare.

 

Il vino del domani è nelle politiche di garanzia: grazie alla Ue scongiurato il blocco alle frontiere dell’export dei prodotti italiani

Nell’ottica accenata, cioè quella dell’importanza di tenere alto il significato dell’export in tempo di pandemia, è bene allora ricordare che la Ue ha salvato 44,6 miliardi di esportazioni made in Italy bloccate alle frontiere proprio negli stessi giorni, bypassando quello che per l’Italia poteva diventare un grosso problema. Dopo lo spregevole video arrivato dalla Francia sulla “pizza al Coronavirus” di calunnie sulle nostre eccellenze ne hanno iniziato a girare parecchie compresa quella di dover fornire un certificato Covid Free. L’Europa, su questo fronte, ci è venuta incontro giudicando “fondamentale” la libera circolazione delle merci alimentari e mediche.

Una notizia che il 16 marzo è stata accolta con soddisfazione dal presidente della Coldiretti Ettore Prandini e che ha di fatto cestinato le “decisioni unilaterali di molti Stati membri – aveva dichiarato – che hanno pregiudicato le consegne all’estero con gravi danni soprattutto per i prodotti deperibili”. E’ bene infatti ricordare che quasi i due terzi delle esportazioni italiane, ovvero il 63%, è destinato proprio al mercato dell’Unione. Un pronunciamento importante quello della Ue che lascia spiragli verso un futuro che si dovrà di certo ricostruire, ma che ha bisogno di basi solide da cui partire. E l’acquisto sfrenato dei britannici non fa che bene allo spirito italiano, nei calici e nel cuore.

 

Il vino del domani (e non solo) è nel fare di un momento di difficoltà un’opportunità: prendiamo l’esempio dalla “dimenticata” Little Italy di New York

Supponiamo di essere sul punto di aprire un ristorante ed esserci trovati a dover chiudere la saracinesca in men che non si dica a causa del Coronavirus. Cosa fare? Le possibilità sono due: disperarsi o reagire. Abbiamo trovato un buon esempio sulla stampa americana con una notizia che arriva direttamente da New York e che ha il gusto decisamente italiano. Il Sophia’s Panificio e Vino stava proprio per aprire a Little Italy ma il titolare, Paul Shaked e lo chef Adam Leonti, il cui cognome tradisce la nostranità, si sono trovati a dover rimandare tutto.

Cosa hanno fatto? Si sono reinventati la loro offerta e i social media e il web sono diventati i canali preferenziali per riuscire a brandizzare la loro clientela. Sì, avete capito bene. Il packaging d’altra parte era già pronto, quindi perché non sfruttare il momento per farsi conoscere e far sì che, passaa la pandemia, non venga voglia ai nuovi clienti di andare a gustare il menù del ristorante sul posto? Eh sì perché l’idea non è stata affatto sbagliata. Il locale che si stava proprio in questo periodo rinnovando e si preparava a riaprire dopo 15 anni di attività, ha deciso di usare il periodo di quarantena come quello per “rinvigorire ed evidenziare quello che è un quartiere culturamente ricco e storico” in quello che Shaked definisce “un angolo dimenticato di Manhattan”.

 

Un’idea originale che soddisfa il cliente a 360 gradi e fa bene anche all’azienda.

D’altra parte gli ingredienti per incuriosire non mancavano dato che l’arrivo dello chef che a gennaio 2020 ha chiuso il suo ristorante glamour dell’Upper West Side ha anche fondato la scuola di panificazione Brooklyn Bread Lab. Ma è nel menù che si è trovata la chiave per affermare ancor prima dell’apertura il nuovo look estetico, ma soprattuto culinario del ristorante. Come? Beh grazie alla fantasia di Leonti che per il momento ha deciso di optare per un menù che non sarà quello del ristorante, ma fatto di piatti definiti “confortanti”, cioè piatti che fanno molto “calore di casa”. Tra questi pizze alla romana, minestrone e l’immancabile pasta al pomodoro. Un menù da asporto confezionato con il nuovo marchio che il ristorante si premura di fare arrivare caldo.

Un modo di investire nel domani che ci ha colpiti positivamente. Soprattutto per quel gesto di cortesia che fa la differenza: le pagnotte calde preparate dallo chef, esperto in panificazione, sono un omaggio della casa! Non solo. I due si sono fatti camminare non poco la testa e così, oltre a portare le pietanze pronte, si sono anche attivati per far arrivare a casa gli ingredienti delle ricette così che chi è costretto tra le mura domestiche possa destreggiarsi tra i fornelli creando personalmente i piatti dello chef. Il vino? Sì, anche quello è incluso nel pacchetto!

 

Un esempio da imitare anche grazie ad Enolò

Un duplice obiettivo e un marketing che può far scuola: la brandizzazione e fidelizzazione da una parte e per lo chef la possibilità di affinare le sue ricette e conoscere, con un certo anticipo, i pareri dei clienti. D’altra parte tutto poi non passa per recensioni, post e condivisioni? Non è facile, lo ammettono, ma con l’ingegno si può vincere tutto: persino la paura lasciando libera la mente di volare oltre il momento e arrivare fino alla tavola del ristorante.

Beh allora, perché non provare ad utilizzare i nostri servizi per proporre le vostre idee? Dalle degustazioni in casa con i vini della vostra cantina, magari a tema, a pranzi con abbinamenti perfetti? Se avete bisogno di un refresh ecco di cosa parliamo. Poi non vi resta che cliccare qui!