L'Asarcet stila la classifica dei prodotti Made in Italy più taroccati al mondo nel 2021: il vino è al quarto (poco lusinghiero) posto. Per i latticini non c'è pace. I ristoranti che li utilizzano cambino direzione. Al Governo: tutelare l'agroaliementare è prioritario

Quello dell’Italian Sounding è un problema. Lo dicono i numeri e lo dice l’ente certificatore Asacert che ha tracciato il bilancio sui prodotti italiani più “taroccati” al mondo nel 2021. E il vino, purtroppo, in questa classifica c’è ed è al quarto posto a livello globale tra tutti i prodotti dell’agroalimentare italiano che, sappiamo, sono tantissimi e tutti eccellenti.

Il Prosek è dunque un vero e proprio simbolo di una battaglia da vincere. Una battaglia che ci parla dell’agropirateria internazionale come un fenomeno da 100 miliardi di euro di falso Made in Italy che si traduce in un danno economico del 70% solo nell’ultimo decennio. Per far capire la portata “negativa” del numero, basta pensare che si tratta del triplo del valore dell’export alimentare nazionale.

Il punto è stato fatto nei giorni scorsi durante l’evento web “Made in Italy ed eccellenze della cucina italiana. Viaggio intorno al mondo del 100% Italian Taste” promosso da ITA0039 by Asacert insieme alla Fondazione UniVerde con il supporto di Coldiretti e Fondazione Campagna amica e in partnership con PROMOItalia.

 

Prosecco e non solo…i calici italiani vittime dell’Italian Sounding e tra Kresecco e Perisecco non si salva neanche il toscanissimo Chianti!

Traducendo nella nostra lingua l’italian sounding quello di cui parliamo, di fatto, è l’assonanza. Il fenomeno è quindi quello di prodotti che, con il cambio di qualche lettera qua e là, richiamano nel suono i nomi di prodotti Made in Italy, ma che in realtà…sono tutt’altro.

Partiamo proprio da quel quarto posto rappresentato dal vino che, in questa non piacevole classifica, occupa una posizione decisamente di vertice con il 10% di prodotti “taroccati” rilevati.

Il Prosecco, neanche a dirlo, è la vittima per eccellenza. Lo è da anni e non c’è solo il Prosek, ma anche, ad esempio, il Meer-secco, il Kresecco, il Semisecco, il Consecco e il Perisecco. Certo un italiano non lo inganni, ma il suono onomatopeico a chi italiano non è, trae in inganno e come. Se a questo poi si aggiungono le frodi vere e proprie con bottiglie non originali di Chianti ad esempio, addirittura “vittime” di imitazioni fatte di wine kit per la preparazione in casa con polveri e alambicchi, si capisce quanto sia importante il fenomeno.

 

Zotarella, Parmesao o Reggianito o Basil Pesto: ecco come con l’Italian Sounding si “spaccia” un prodotto non italiano per un vero Made in Italy

 

I latticini in cima alla classifica del “tarocco” Made in Italy

Andando sul podio la “mozzarella” è il prodotto italiano più taroccato al mondo. La chiamano Zotarella e tutto è, fuorché il prodotto caseario Made in Italy che tutti ci invidiano. E proprio i formaggi sono le vittime sacrificali dell’italian sounding. Per loro davvero non c’è pace. Succede al Parmiggiano Reggiano, al Grana Padano che diventano Parmesan, Grana Pompeana, Parmesao e Reggianito. E meglio non va a provolone e pecorino romano. I “latticini fake” impazzano e rappresentano il 40% del totale dei prodotti non italiani ritrovati nei ristoranti ispezionati.

 

Al secondo posto i salumi con su tutti il salame!

Altra grande eccellenza italiana quella della norcineria. I salumi? Rappresentano il 30% se parliamo di prodotti “tarocchi” e su tutti c’è il salame. A lui toccano indicazioni geografiche false come Calabrese, Toscano, Milano, Genova, Veneto, Firenze e Napoli. Inutile dire che la mortadella non se la passa benissimo finendo addirittura per essere indicata come siciliana o prodotta con carne diversa da quella di suino.

 

I sughi e quelle false denominazioni geografiche  sono il terzo prodotto italiano più ‘taroccato’

Qualcuno di noi se pensa al sugo pensa al ragù della nonna. Ore infinte di cottura per quel pranzo della domenica che resta per noi un ricordo indelebile. Beh i sughi sono il terzo prodotto più taroccato tra quelli Made In Italy nel 2021 secondo l’Asarcet. Con il loro 15% anche i sughi fanno i conti con ricette a volte stravaganti e riferite a denominazioni false, come il “sugo bolognese”!

 

Persino il posto non si salva…e i suoi ‘tarocchi’ arrivano fino al Sudafrica

Subito dietro il vino c’è un altro prodotto amatissimo: il pesto. E’ e resta genovese, ma un 5% di “tarocco” tocca anche a lui con lo Spicy Thao Pesto degli Stati Uniti o il Basil Pesto del Sudafrica. Qualcuno ora lo spieghi al basilico!

 

Le ispezioni in 107 ristoranti: 28 non hanno ottenuto la certificazione Asacert…a tavola, con loro, arriva almeno un prodotto che di italiano ha solo il…sounding!

Come accennato le ispezioni che hanno permesso di tracciare la classifica del “tarocco” del Made in Italy tracciata da Asacert, sono state condotte in 107 ristoranti. La buona notizia è che 79, oltre la metà ma non abbastanza, hanno ricevuto il bollino ITA0039 Italian Taste, lo strumento di riconoscibilità dedicato al mondo della ristorazione, l’unico rilasciato da un ente accreditato professionale che vuole proprio valorizzare il prodotto enogastronomico.

In quelli che il bollino non lo hanno ricevuto, va da sé, si è trovato almeno un prodotto non italiano ma con un chiaro Italian Sounding. Dei 28 rimasti fuori dalla certificazione, 14 si trovano in Uk e per la precisione a Londra, Manchester, Leeds, Liverpool, Leicester, Bristol e Birmingham. Gli altri a Bangok, Berna, Prigi, Barcellona e Instanbul. Insomma è in Gran Bretagna che si trovano in cucina la maggior parte dei prodotti Made in Italy…taroccati!

 

La certificazione ITA0039

A commentare l’esito dell’indagine è stato Fabrizio Capaccioli, Ad Asacert e ideatore del Protocollo ITA0039. “Ben 8 italiani su 10 pensano che dovrebbe esserci una certificazione che si occupi di tutela del made in Italy nel campo della ristorazione. Ci battiamo per filiere controllate e certificate, in favore proprio della salubrità degli alimenti che finiscono anche sulle tavole dei ristoranti. Certificarsi – ha aggiunto – significa entrare in un network. E’ una opportunità per i ristoratori e i produttori per farsi conoscere all’estero”.

 

UniVerde: il Governo tuteli l’agroalimentare e gli destini ingenti risorse del Pnrr

L’occasione per il presidente della Fondazione UniVerde, Pecoraro Scanio, per rilanciare l’appello fatto dalle associazioni di categoria quando è esploso il “caso” Prosek. Un appello rivolto al Governo cui si chiede maggiore tutela, e di destinare importanti risorse del Pnrr per tutelare i prodotti Made in Italy e contrastare un fenomeno che ci costa…salato!

 

Coldiretti: ristoranti non cedano al ‘tarocco’. Qualità e trasparenza sono per tutti…anche gli stranieri

Il Capo Area Economica di Coldiretti Gianluca Lelli ha quindi annunciato l’intenzione di voler arrivare a 100 miliardi di esportazioni dell’autentico Made in Italy entro il 2030, ma soprattutto ha ribadito quanto sia importante che i ristoratori promuovano i veri prodotti italiani. Nè va anche della credibilità del Paese. La trasparenza va garantita a tutti, ancor più agli stranieri che amano (inevitabilmente) la nostra unica cucina.