La Croazia chiede la denominazione, ma la politica, il Consorzio, i produttori e tutto il mondo enologico si scaglia contro il Paese che tenta (di nuovo) l'assalto all'eccellenza Made in Italy

Quella del Prosecco contro frodi e “imitazioni” è una vera e propria guerra (ne parlammo già qualche anno fa) e ora la partita se la gioca con il discutibile Prosek. Se già nel 2013 c’era stato lo scontro Veneto-Croazia, ora con la richiesta di riconoscere il Prosek la partita si è riaperta e politica, Consorzio, produttori, ma anche consumatori e amanti dell’enologia italica, sono già sul piede di guerra.

La politica italiana si scaglia contro il Prosek croato. La richiesta è un’anime: la Commissione Ue fermi tutto!

La Croazia chiede l’avvio delle procedure di riconoscimento a livello Ue della menzione tradizionale Prosek, da abbinare alla denominazione di un vino bianco locale. Una richiesta che non è piaciuta a nessuno a cominciare dal presidente del Veneto Luca Zaia e l’europarlamentare Mara Bizzotto che ha già presentato un’interrogazione urgente alla Commissione Ue. “Basta con le illegittime e truffaldine pretese della Croazia. L’unico vero Prosecco è quello prodotto nelle nostre terre, l’unico tutelato a livello Ue e che vanta denominazioni Doc e Docg”.

Non c’è Prosek croato che tenga”, ha aggiunto Bizzotto che ricorda che dal 2013 questo è il secondo “assalto” della Croazia. “Un attacco – ricorda – che all’epoca fu sventato da una mia interrogazione alla Commissione e dalla chiarissima risposta, messa nero su bianco, dell’allora Commissario all’Agricoltura Ciolos. Se la Croazia vuole aprire una nuova guerra sul Prosecco, sappia che noi non molleremo di un centimetro, e la mia nuova interrogazione alla Commissione Ue, è solo l’antipasto di quello che metteremo in campo”.

Politica compatta per sventare l’incursione. Interviene anche il sottosegretario alle Politiche agricole alimentari e forestali Gian Marco Centinaio che in una nota scrive. “Ennesimo colpo basso al nostro Made in Italy. E’ irricevibile la richiesta presentata dalla Croazia di dare avvio alla procedura di riconoscimento della menzione tradizionale Prosek. La Commissione europea blocchi subito questo tentativo e non proceda con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale.

Altra voce quella di Paolo De Castro, coordinatore del Gruppo S&D alla Commissione Agricola del parlamento europeo. “Non possiamo tollerare che la denominazione protetta del Prosecco diventi oggetto di imitazioni e abusi, in particolare nell’Unione”, dichiara.

Sul tema intervengono anche le europarlamentari del Movimento 5 Stelle Tiziana Beghin e Sabrina Pignedoli. “La richiesta della Croazia – dichiarano in una nota congiunta – è una provocazione inaccettabile che va respinta”.

 

Il Consorzio Tutela del Prosecco doc contro il Prosek. Zanette: certi che vinceremo, ma già parlarne è grave. La Croazia faccia subito un passo indietro

Duro il presidente del Consorzio Tutela Prosecco Doc Stefano Zanette chiedendo al Paese di fare un passo indietro. “Eravamo stati da tempo avvisati della questione da parte degli uffici del ministero, ma speravamo – fa sapere – che la Commissione valutasse ‘in autonomia’ e giudicasse irricevibile quella che a nostro giudizio è una palese provocazione. Irricevibile non soltanto soltanto perché palesemente evocativa della nostra Do ma soprattutto perché in grado di minare alla radice l’intero impianto delle IG europee”.

“Non a caso – aggiunge Zanette –  abbiamo ricevuto il sostegno e l’impegno a portare avanti la battaglia su questo fronte da parte – evidenzia il presidente del Consorzio del Prosecco Doc – delle più importanti Do a livello mondiale”. “Personalmente non ho alcun dubbio sul fatto che la questione si risolverà a nostro favore e costringerà la Croazia a fare un passo indietro. Ma il fatto stesso che si stia parlando di questa situazione rischia di costituire un precedente gravissimo. Non possiamo non sottolineare come risulti incredibile che, secondo la Commissione del Governo Croato, non si tratti di omonimia e non vi sia alcun rischio di confusione da parte del consumatore”.

“Pare che la Croazia, in questo contesto – conclude –, abbia dimenticato che Prosek è il nome sloveno della località di Prosecco che campeggia su tutti i cartelli stradali di accesso alla località triestina. Così come appare paradossale che qualcuno sembri aver dimenticato alcuni precedenti ancora vivi nella memoria di noi tutti. Come già sottolineato da più parti è inaccettabile che una Do (denominazione di origine) possa diventare oggetto di tentativi di imitazione che arrecano un danno economico e di immagine. Ribadiamo che questa non è soltanto una battaglia a difesa della nostra Denominazione ma un’azione che vuole andare a tutelare il concetto stesso di Denominazione di Origine“.