Dal Prosek alla riduzione del consumo di alcool fino alla promozione nei Paesi esteri. Oggi il vertice con il ministro Patuanelli e il sottosegretario Centinaio. Poche e chiare richieste per non far colpire al cuore un settore leader in Italia. E dal Governo arriva il pieno sostegno

Fare la voce grossa, ma con tanti fatti e poche chiacchiere. La filiera del vino è stata chiara: dal Governo italiano ci si attende un intervento forte per difendere un settore che è indiscutibilmente un traino dell’economia nazionale. E’ quanto oggi i presidenti di Alleanza delle Cooperative, Assoenologi, Cia, Confagricoltura, Copagri, Fderdoc, Federvini e Unione Italiana Vini, hanno chiesto al ministro delle Politiche Agricole Stefano Patuanelli e il sottosegretario Gian Marco Centinaio.

Era stata proprio la filiera a chiedere un vertice urgente per discutere dei temi “caldi” che riguardano il settore.

Le problematiche legate al rischio di esclusione dei prodotti vitivinicoli dall’accesso ai fondi di promozione previsti dalla nuova riforma europea dei prodotti agricoli. La definizione del programma di promozione istituzionale del vino italiano nel mondo. Lo standard value e la questione Prosek croato. Sono stati alcuni dei temi portati al tavolo oggi e per i quali si chiede il pieno sostegno del Governo.

 

Sulla diminuzione del consumo di alcol la Ue penalizza il bere consapevole: la filiera al Governo si chiede di fare la voce grossa per tutelare l’enologia italiana

Filiera del vino e ministero si sono confrontati oggi sul piano della lotta al cancro sviluppato in sede europea e il rapporto di implementazione della strategia alcol dell’Organizzazione Mondiale della sanità che contengono proposte in grado di arrecare seri pregiudizi al vino italiano. Nel documento presentato, infatti, la Commissione indica alcune azioni che intende mettere in campo per far sì che il consumo diminuisca. Un piano supportato anche da un progetto di relazione parlamentare che inasprisce ulteriormente le indicazioni della stessa Commissione e che rischia, questo il timore, di dare a queste legittimità politica. Problema cui si aggiunge il fatto che l’Oms, nel piano di azione, intende ridurre del 20% il consumo di alcol, senza specificare “dannoso”, entro il 2030.

“Entrambi i documenti – fanno quindi notare le associazioni di categoria – sono in una fase piuttosto avanzata della discussione. E’ fondamentale che l’Italia porti avanti con atti ufficiali, in tutte le sedi opportune, istanze di equilibrio, buon senso e ragionevolezza. Elementi – sottolineano – che da sempre contraddistinguono la posizione italiana, evitando raccomandazioni fiscali e normative di tipo proibizionistico”. Cose che “lungi da colpire l’abuso, hanno il potenziale di infliggere un danno ingiustificato a un settore fiore all’occhiello dell’agroalimentare del nostro Paese e che penalizzano proprio il consumo moderato di vino. Uno dei componenti principali della dieta mediterranea riconosciuta dall’Unesco Patrimonio dell’Umanità”.

Tradotto, quello che si chiede al Governo, è di intervenire presso le sedi europee, perché si comprenda che quei documenti, così come pensati, non solo non vanno a ridurre l’abuso di alcol, ma rischiano di danneggiare inutilmente un settore, quello del vino, che del bere consapevole ha fatto una mission.

 

Anche per la promozione del vino bisogna alzare i toni. Il rischio è perdere fondi e questo il Paese, e la filiera del vino, non può permetterselo

Quindi la promozione in Europa e fuori Ue del vino italiano. Per le associazioni di categoria anche in questo caso la politica europea può danneggiare, e non poco, l’Italia. A loro parere, infatti, la riforma avviata rischia di escludere i prodotti vitivinicoli dalla possibilità di accedere al budget dedicato alle attività promozionali in Europa e nel mondo. Per questo a Patuanelli è stata chiesta grande attenzione perché ciò non accada. E cioè che il vino italiano non sia escluso dai progetti che hanno permesso, negli anni, di raggiungere risultati importanti in termini di valore e di export.

Le organizzazioni hanno quindi ribadito la necessità di essere coinvolte nel piano nazionale di comunicazione istituzionale per il settore e che il Mipaaf ha deciso di adottare.

 

Più che fare la voce grossa, contro il Prosek si chiede un vero e proprio ruggito: va feramto il riconoscimento e subito!

Terzo tema sul tavolo quello del Prosek. L’ultimo in ordine di tempo per cui il settore nazionale si sente minacciato. Il caso è recente e noto. A metà settembre, infatti, dalla Ue è arrivato l’ok al riconoscimento del Prosek Croato. Sessanta giorni per contestare una decisione che ha mandato letteralmente in fibrillazione il settore vitivinicolo italiano.  Politica, produttori e l’intera filiera che ha sin da subito annunciato battaglia. Oggi la richiesta di sostegno al Governo che, da parte sua ha garantito la costituzione di un gruppo di lavoro dedicato proprio a questo. “Ora– hanno quindi commentato le organizzazioni – è necessario uniformare gli argomenti a difesa compatta del rigetto del riconoscimento della Menzione Tradizionale Croata”.

 

Patuanelli e Centinaio assicurano: in Europa andiamo come voce unica. Niente Prosek, e la sana promozione del vino non va messa in discussione

“Il Mipaaf – hanno quindi detto Patuanelli oggi rispondendo alle richieste del settore – e tutto il Governo, non possono permettere che vi siano elementi che vadano ad incidere su un settore centrale della politica economica del Paese”. Per quanto riguarda il problema della promozione del vino italiano all’estero, il ministro ha ribadito che “non si può mettere in discussione il valore della sana promozione del vino. Bisogna informare il consumatore e accrescere la sua consapevolezza al consumo. Il tema della promozione è centrale perché il consumatore va informato e non condizionato. E’ la stessa battaglia – ha sottolineato – che portiamo avanti contro il Nutriscore, un sistema che condiziona anziché informare”. Sul Prosek ha aggiunto: “non si può istituzionalizzare l’Italian Sounding”.

Per Centinaio “è necessario andare in Europa tutti con la stessa voca. Abbiamo deciso di dare una impostazione giuridica a questa partita – ha annunciato – che riguarda tutte le denominazioni. Se si cade sul Prosek rischiamo di aprire una falla in tutte le denominazioni italiane ed europee”.