Il segretario generale Uiv Paolo Castelletti teme un'escalation della guerra commerciale. Sulle due sponde dell'Atlantico 20 associazioni di categoria chiedono di mettere fine ad uno scontro cui il settore bevande è totalmente estraneo

Si può chiamare oggettivamente “guerra dei dazi”. Operativi, da oggi, quelli imposti dalla Ue agli Usa che preoccupano i produttori italiani. E così mentre Paolo Castelletti, segretario generale Uiv (Unione italiana vini) lancia l’allarme, sulle sponde dell’Atlantico nasce una rete di associazioni di categoria, per la precisione 20, che alzano la voce contro scelte che definiscono “scellerate”.

 

Dazi Ue sugli Usa, l’allarme Uiv: “rischiamo escalation della guerra commerciale. Bisognava attendere avvicendamento alla Casa Bianca”

“Posso conferemare che l’Ue farà valere in giornata i suoi diritti di rappresaglia e imporrà tariffe sui prodotti americani dal valore di 4 miliardi di dollari”. E’ stata una vera e propria dichiarazione di guerra commerciale quella lanciata dal vicepresidente della Commissione europea con delega al Commercio Valdis Dombrovskis, in riferimento alla disputa sull’aviazione civile tra Airbus e Boeing che ha visto applicare, l’anno scorso, i dazi americani sui prodotti europei. “Non vogliamo un’escalation – ha detto Dombrovskis con i dazi da oggi realtà -. Seguiremo lo stesso approccio degli Usa. Quindi, oltre ai prodotti del settore aviazione, le tariffe interesseranno prodotti agricoli, alimentari e industriali”.

Una scelta qella fatta che, però, arrivando in un momento di grave difficoltà a causa della pandemia, ha fatto storcere il naso ai produttori, a cominciare da quelli italiani che si sono affidati al segretario generale Uiv per esprimere il proprio dissenso. Per Castelletti la strategia migliore sarebbe stata quella dell’attesa, cioè quella di attendere che, negli Usa, fosse compiuto il passaggio alla Casa Bianca tra l’ormai ex presidente Donald Trump e il neo eletto Joe Biden.

 

I rischi in cui si incorre

Per Castelletti il rischio di questa guerra dei dazi, al contrario di quanto sostenuto da Domrovskis, è proprio quello che si avvi “un’ulteriore escalation della guerra commerciale in atto con il principale buyer al mondo, gli Usa, che lo scorso anno ha importato vino dall’Ue per un controvalore di circa 4,7 miliardi di dollari”. Parole che il segretario generale Uiv ha pronunciato al termine della videoconferenza del Consiglio dei ministri degli Affari Esteri (Commercio) dell’Unione con all’ordine del giorno le relazioni commerciali tra Usa e Usa.

Il timore, dunque, è quello di subire un ulteriore inasprimento di quelli che potremmo oggi definire contro-dazi degli Usa “che potrebbero – ha sottolineato Castelletti – aumentare le tariffe in vigore o includere altri prodotti come il vino italiano, sino ad oggi escluso”. Un’isola felice che si traduce in 2 miliardi di dollari di importazione solo per l’Italia con un mercato che per tutta l’Europa rappresenta il 75% dell’import con un valore complessivo di 6,2 miliardi di dollari.

 

Dazi Ue sugli Usa: le sponde dell’Atlantico si uniscono per dire basta ad una guerra in cui, il settore bevande, non c’entra nulla

Se dall’Italia arriva la voce dell’Uiv, tra le due sponde dell’Atlantico a fare fronte comune sono 20 associazioni di categoria. Associazioni che rappresentano produttori di vino e alcolici negli Stati Uniti, nella Ue e nel Regno Unito. Anche per loro l’aumento delle tariffe Europee del 25% su rum, brandy, vodka e vermouth statunitensi aumenteranno le tensioni intorno alla vertenza Aibrus-Boeing, creando ulteriori danni al commercio transatlantico di bevande, già molto penalizzato. Anche loro chiedono che la guerra dei dazi termini.

“L’applicazione delle tariffe e ingiustificate devono finire”, scrivono in coro unanime. “L’industria dell’ospitalità e i nostri consumatori, così come i produttori, i grossisti e gli importatori di alcolici, distillati, vino e birra vengono coinvolti da entrambe le sponde dell’Atlantico in una disputa aerea del tutto estranea al business delle bevande”. Un problema che, sottolineano, si aggiunge alle già enormi difficoltà create dal Covid-19 che hanno portato alla chiusura di ristoranti, bar e sale degustazioni di distillerie e cantine.

La scelta della Ue, insomma, potrebbe essere un boomerang.

 

Ecco com’è iniziata. Ecco perché si deve fermare

Le associazioni di categoria fanno dunque il punto di quanto accaduto fin qui. Era l’ottobre 2019 quando gli Stati Uniti hanno importo le tariffe del 25% su Single Malt Scotch Whisky, Whisky irlandese single malt irlandese, liquori e sciroppi di Germania, Irlanda, Italia, Spagna e regno Unito, e di alcuni vini di Germania, Francia, Spagna e Regno Unito.

Una scelta che ha portato ad un calo del 34% delle esportazioni per il Whisky, del 28% per i liquori e del 54% per il vino. Numeri già pesantissimi. L’Europa, da parte sua, aveva già imposto una tariffa del 25% su Bourbon e altri whisky statunitensi nel 2018. Scelta fatta in risposta alle tariffe statunitensi su acciaio e alluminio, provocando un calo del 41% delle esportazioni di whisky americano nei Paesi Ue. Insomma, è inutile dire chi l’ha guerra la cominciata. La vera risposta che si vorrebbe avere è chi intende terminarla.

Le associazioni di categoria, infatti, dicono chiaramente quali potranno essere le conseguenze della scelta Europea di proseguire la battaglia. E lo scenario è drammatico: tante imprese rischiano di chiudere, tante persone di perdere il lavoro tra dazi e Covid.

 

Un appello unanime: si riapra il tavolo dei negoziati

La proposta è altrettanto chiara: riaprire il tavolo dei negoziati. “Ue e Stati Uniti – chiedono le voci bipartisan che arrivano dalle due sponde dell’Atlantico –, devono sospendere immediatamente le tariffe attuali, mentre negoziano un accordo per eliminare simultaneamente aggiuntive sui distillati e sul vino in queste controversie estranee al settore”, ribadiscono.

Queste le venti associazioni che hanno firmato il documento: Distilled Spirits Council of the United States, SpiritsEUROPE, Scotch Whisky Association, Comité Européen Des Entreprises Vins, Wine Institute, American Beverage Licensees, WineAmerica, Wine & Spirits Wholesalers Of America, National Retail Federation, American Craft Spirits Associazione, American Distilled Spirits Alliance, US Wine Trade Alliance, National Council of Chain Restaurants, Kentucky Distillers ‘Association, National Restaurant Association, National Association of Beverage Importers, National Association of Wine Retailers, The Wine and Spirits Trade Association, Napa Valley Vintners, e Wine And Spirits Shippers Association.