In tutto il mondo la crisi della reperebilità delle materie prime e l'aumento dei costi anche di energia e trasporti rischiano di far fare 'il botto' ai prezzi delle bottiglie che arrivano sulle tavole dei consumatori

Federvini fa il punto sul problema del possibile “drastico” aumento del prezzo dei vini per i consumatori, causati da inflazione e aumento dei costi delle materie prime…proprio alla “Vigilia” delle festività! L’allarme è internazionale con Regno Unito e Stati Uniti in particolare che si stanno interrogando su quanto gli intermediari possano assorbire per evitare un problema che, inevitabilmente, avrebbe importanti ripercussioni.

Una ‘Vigilia’ difficile per i prezzi dei vini in Uk: 49 produttori scrivono al ministro…aiutateci ad alleggerire la pressione o ci rimetteranno i consumatori!

Dall’altra parte della Manica a esprimere preoccupazione è stata la Uk Wine & Spirits Trade Association (Wsta). Il congelamento delle tariffe non basta, tanto che l’associazione ha scritto, dando voce a 49 aziende britanniche di vino e liquori, al Governo avvertendo del fatto che “l’aumento dei costi e il caos della catena di approvigionamento hanno bloccato le consegne di vino e liquori“. Il tutto, tra l’altro, proprio alle porte delle feste di Natale.

L’amministratore delegato Wsta ha quindi invitato i ministri a supportare il settore ad alleggerire la pressione, almeno nel periodo natalizio anche in considerazione del fatto che la difficile situazione delle vendemmie che in parte della Gran Bretagna si sono ridotte, potrebbero portare ad un ulteriore rialzo dei prezzi su alcuni vini varietali.

 

Anche negli Usa è una ‘Vigilia’ di preoccupazione. I produttori “assorbono” il problema, ma non potranno farlo per sempre!

Per quanto riguarda la preoccupazione che arriva dagli Stati Uniti Federvini riporta quanto detto da Clyde Beffa Jr, co-proprietario della californiana K&L Wine Merchants. Beffa Jr ha infatti parlato di costi di spedizione più elevati per i vini provenienti da Europa, Australia e Nuova Zelanda. Senza considerare i ritardi che si registrano nei porti.

Per farla breve, negli Stati Uniti il costo del trasferimento del vino dalla costa orientale a quella occidentale è aumentata del 20%. Dalle nostre parti (cioè in Europa), altro problema, a dare un pesante contributo è il problema del reperimento delle casse di legno in cui mettere il vino. Disservizi che si registrano soprattutto a Bordeaux.

Sul problema degli States si è speso anche Business Insider. Ad oggi, ha fatto sapere il Dipartimento del Lavoro degli Stati Uniti, l’aumento delle bevande alcoliche negli Usa è dell’1%, ma il dato potrebbe peggiorare nelle prossime settimane. La crisi della catena di approvigionamento, insomma, sta portando a gravi ripercussioni ovunque. Fino ad ora, riferisce il magazine, i produttori hanno assorbito la maggior parte possibile delle differenze di costo proprio per non “farla pagare” ai consumatori. Ma la corda è sempre più corta e tra poco, è questo il timore, questa tutela potrebbe non essere più garantita.

 

Anche in Italia il problema c’è, ma dalle nostre parti i vini premium volano a gonfie vele. Sugli sfusi però…la preoccupazione è grande!

E l’Italia? Beh non è che vada tanto meglio secondo quanto rilevato da Vinitaly. Se già problemi si registravano sull’aumento dei costi di energia, le difficoltà dei trasporti, del reperimento delle materie prime, delle bottiglie e altri legati alle etichette. La logica conseguenza è che sì, anche dalle nostre parti i prezzi rischiano di fare…il “botto” (e non quello di Capodanno).

A soffrire di più sono i vini sfusi, a fronte però (e meno male le buone notizie), dei vini di alta qualità che viaggiano a gonfie vele e sono tornati grandi protagonisti nella ristorazione di tutto il mondo.

La domanda dunque è semplice: chi riassorbirà i rialzi?

 

Potrebbe interessarti anche:

L’Italian Sounding ci costa troppo…anche al vino!

Boom di rincari per il vino italiano, Uiv: Governo ci tuteli!