La situazione è più grave di quanto sembri e tra i problemi maggiori c'è quello del 'glass shortage'. I container arrivano a rincari del 400%. Insomma, il settore si vede costretto a rivedere i listini e le ricadute potrebbero arrivare sugli scaffali. L'appello al Governo: in Legge di Bilancio si pensi al settore

E’ boom di rincari per il vino italiano: i prezzi sono alle stelle e così, le aziende, devono ricontrattare i listini. Tutto “soffre”: materie prime, vetro, etichette, trasporti ed energia. L’Uiv si rivolge al Governo chiedendo di avere un’occhio di riguardo verso il settore nella Legge di Bilancio al fine di “assicurare misure di alleviamento dei costi fissi che possano sostenere il mondo produttivo e non mortificarne la competitività”.

Una medaglia dalla doppia faccia quella che interessa il vino italiano che vola nelle vendite sia in Italia che all’estero, ma che si trova a fare i conti con rincari altrettanto in crescita, tanto da influire, fa sapere l’Uiv, per il 30% sul prodotto finito.

Cerchiamo di capire cosa sta succedendo.

 

Boom di rincari: tariffe container al +400% e il prezzo medio del vino sale del 40%. Castelletti: ‘bolletta’ da oltre 1 milione di euro

Dalle materie prime secche al prodotto e cioè vino ed etichette, passando per cartoni, chiusure delle bottiglie, trasporti, energia elettrica e prezzo medio del vino, la situazione è davvero complessa. Basti pensare che per i container le tariffe sono arrivate ad aumenti del 400% e che il prezzo medio, anche per la scarsità in termini di volumi della vendemmia, ha toccato picchi del +40%.

A lanciare l’allarme, dunque, il segretario generale dell’Uiv Paolo Castelletti che sottolinea come la situazione costi al settore “anche più di quanto stimato un mese mezzo fa”. Una ‘bolletta’ salatissima per l’enologia che costa oltre 1 milione di euro. Il tutto, sottolinea, “al netto delle difficoltà nelle consegne del vino, che cominciano a evidenziarsi anche se in misura molto minore anche in Francia. E’ del tutto evidente – ha quindi sottolineato – che le imprese saranno costrette entro breve a rivedere i listini precedentemente accordati con distributori e importatori”.

Il rischio? A correrlo sono soprattutto le piccole aziende quelle che, del Bel Paese, sono l’ossatura, che rischiano se non di sparire di cadere in un vortice al ribasso.

 

Il Financial Times cerca le cause del boom di rincari e tra queste c’è anche il Covid: per le fiale dei vaccini molto vetro è stato ‘dirottato’

Un ritocco, quello dei listini, che potrebbe esserci già a gennaio. A fare il punto sul vetro è stato un interessante articolo apparso su La Repubblica che ha sentito alcune voci autorevoli del settore per spiegare bene la gravità della situazione. SimonPietro Felice, Ad di Caviro, ha fatto sapere che per le bottiglie i tempi di consegna sono passati da due a sei settimane, con carichi che a volte non arrivano e prezzi cresciuti del 20%.

L’articolo riporta quindi quanto emerso da un’indagine di uno dei giornali più importanti se parliamo di economia: il Financial Times che ha fatto il punto su come si sia arrivati a questo punto. Tra le ragioni, non tra le più determinanti, ma tra quelle che certamente fanno comprendere bene la situazione reale, il fatto che parte del vetro è stato utilizzato per realizzare le fiale dei vaccini Covid-19, portando quindi ad una diminuzione della materia prima e, di conseguenza, ad un aumento del suo costo. E Federvini conferma: i ritardi nelle consegne ci sono ogni giorno.

In Francia, ha rilevato l’Uiv, il problema di “imballare” si è già trasformato in una brutta realtà. Mancano tappi, vetro, carta e muselet per confezionare lo champagne e con il Natale alle porte, una soluzione, ad oggi, non si vede.

 

Le voci

Tra le voci raccolte dall’Uiv quella di Alessio Savio, Ad di Mionetto che lamenta i problemi di consegna soprattutto nell’extra-Ue. A confermare che i listini andranno ritrattati è Daniele Simoni, amministratore di Schenk, che sottolinea come alcune Doc, come il Primitivo di Manduria, si siano apprezzate fino al 50%, il Prosecco al 30%, con Toscana e Piemonte dove comunque, i valori lievitano. Le consegne, aggiunge, nonostante delle difficoltà tengono, ma la puntualità no.

 

Federvini: a rischio c’è anche la qualità del vino. Produttori costretti a tenerlo più a lungo nelle botti di vino. Long: rischiamo vini ‘usciti da una segheria’

Chiaro il perché dell’intervento della politica. D’altra parte Federvini, qualche giorno fa, aveva anche lanciato l’allarme di come il “glass shortage”, cioè la carenza di vetro, potrebbe influire anche sulla qualità dei vini dovendo i produttori allungare i tempi di invecchiamento nelle botti. Phil Long, proprietario di Longevity Wines a Livermore in California, su Inside Business, che il rischio è di ritrovarsi a vendere (ed acquistare) “vini che sembrano usciti da una segheria”.

Sulla stessa scia la Federazione Italiana industriali produttori, esportatori ed importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi e aceti che fa parte di Confndustria. L’aumento dei costi di produzione prima o poi finirà anche sugli scaffali.

Alleggerirsi sì…ma non così!