La petizione lanciata dalle più importanti firme del settore: ridurre il peso delle bottiglie per contrastare le emissioni di carbonio. Un impegno importante per guardare al futuro

Combattere il cambiamento climatico passa anche per un cambio di passo del wine packaging. L’appello è arrivato dai più eminenti giornalisti di settore che hanno colto l’occasione del vertice Cop26 di Glasgow per chiedere al settore wine di “alleggerirsi”.

Lo hanno fatto tramite una petizione apparsa su Change.org che ha spopolato su Twitter. Una richiesta semplice  e chiara quella arrivata niente meno che da Aleesha Hansel, che di vino si occupa per Decanter, e co-firmata da un altro mostro sacro del settore, Janis Robinson. Alle aziende vitivinicole hanno chiesto di abbandonare le bottiglie “pesanti” così da ridurre le emissioni di carbonio.

In soli tre giorni la petizione ha raccolto più di 300 consensi dai wine writer, gli appassionati e…i produttori! Il punto lo ha fatto il Washington Post e ora noi lo facciamo con voi toccando anche un po’ di Italia.

 

Wine Packaging: i wine writers si appellano alle aziende. Le bottiglie devono essere più leggere e noi parleremo di chi sceglie un percorso virtuoso!

 

Con la petizione quello che si chiede alle aziende è principalmente, quello di cambiare il wine packaging in riferimento esclusivamente, almeno in questo caso, alla bottiglia, ma anche di includere il peso di queste nelle schede tecniche che inviano ai giornalisti di settore, agli importanti e i rivenditori. Non è necessario dirlo ai consumatori, se non per, ci viene da aggiungere, una questione di social marketing, ma certo non sarebbe proibito mostrare e dimostrare l’impegno profuso tramite i propri siti web e canali social. Un’impegno i wine writer, in quest’ottica, se lo assumono: includere il peso della bottiglia nelle recensioni dei vini di cui si occupano, così che i lettori sappiano quali aziende hanno intrapreso un percorso virtuoso.

Altra richiesta quella di promuovere campagne di riciclo efficaci per il vetro. “Non stiamo più affrontando il cambiamento climatico, ma un’emergenza climatica che sta minacciando il futuro del vino come lo conosciamo”, ha scritto Hansel nella petizione. “La produzione e il trasporto di bottiglie di vetro danno di gran lunga il maggior contributo alla presenza di carbonio nel vino. L’industria deve affrontare questa situazione e fare il possibile per ridurre questo onere”.

A questo proposito nella petizione si sottolinea come in Gran Bretagna solo il 62% del vetro sia stato riciclato. Peggio fanno gli Stati Uniti fermi al 25%. Statistiche, queste, riferite dall’Agenzia per la protezione ambientale. E in Italia come ci comportiamo? Ce lo siamo chiesti e possiamo darvi una risposta.

 

Raccolta e riciclo del vetro: l’Italia ha già raggiunto l’obiettivo Ue 2030

Gioite: noi italiani in termini di riciclo del vetro siamo tra i più virtuosi d’Europa. Lo dimostrano, ancora una volta, i dati diffusi poche settimane fa dal Coreve (Consorzio Recupero Vetro). Raccolta e riciclo volano nel Bel Paese. Nell’anno della pandemia, il 2020, sono stati recuperati quasi 2,4 milioni di tonnellate di bottiglie e vasetti: il 2,6% in più rispetto al 2019. La raccolta pro capite è passata dai 38.7 kg del 2019 ai 40,4 del 2020.

Ancora meglio con il riciclo. L’Italia ha raggiunto il 78,6% (nel 2019 eravamo al già alto 77,3%). In sostanza abbiamo già raggiunto l’obiettivo imposto dalla Ue per il 2030 che è del 75%. Un traguardo superato già due anni fa. Secondo il Rapporto annuale sulla raccolta e il riciclo del vetro in Italia di Coreve, va sottolineato, alla fine del 2023 dovremmo arrivare alla soglia dell’80%. Insomma i numeri per “alleggerirci” anche nel packaging noi li abbiamo tutti.

 

Wine packaging: chi di vino parla e scrive aveva già fatto notare l’esigenza e c’è chi ha già imboccato la strada giusta. Il primo passo è stato fatto!

Torniamo alla petizione. Una presa di coscienza improvvisa quella dei wine witers? Assolutamente. Osservatori attenti e costanti del mondo del vino, già da tempo trattato il tema. La Robinson, ad esempio, già da un po’ parla del peso delle bottiglie nelle recensioni del suo sito web e si è scagliata più di una volta contro chi usa bottiglie pesanti. La decisione di sostenere la causa promossa da Hansel rappresenta per lei, dunque, il bisogno di mostrarsi, di far capire ai consumatori quanto il tema conti e, di conseguenza, far sì che siano questi a prendere coscienza e fare anche di questo un criterio di scelta.

 

Ecco quanto pesa una bottiglia

A questo punto il Washington Post si è posto la giusta domanda e dato la risposta attesa. Ha infatti ritirato fuori uno studio commissionato nel 2011 dal Wine Institute in California. Il wine packaging, cioè la bottiglia di vetro, rappresenta il 29% delle emissioni di carbonio per il settore. Cosa che va ad influire anche sul trasporto. C’è poi un altro fattore: il 40% delle aziende vinicole statunitensi le bottiglie le compra in Cina. Pensate quanti viaggi fanno prima vuote e poi piene.

Il prestigioso giornale riporta anche un sondaggio condotto l’anno scorso da Wine Business Monthly, rivista di settore, che ha mostrato come l’uso di bottiglie più pesanti è in aumento. Sarà duro arrivare a un cambio culturale, ma da qualche parte bisogna pur partire. E che si tratti di cambio culturale lo dice anche la motivazione data dalla rivista sul perché ci sia un incremento invece che un decremento dell’uso di bottiglie più pesanti: “il più grande ostacolo – ha scritto – rimane la percezione tra i consumatori statunitensi per cui una bottiglia più pesante indica che al suo interno ci sia un vino migliore”.

Siamo sinceri: noi che la qualità dipendesse dalla bottiglia non l’avremmo mai neanche pensato e infatti…non è così!

 

Qualcuno ha già capito la lezione…

In stile “The Signs” qualche buona notizia però arriva. Secondo quanto leggiamo, infatti, almeno dall’altra parte dell’Oceano qualcosa si muove. Il Liquor Board of Ontario che controlla gli acquisti di alcolici per la provincia canadese, scopriamo, dal 2023 non acquisterà più vini confezionati in bottiglie con peso superiore a 420 grammi. Un divieto che sarà applicato a vini con prezzo inferiore ai 15 dollari canadesi per ora, ma non si esclude di applicare la nuova misura a tutti i vini.

Un allarme che a quanto pare la portoghese Symington Family Estates (sì quella che ha parlato già dell’importanza della lotta al cambiamento climatici), ha già deciso di passare a bottiglie da 420 grammi (oggi sono da 500).

Quello di Hansel, dunque, è un primo passo. E c’è già chi va oltre. Robert Joseph, analista dell’industria del vino, propone di tassare gli imballaggi in base al peso. Come la si voglia mettere non importa, quel che è certo è che per iniziare a camminare bisogna muoverlo quel primo passo…ed è stato decisamente compiuto!