Le abitudini sono cambiate, i canali di acquisto anche e, nel complesso, le nuove forme di consumo piacciono. E' quanto emerge da un'indagine Sommelier Wine Box. Una cosa è rimasta immutata: la convivialità

Come sono cambiati i consumi di vino in era Covid? Ne abbiamo parlato spesso. A fare il punto arriva anche l’indagine di Sommelier Wine Box che è andata a scopeire come il restare tra le mura di casa abbia cambiato in termini di quantità, frequenza, occasioni di acquisto e consumo del vino nel Paese.

 

I consumi di vino nell’era covid sono cambiati, ma il bisogno della convivialità non è mutato e ha trovato il suo modo di essere vissuto!

Cosa ha influito di più nei cambiamenti? La digitalizzazione. Non ci stancheremo mai di dirlo: è questa la rivoluzione positiva che ci lascerà la pandemia quando, speriamo, potremo finalmente parlarne al passato. Il mondo virtuale, è emerso, ha trovato negli spazi del web il modo per non perdere il legame con quello che è, di fatto, un elemento imprescindibile nella vita enogastronomica della gran parte di noi: il vino. Uno dei simboli indiscussi, non serve neanche sottolineare, del valore del Made in Italy.

Insomma, come spiega lo studio, nonostante “la distanza”, seppur reinventandosi attraverso forme di socialità virtuali, il vino è riuscito a mantenere intatta la sua unicità nel riuscire ad aggregare.

La ricerca di Sommelier Wine Box è stata condotta su 700 persone che hanno deciso di rispondere al questionario sottopostogli. A farlo sono stati nel 55% dei casi gli uomini. La gran parte del campione fa riferimento a persone laureate o comunque con un titolo di studio superiore (57%) e ha coinvolto cinque fasce di età. Ovvero under 25, persone tra i 25 e i 34 anni, tra i 35 e i 44, tra i 45 e i 54 e gli over 55. Un ampio raggio per avere un quadro più definito dell’oggetto della ricerca: capire quanto il lockdown abbia cambiato la relazione con il nettare di bacco.

 

Durante il lockdown i consumi di vino sono aumentati un po’ per tutti, ma c’è chi lo ha portato a tavola più a pranzo e chi, invece a cena!

Si è quindi indagato sulle abitudini dei soggetti che hanno partecipato alla ricerca prima, durante e dopo il lockdown. In termini di frequenza, è emerso, il consumo di vino prima di marzo 2020, era del 73% per le persone di età compresa ta i 25 e i 34 anni e del 66% per quelli tra i 35 e i 44 anni. Lì dove per frequenza si intende il consumo di una bottiglia di vino tra i tre giorni e una settimana.

Con il lockdown si è quindi registrato nel 59% dei casi una variazione rispetto al periodo precedente. Il 48% degli intervistati ha dichiarato che il consumo di vino è aumentato. Solo l’11% ha parlato di un consumo inferiore. Chi era abituato a bere meno ha risentito quindi maggiormente del lockdown, aumentando il consumo. Chi abitualmente consumava vino, perdendo le occasioni di convivialità, ha modificato le stesse. Tradotto in numeri il 61% di coloro che consumavano una bottiglia di vino ogni uno i due giorni ha dichiarato che le occasioni in cui consumava vino sono cambiate, invece chi una bottiglia la consumava in due settimane, ha modificato le sue abitudini in ben il 92% dei casi.

 

Anche i luoghi di consumo pre-covid hanno condizionato le scelte

Si è quindi fatto il punto sui luoghi dove abitualmente si consumava un buon calice prima della pandemia, per capire se il ambio di location (in questo caso inevitabilmente l’abitazione), abbia o meno importanza nel determinare il comportamento degli intervistati. Chi prima dell’arrivo del Covid, quindi, prediligeva il consumo in bar e ristoranti, a quanto pare, hanno mantenuto salda la loro abitudine consumando soprattutto all’ora di ceno. Chi invece normalmente optava per il bar, ha spostato la sua abitudine soprattutto all’ora di pranzo, anche da solo.

 

Per i consumi del vino in tempo di lockdown, anche i canali di acquisto sono mutati. Online si compra eccome, ma da chi…è la discriminante!

Passiamo agli acquisti. Che il digitale abbia cambiato anche le modalità di acquisto delle bottiglie è un dato di fatto. Secondo la ricerca di Sommelier Wine Box, il 50% degli intervistati ha modificato il modo di comprare e ha iniziato a farlo anche online aumentando anche la quantità dei proprio acquisti. Interessante il dato secondo cui non c’è differenza percentuale tra uomini e donne: il 28% di entrambi ha scelto il web. E restando sul genere se parliamo di over 40, sono le donne le acquirenti maggiori che, anche dopo il duro lockdown, hanno mantenuto questa nuova abitudine.

Andando a spulciare sui singoli canali l’e-commerce dei wine club online è quello che ha conquistato di più (46,8%), mentre solo il 14% ha scelto la spesa online. Un dato che, a nostro parere, testimoni come comprare vino abbia sempre a che fare con la fiducia, e poterlo fare riferendosi direttamente ai produttori, è un plus che piace. Come nel nostro business, insomma, l’intermediazione nell’acquisto è un elemento parrebbe ormai destinato a tramontare.  Sapere a chi rivolgersi è importante per i consumatori. Forse in parte perché sono sempre più consapevoli, e in seconda battuta (di certo non per importanza), perché affidarsi a chi ne sa trasmette quell’idea di sicurezza di qualità che fa bene a tutto il settore.

 

Due ‘particolari’ evidenze…

Una particolarità emersa dall’indagine è che tra coloro che tendevano a consumare vino presso le cantine si concentra la maggior parte di quelli che hanno iniziato a comprare online e hanno continuato a farlo perché soddisfatti: parliamo del 33% rispetto al 22% di media. Dall’altra parte chi ha assegnato un rating più alto al consumo di vino durante eventi enologici in presenza, ha una percentuale molto più alta della media di utilizzo del canale di acquisto vino online già prima del lockdown (58% contro il 41% di media)

 

Acquistare online soddisfa? Sì. E’ così per la gran parte dei consumatori. E brindare in community si è rivelato un successo…gli addetti ai lavori non lo dimentichino!

Sommelier wine box ha cercato di dare una risposta anche al se il cambio di scelte per il consumo del vino, abbia avuto un impatto positivo sui consumatori. Sul se, insomma, sono rimasti o meno soddisfatti. Ed ecco che il digitale ha dato la possibilità di soddisfare maggiori curiosità, di scoprire cantine di cui, magari, fino al giorno prima non si era sentito parlare. Altrettanto importante il fatto che si sia scoperto di poter acquistare a prezzi vantaggiosi, con la garanzia della massima qualità.

Le persone, è emerso, non cercano ‘l’offerta’ ma il vantaggio. Un vantaggio che abbia una ricaduta positiva nella degustazione del proprio calice. Potremmo sintetizzarla così. Ecco che allora si spiega anche il successo delle degustazioni online e ribadisce quanto, oggi più che mai, sia importante esserci sul mercato del web. E riteniamo che ancor più lo sia in vista della ripresa dell’Horeca per i produttori. Ed è a loro che, da anni, offriamo i nostri servizi proprio per trovare maggior spazio nelle varie realtà del mercato esistenti

La ricerca ha  fatto emergere che la cena è stata l’occasione di maggior consumo, seguita dagli aperitivi virtuali. Essere comunità, online, ha avuto il suo peso e ha permesso di vivere con meno difficoltà isolamento e distanziamento. La convivialità, quindi, si è reinventata e lo ha fatto con successo.

Le videoconferenze e lo streaming rappresentano quindi una grande opportunità per il settore.

In conclusione ci sembra di capire che il digitale è ormai quotidianità. Ed è la giusta abitudine che dobbiamo mantenere anche quando finalmente torneremo a brindare…nel mondo reale!

 

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