C'è chi si rinchiuderà in casa, chi non vorrà uscire finché non potrà andare ad Ibiza, ma anche chi ha voglia di normalità. E sono loro quelli che daranno manforte al mercato del vino. Parola di Wine Intelligence

E se i consumi di vino del lockdown influenzassero i consumi di vino post lockdown? Stando alla ricerca di Wine Intelligence le cose andranno proprio così. Ecco perché sapere che genere di consumatori si sono “generati” durante il periodo di stop forzato, potrebbe essere un buon modo per proiettarsi verso il futuro.

 Le reazioni al Coronavirus sono state tante e la paura di certo ha fatto la sua parte, ma non per tutti ci saranno cambiamenti. Anzi c’è chi voglia di tornare a gustarsi un buon vino a tavola ce l’ha eccome e per farlo in sicurezza noi abbiamo cercato di fare la nostra parte mettendo a disposizione dei ristoratori gratuitamente la nostra Carta dei Vini.

Interessante, quindi, capire come sono stati influenzati i gusti di chi, del vino, non ha saputo fare a meno neanche tra le mura di casa. Di una cosa Lulie Halstead, co-founder and Ceo Wine Intelligence è certo: “coloro che sono disposti a impegnarsi di nuovo e quelli che non lo sono, influenzeranno l’economia del settore dell’ospitalità per qualche tempo”.

Va detto che la ricerca è circoscritta alla Gran Bretagna, ma in fondo, amare il vino non è un valore universale?

 

Consumi di vino: quando la pandemia fa così paura che restare a casa sembra la soluzione migliore…sì, qualche cattiva notizia c’è!

Partiamo dalle cattive notizie. Sì perché quelle di certo non possono mancare. Due le categorie di cui preoccuparsi: gli “halter“‘ e i “reducers“. Chi sono? Quelli che della pandemia oseremmo dire hanno fatto quasi una patologia. Insomma prima di vederli tornare in giro di tempo ce ne vorrà e non sono neanche pochi: per Halstead sono il complessivamente circa il 30% Per loro di certo le attività ricreative, compreso un bicchiere di vino, non sono tra le priorità.

 

Halter

Entrando più nel dettagli gli “halter” rappresentano il 18% dei bevitori normali del Regno Unito. Bevitori abituali insomma che generalmente hanno tra i 25 e i 54 anni e vivono a Londra. Dei veri metropolitani insomma che, prima del lockdown, erano soliti organizzare le loro giornate nel dettaglio: dagli incontri con gli amici, alle cene al ristorante, fino alle lezioni in palestra e la partecipazione ad eventi di teatro o serate al cinema. Per loro il post lockdown pare che si tradurrà in un arresto delle attività sociali ed esistenziali con una netta riduzione della tanto amata pianificazione. Diciamo che per questa categoria di nuovi bevitori il caos è attualmente ingestibile.

 

Reducers

Leggermente diversi i “reducers” che rappresentano il 10% dei normali bevitori del Regno unito. Se i primi amavano spendere per il vino (cosa che almeno online si spera continueranno a fare), i secondi tendono a comprare vini a basso prezzo. Insomma: sono meno impegnativi. Anche perché hanno un reddito pro capite non altissimo e sono della Generazione Z, cioè nati tra la fine degli anni ’90 e i primi anni 2000: sono giovani…anzi giovanissimi!

Per loro la ripresa della vita sociale appare molto complicata. Da giovani quali sono, infatti, per loro uscita è concerto, festival, feste e vacanza all’estero. Tutte cose al momento impossibile che si prevede potrebbe mandare in blocco ogni loro attività sociale. Ci sentiamo più ottimisti: ai giovani noi concediamo il beneficio del dubbio, non fosse altro per le immense risorse (anche in termini di energia) di cui sono dotati!.

 

Consumi di vino: chi salverà il mondo dell’enologia? Edonisti, ma soprattutto moderati quelli che ci hanno fatto capire quanto conta la parola ‘normalità’

Quindi chi ci salverà? Gli edonisti e i moderati, o se preferiti “edonists” e “moderaters”. E sono le due categorie in cui, lo ammettiamo, ci riconosciamo di più.

 

Edonist

Chi sono gli edonisti in questa classifica? Quelli per cui il vino è una parte piacevole della propria vita. Ed è ancora più bello sapere che sono i Millennials a rappresentare questa categoria. Quelli cioè con un’età tra i 25 e i 34 anni. Questo vuol dire che il futuro è carico di speranza. Loro sono quelli che prima del lockdown uscivano a fare serata con gli amici, partecipavano a feste ed eventi sportivi. Cosa vogliono fare ora? Esattamente la stessa cosa, ma in modo…esponenziale!

 

Moderaters

Questa è la categoria che Halsteads apprezza di più e sì, lo ammettiamo, anche noi. Sono la fetta maggiore dei bevitori del Regno Unito (56%) e sono i più “universali” di tutti. Sono i boomers e i seniors, quelli per cui il vino è vero e proprio stile di vita. Non sono tipi da grandi feste, ma sono tipi da ristorante, da bar. Da pochi a mici e un buon calice.

Loro il lockdown non lo hanno sofferto tanto, ma lo hanno vissuto con la voglia di ritrovare normalità. Una parola che non eravamo abituati a cogliere nel senso più profondo del suo significato prima di questa epidemia. Loro al bar ci torneranno. Torneranno nei ristoranti e andranno anche in vacanza e lo faranno senza frenesie, ma con la voglia di godersi la vita.

Chi sono i moderaters? Sono la certezza del mercato. Lo zoccolo duro del settore vino. Sono “quelli di mezza età”, come ama definirle il Ceo Founder Wine Intelligence. Quelli che creano un “modello di acquisto regolare”. Ecco sono loro quelli da coccolare.

Insomma, la ricerca ci dice che dopo il lockdown ci saranno persone che si barricheranno in casa, persone che non usciranno se non sapranno di poter andare a scatenarsi e persone che, invece, hanno semplicemente voglia di godersi i piaceri della vita. Prendiamo tutti esempio da quest’ultima categoria!