Secondo il Rapporto sul vino 2020 della Silicon Valley Bank ripreso da Vine Pair, i formati da 375 ml potrebbero conquistare una bella fetta di mercato. Costano meno, garantiscono qualità e non si rischia di buttarne la metà. Sarà così?

La pandemia è ancora in corso, il futuro è incerto, e se le ristrettezze con cui si fanno i conti sono fisiche ed economiche, a “restringersi” a quanto pare saranno anche i formati delle bottiglie di vino. E’ quanto emerge dal Rapporto sul vino 2020 della Silicon Valley Bank. Uno degli aspetti del Rapporto ripreso anche da VinePair, una delle riviste più importanti del settore.

Insomma, se è vero che le vendite e il consumo di vino, nonostante tutto, negli Usa sono aumentate, ed è altrettanto vero che il formato standard da 750 ml, a prendere piede sono sempre più le bottiglie da 375 ml e un motivo, oggettivamente, c’è.

 

Le bottiglie di vino da 750 ml restano un must, ma i formati più piccoli da timidi comprimari potrebbero ritagliarsi un ruolo da protagonisti nel mondo del vino

Una tendenza cui strizzare l’occhio anche per le aziende italiane quella che emerge dal Rapporto sul vino 2020 della Silicon Valley Bank visto che, quello degli Usa, resta uno dei mercati più floridi per il nostro nettare di Bacco. Negli States, infatti, il vino italiano nel 2020, nonostante la pandemia, ha tenuto bene vendendo su questo mercato il 30% del proprio export a valore (1,7 miliardi di euro).

Se dunque è vero che il problema ristorazione, il settore che sta pagando il prezzo più alto della pandemia con il vino, che in questo vede un veicolo fondamentale trovandosi quindi a fare i conti con nuovi modelli e nuovi scenari, è pur vero che, i dati lo confermano, un calice di vino è qualcosa a cui nessuno ha voluto rinunciare. E così se le vendite online sono esplose, ad esplodere sono anche i formati più piccoli che consentono di concedersi calici diversi, senza doversi preoccupare di lasciare un vino che non lo merita a marcire in frigo perdendo, magari, tutte le sue splendide proprietà.

A questo si aggiungano le inevitabili contrazioni nella spesa tra perdite di lavoro e cassa integrazione. Se dunque per la qualità, è un dato di fatto, si è oggi disposti a spendere di più, la politica dello “spreco” non è che conquisti granché in tempo di pandemia. E questo non può che essere un dato positivo che andrebbe mantenuto anche quando, finalmente, potremo salutare questo periodo nefasto. Quello dello spreco alimentare è un problema enorme, se la pandemia ci aiuta a prenderne consapevolezza, ben venga!

 

Le degustazioni virtuali negli Usa confermano: le bottiglie di vino da 375 ml sono una valida alternativa. Costano meno e non rischiano di ‘rovinarsi’

 

Sono tanti gli aspetti che fanno pensare che i nuovi formati, più piccoli, possano conquistare spazi sempre più ampi nelle scelte dei consumatori. Lo ricorda anche Vinepair: in una famiglia si possono avere gusti diversi e la possibilità di soddisfarli tutti non può che stuzzicare. E poi, come si accennava, soprattutto per le bollicine l’idea di lasciar “morire” una bottiglia in frigo quasi spezza il cuore. E se ci piacesse variare? Bere meno ma bene? Cosa quest’ultima ormai certa visto che i consumatori, soprattutto i più giovani dei quali, proprio in relazione al mercato Usa, abbiamo parlato di recente, all’aspetto “salute” sono sempre più attenti.

Beh alla luce di tutto ciò inutile negare che le bottiglie di vino di piccolo formato sono una valida alternativa guarda caso, sottolinea proprio il Rapporto sul vino 2020 della Silicon Valley Bank, sui giovani che consumano meno alcol dei loro nonni e genitori e che hanno budget più ridotti per esplorare il magico mondo dell’enologia.

Certo, è una prospettiva perché allo stato attuale questi formati si sono si e no affacciati sul mercato. Eppure, come conferma a VinePair un produttore della Napa Valley, Marcus Marquez, la tendenza sta cambiando e per la sua cantina, la Brasswood Estate, l’esperienza lo ha dimostrato. “Abbiamo visto un aumento delle degustazioni virtuali una volta che abbiamo iniziato a offrire mezze bottiglie”, ha raccontato. Cosa che, spiega, lo ha spinto ad aumentarne la produzione nell’anno appena iniziato.

 

Le bollicine

Sappiamo che, nonostante siano un mercato consolidato, proprio quello delle bollicine ha sofferto moltissimo la pandemia. La domanda è: anche per loro il piccolo formato potrebbe essere una nuova soluzione? Secondo Blaine Ashley, fondatrice della New York Champagne Week e The Fizz is Female, sì. “Viva i piccoli formati”, afferma sulle righe dell’articolo firmato da Julia Conely. E anche lei spiega come la tendenza sia stata confermata dagli eventi virtuali. Gli unici, ad oggi, possibili. Ne ha organizzati ben 43 su Zoom: “le bottiglie da 375 ml sono state un’opzione ideale per mantenere la salute e l’equilibrio pur deliziando con una vasta gamma di spumanti”.

Insomma possono garantire la qualità del prodotto, costano meno e non vanno sprecate. Questi i pregi di questo nuovo formato che, se non siamo certi possa conquistare il mercato nostrano, quello americano lo sta conquistando già.