Sono la novità del momento che strizza l'occhio alla sostenibilità. Ma se il vetro ha i suoi problemi, gli interrogativi anche su di loro non mancano. Una verità assoluta non c'è, ma certo è che la tutela dell'ambiente è una priorità e ogni dibattito sul tema è un bene, anche per il mondo del vino

Bottiglie in semi di lino all’insegna della sostenibilità. Sono l’ultima novità, ma tra pro e contro di quella che mira a diventare ben più di una tendenza, aprono il dibattito. I costi sono maggiori e chi le produce sostiene che il vetro tanto ecologico non è. Eppure chi invece del vetro è produttore, afferma da sempre esattamente il contrario.

Non sta a noi dare la risposta, ammesso che una risposta chiara e definitiva si possa dare quando dietro i dati ci sono anche storia, storie ed opinioni, ma certo è che in un momento storico in cui il bisogno di tutelare l’ambiente è diventata un’impellenza e il nuovo punto di partenza di tutte le tipologie di aziende che affrontano i mercati nazionali e internazionali, avere altre possibilità un male non lo è mai. E allora scopriamo cosa sono queste nuove bottiglie in semi di lino, perché chi le produce le definisce il futuro, ma anche perché il loro futuro presenta criticità.

 

Bottiglie di semi di lino vs. Bottiglie in vetro in nome della sostenibilità: un dibattito agli albori, ma che va portato avanti e approfondito.

Ph: Credit Green Gen Technologies

Le nuove bottiglie di vino sono diventate una vera e propria notizia che ha interessato stampa nazionale e internazionale. Tra i tanti articoli pubblicati, molto interessante è stato l’approfondimento proposto da Vine Pair che è partito da un assunto importante: quando compriamo vino l’ultima domanda che ci facciamo è se il contenitore è sostenibile, a differenza di quanto sempre più facciamo per il prodotto.

E che il tema non sia ancora così “vicino” ai consumatori, aggiungiamo noi, lo hanno confermato alcuni importanti designer del settore vino che ne hanno parlato con l’enologo e scrittore Paul Le Lacheur (argomento riportato da Winetitles Media). Se da una parte, hanno riferito, la tipologia della bottiglia (in vetro sia chiaro), influisce molto sulla percezione della qualità del nettare di bacco, meno interessante sarebbe l’aspetto inquinante della stessa sia per chi lo beve che per chi lo fa il vino. Questo nonostante il fatto, ha dichiarato il designer Serg Jeloscek, il tema in realtà sia piuttosto importante.

 

Le criticità del vetro

Certo è che, ad oggi, il vetro resta il must. Parlando degli States, Vine Pair ha infatti riferito come ben 27,5 miliardi di bottiglie qui siano prodotte in vetro: l’80% destinate proprio alle bevande. Tuttavia, sebbene più ecologiche della plastica, anche il vetro i suoi problemi, si legge, li ha. E’ infatti composto al 100% di sabbia silicea. Elemento che arriva dal fondo degli oceani e dei fiumi. In più ha un alto contenuto di biossido di silicio. Essendo però un materiale che si usa per tantissime cose, incluso cemento e bicchieri, con la crescita della popolazione mondiale, si rischia di esaurire la risorsa. Se ne prevede la carenza tra due e quattro decenni. Altro problema la quantità di energia utile a produrlo il vetro con gli impianti che funzionano h24 e 7 giorni su 7, rilasciando una quantità di carbonio eccessiva.

Detto ciò, negli Usa le bottiglie di vino hanno rappresentato l’8% di tutti gli imballaggi in vetro nel 2017 con il 42% che viaggia in tutto il mondo. A questo punto qualcuno dirà: sì ma il vetro è riciclabile. E’ così è. Secondo però James de Roany, Ceo e presidente di Green Gen Technolgies che le bottiglie di lino le ha lanciate, ad essere riciclato è il 70% del vetro delle bottiglie che, comunque, deve essere fuso nuovamente per poter essere riutilizzato. Questo, leggiamo su Vine Pair, si tradurrebbe quindi in un ulteriore uso di energie e dispersione di carbonio, senza contare che per il riutilizzo va aggiunto un altro 30% di sabbia di silicio. Di qui la sua idea.

 

I pro e i contri di un’innovazione che, di certo, all’ambiente fa bene. Non è però tutto così semplice…

Le bottiglie in semi di lino realizzate dalla Green Gen Technologies sono realizzate con fili ricavati dalla materia, intrecciati in tessuto e cotti a basse temperature con bioresina. Il prodotto è leggero e resistente, può essere trasportato facilmente e a un costo inferiore senza contare che produce meno emissioni di carbonio. E fin qui, tutto bene. Altro dato positivo il minor consumo di energia: 10 volte in meno rispetto al vetro. E poi la biodegradabilità. Secondo quanto riferito da Roany se tenute in un posto caldo si degradano nel terreno nel giro di due tre anni. Se invece le bottiglie in semi di lino sono tenute al fresco, in un luogo asciutto, allora possono durare (con il vino dentro) fino a 10 anni! Ed ecco il primo problema

 

Le criticità delle bottiglie sostenibili

Quale? Beh non possono di certo andar bene per i grandi vini che invecchiano anche decenni. Il vetro ci mette 4mila anni a decomporsi per cui è difficile pensare che chi produce quei vini eccezionali possa scegliere questo packaging, sebbene la vita sia fatta per essere smentita.

Altro problema: il costo. E’ dalle sei e le otto volte più alto rispetto alle classiche bottiglie in vetro. Ergo questo packaging è per pochi…quelli che l’investimento possono permetterselo con la certezza di avere poi un ritorno ancora maggiore. Roany da parte sua fa sapere che ha già trovato grandissimi clienti, sebbene per ragioni legali non abbia potuto rivelare quali. Centinaia, anzi migliaia le richiesta, assicura.

E gli si può credere se, come ben ricorda Vine Pair, un brand come Bacardi (che non ha a che fare con il vino però) ha fatto sapere che entro il 2023 lancerà una bottiglia fatta di  semi di palma, colza e soia capace di degradarsi in 18 mesi. Non solo: ha anche annunciato che sostituirà con bottiglie a base vegetale tutti i suoi 200 marchi che oggi viaggiano in plastica. Gli esempi sono tanti. Per il vino però, ci pare di capire, è tutto più complesso. A cominciare da quella durevolezza del prodotto ancor prima che del suo contenitore.

 

Sostenibilità sì, ma c’è un ‘prezzo’ da pagare

Altra domanda che ci si pone e la cui risposta è ovvia è questa: la bottiglia di semi di lino è certamente più sostenibile, potrebbe essere perfetta per i vini “giovani”, ma se costano così tanto di più, quanto andranno a pesare sul portafogli dei consumatori? Abbastanza. La sostenibilità, insomma, ha anche un suo prezzo che, di certo, viene ripagata dall’impatto ambientale più contenuto e di conseguenza la maggior tutela dello stesso. Ma sta di fatto che no, non tutti potrebbero permettersela entrando in un’enoteca. Insomma, il dibattito è aperto.

Una domanda a noi però resta senza risposta e ci piacerebbe saperne di più: in una bottiglia non di vetro la qualità del prodotto resta immutata? Siamo certi sia così, ma sarebbe bello averne conferma.

Mentre chi ha la preparazione giusta dice la sua, noi, a questo punto, ci concediamo un calice. No, di che materiale non ce lo chiedete o dovremmo attaccarci alla botte!