E' nata la Sustainable Wine Roundtable: 49 organizzazioni, inclusa l'italianissima Equalitas, insieme per creare una nuova coscienza ecologica che aiuti a contrastare i cambiamenti climatici trasformando tutti i protagonisti della filiera in promotori di azioni concrete per la realizzazione di uno standard di sostenibilità globale del settore

Non saranno cavalieri dall’armatura scintillante, e neanche custodi del Sacro Graal, ma la tavola rotonda attorno a cui siedono 49 organizzazioni di tutto il mondo ha un obiettivo nobile: combattere i cambiamenti climatici promuovendo la sostenibilità nel mondo del vino.

Si chiama Sustainable Wine Roundtable e tra coloro che siederanno attorno a questo tavolo di “cavalieri” che combattono per lasciarci un pianeta migliore ponendosi come ambizioso obiettivo quello di definire un unico standard di sostenibilità globale per il settore, c’è anche un po’ di Italia. Tra i fondatori, infatti, c’è Equalitas, la società italiana controllata da Federdoc che ha sviluppato un protocollo di certificazione della sostenibilità della filiera, basato sulle più innovativi acquisizioni scientifiche e metodologiche.

 

La tavola rotonda della sostenibilità è internazionale e punta ad obiettivi ambiziosi, ma raggiungibili: serve una nuova coscienza e non c’è più tempo da perdere

La tavola rotonda della sostenibilità del vino ha già un acronimo, Swr, e la sua sede sarà nel Regno unito. A farne parte una coalizione di marchi leader del settore, piccoli produttori, distributori, rivenditori e organizzazioni ambientali che vogliono dare, insieme, un’accelerata al processo di sostenibilità che interessa già da tempo il settore, ma che ora più che mai, come ha dimostrato l’emergenza pandemica, non è più rinviabile.

La Sustainable Roundtable si baserà dunque sulle certificazioni di sostenibilità regionali per sviluppare un consenso sul significato profondo di una parola che, come spesso accade, è ormai usata così tanto da correre il rischio di perdere la forza del suo valore.

“Ci sono molti programmi e progetti innovativi per rendere i vigneti e le cantine più rispettose dell’ambiente e socialmente giusti. Il nostro obiettivo è riunirli per generare la chiarezza, la coesione e la collaborazione necessario affinché il settore possa affermarsi come leader sulla scena mondiale della sostenibilità, ha affermato Richard Bampfield MW, nominato presidente della nuova grande organizzazione.

Ci capita spesso di raccontare di iniziative lodevoli portate avanti dalle singole aziende, o dal settore Ho.re.ca., ma sapere che ora, dietro di loro, ci sarà una realtà ben strutturata fa ben sperare sul fatto che non restino esempi bellissimi, ma “isolati”. Creare un unicum per affrontare i problemi causati dai cambiamenti climatici è, oggettivamente, qualcosa di cui si sentiva il bisogno purché si traduca in azioni concrete.

 

I ‘cavalieri’ della tavola rotonda della sostenibilità devono essere protagonisti, con azioni concrete che promuovano l’ecologia come principio etico e sociale!

Chi fa parte di questa nuova realtà, dunque, dovrà lavorare per aumentare la consapevolezza e dunque creare una coscienza collettiva all’interno del settore (e non solo) sul valore della sostenibilità. E dovrà farlo sviluppando idee e azioni efficaci. Cosa sta accadendo è sotto gli occhi di tutti. Dalla siccità, alle inondazioni, fino all’aumento delle temperature, le gelate improvvise, gli incendi, ma anche il bisogno di una maggiore equità all’interno del settore in riferimento ai lavoratori, i problemi sono evidenti.

L’Italia non è stata di certo graziata. Le gelate hanno danneggiato alcuni territori e il caldo ha fatto anche peggio bruciando il 9% della vendemmia, seppur regalandoci un’annata di grande qualità.

Tra i novelli “cavalieri” che combattono il climate change c’è anche la seconda azienda vinicola del Sudafrica convertitasi ad energia solare. E’ la Journey’s End Vineyards. Robb Gabb, come leggiamo su The Drink Business, ha dichiarato: “unirsi come gruppo con l’obiettivo di definire cosa significa sostenibilità per l’industria del vino, in teoria e in pratica, rappresenta un passo importante verso la salvaguardia del futuro della produzione e del consumo del vino a livello globale. Siamo orgogliosi di essere membri fondatori di questa collaborazione altamente progressista”.

 

Il lavoro della Swr sarà una sorta di guida alle buone prassi. Un lavoro indipendente che punti alla rigenerazione degli ecosistemi e protegga i diritti umani!

Un lavoro non fine a se stesso ovviamente quello della Swr. Quanto si farà e quanto si rivelerà, diventerà una vera e propria guida su come portare i vigenti e le aziende sulla strada giusta. Aiuterà quindi i rivenditori e i consumatori ad interagire e comprendere i marchi di qualità ecologica e le certificazioni.

Insomma, come detto, un processo di consapevolezza tout court che va dalla vigna alla cantina, passando per i rivenditori e arrivando fino ai winelover.

E’ l’organizzazione stessa a definirsi. La nuova tavola rotonda, infatti, “rappresenta un tavolo di lavoro internazionale, indipendente, senza scopro di lucro e che coinvolge i principali stakeholder del settore, al fine di supportare la comunità dei produttori nella creazione di un mercato in cui il vino di alta qualità venga prodotto, scambiato e consumato in modi che conservino e rigenerino gli ecosistemi, proteggano i diritti umani, favoriscano l’uguaglianza e l’inclusione e generino prosperità, orgoglio e passione per l’eccellenza”.

Insomma un vero sguardo a tutto i significati di una parola apparentemente semplice come sostenibilità che, invece, investe ogni ambito del vivere comune, ovvero tutti gli aspetti della società. E’ una questione etica!

 

L’Italia ha il suo ‘cavaliere’ della sostenibilità: è Equalitas, società controllata da Federdoc

Alla luce di questo non è difficile capire l’importanza di avere anche una voce Italiana nella SWR: quella di Equalitas. La società, come anticipato, ha sviluppato un protocollo di certificazione della sostenibilità della filiera innovativo e studiato su misura per le aziende con tanto di riconoscimento internazionale. Riconosce infatti sia la dimensione ambientale che socioeconomica e punta su alcuni valori etici fondamentali.

A commentarla è stato il presidente di Equalitas e Federdoc, Riccardo Ricci Curbastro. “E’ un’iniziativa necessaria per evitare duplicazioni nelle certificazioni internazionali per le aziende vinicole, alla quale vogliamo contribuire per favorire una maggiore armonizzazione dei protocolli di sostenibilità su scala internazionale, semplificando gli oneri amministrativi delle nostre imprese esportatrici”.

Una notizia, quella della nascita di questa nuova tavola rotonda della sostenibilità, che arriva proprio a pochi giorni dalla presentazione dell’indagine condotta dalla società Luci sul Lavoro presentata a Montepulciano.

 

L’indagine Equalitas sul sentiment del futuro del settore vino: il 2021, per le aziende, sarà un anno di ripresa

L’indagine ha coinvolto il 20% delle aziende del comparto ed è stata condotta tra la primavera e l’estate 2021 andando anche ad analizzare come queste, a fronte di quasi due anni di pandemia, vedono il futuro. Ne è emerso un cauto ottimismo dato che, numeri alla mano, se da una parte i fatturati hanno visto crolli a due cifre nei casi peggiori, ad essere stata tutelata è stata l’occupazione stagionale (il calo è stato solo del 3%). Il 70% delle aziende, insomma, pensa che il 2021 sarà un anno di crescita che potrà raggiungere anche un +20%.

La presentazione dell’indagine è stata anche l’occasione per lanciare il nuovo progetto di Equalitas: la nascita di un tavolo permanente sul tema vino-lavoro che spazia dal welfare alla parità di genere.

“Alla base di tutto – ha dichiarato quindi durante la presentazione il vicepresidente della società Michele Manelli -, c’è la visione di un’impresa che non si accontenta di mostrarsi in regola con le leggi sul lavoro lungo tutta la propria filiera produttiva. Ma vuole dimostrare a tutti e in primis proprio al consumatore, grazie allo strumento del marchio collettivo certificato, come si possa coniugare crescita della produttività ed al contempo della qualità del lavoro in senso lato. Idealmente si può dire – ha aggiunto – che grazie al consumo di questa bottiglia ideale di vino che vogliamo realizzare si può contribuire ad una società sempre migliore”.

Sapere che in Italia questi sono i progetti e che ora, a condividerli, c’è una comunità internazionale, non può che far ben sperare per un futuro sostenibile…a 360 gradi!

 

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