Cantine Aperte, ma soprattutto, Vigneti Aperti. Si ricomincia all'insegna della natura, la sicurezza e l'esperenzialità. Per il settore dell'enoturismo e l'enogastronomia in generale è un momento d'oro

Winelovers di tutto il mondo armatevi: i viaggi del vino ci attendono! Il settore dell’enoturismo è pronto a ripartire forte anche di quanto emerso dall’ultimo Rapporto sul Turismo enogastronomico italiano, il quarto, di Roberta Garibaldi da cui è emerso che se il Covid ci ha tolto la possibilità di vivere molte esperienze, ha fatto aumentare del 10% i viaggiatori che hanno deciso di partire proprio per godere di una vacanza enogastronomica.

Pronto a ripartire anche il Movimento Turismo del Vino quindi. Che ci dà già i due primi appuntamenti: Cantine Aperte e Vigneti Aperti 2021. Queste le parole d’ordine per l’anno in corso: sicurezza, rispetto per l’ambiente, riscoperta dei territori e coinvolgimento. Novità: il “diritto di replica” per cui oltre al classico weekend di fine maggio, nelle Regione non ancora gialle e per chi vorrà fare il bis, si potranno accogliere i winelovers anche il 19 e il 20 giugno.

 

Con il Movimento Turismo del Vino presto i viaggi del vino raddoppieranno… non si va solo in cantina, ma anche all’aperto per godersi la meraviglia dei vigneti

Diciamolo, il Movimento Turismo del Vino non ci ha lasciati soli neanche nel 2020 permettendoci di compiere i nostri viaggi del vino in modo virtuale. Ma la convivialità è mancata, come ha ben sottolineato nei giorni scorsi il presidente Nicola D’Auria. Il 29-30 maggio si torna quindi a godere della bellezza dei vigneti, dell’eccellenza dei calici e, sottolineiamolo, dell’offerta che deve avere oggi più che mai quella marcia in più capace di conquistare.

Certo è che per Cantine Aperti e Vigneti Aperti 2021 ci si potrà spostare per piccoli gruppi per il rispetto delle norme anti-Covid, ma anche per tener fede ai valori fondanti del Movimento: rispetto per l’ambiente, riscoperta dei territori e delle tradizioni, empatia e coinvolgimento.

Tante le possibilità: dai pic nic tra le vigne e i pranzi tra i filari. “Abbiamo riscoperto alcuni valori che erano andati parzialmente perduti – ha sottolineato D’Auria –, come il piacere di vivere all’aria aperta o quello di condividere un piatto o un calice di vino con gli altri”. Parlando della nuova iniziativa, “Vigneti Aperti”, D’Auria ha parlato non di uno spin-off di Cantine Aperte, ma di un’iniziativa che non nasce solo per rispondere alle esigenze sanitarie: nasce soprattutto dalla voglia di rispondere a chi, sempre più, vuole ritrovare il contatto con un Paese unico come l’Italia. Non solo, ha aggiunto: “vuole rispondere a quel desiderio crescente di autenticità che il consumatore manifesta nei confronti del prodotto. Portarlo nel vigneto, descriver le fasi della coltivazione della vite, far vivere un’esperienza a diretto contatto con il lavoro del viticoltore, è certamente un modo per soddisfare questo bisogno diffuso”. I programmi per regione e singola cantina saranno consultabili sulla nuova vetrina dell’associazione www.movimentoturismovinolive.it. Su questo, come ogni anno… vi terremo aggiornati!

 

I viaggi del vino ripartono sì, ma care aziende siete pronte a soddisfare clienti sempre più esigenti? Le priorità ormai sono cambiate

Si riparte dunque. Tornano i viaggi del vino. E con una consapevolezza in più: il piacere enogastronomico è sempre più in cima alla lista di chi vuole godersi qualche giorno lontano dalla stressante routine. Attenzione però, perché, come emerge dal quarto Rapporto sul turismo enogastronomico italiano, i viaggiatori sono sempre più consapevoli, attivi, esigenti, innovativi, attenti alla sicurezza e alla sostenibilità. E parliamo di un Rapporto che, quest’anno, il focus lo ha fatto proprio sulla “domanda italiana” dato che la pandemia ci ha fatto anche riscoprire i viaggi di prossimità.

Andando nel dettaglio il dato che colpisce di più è quello accennato all’inizio: nel 2021, il 71% dei turisti sceglie mete enogastronomiche, ergo anche i viaggi del vino. Nel 2019 era il 59%. Una vera impennata. Non solo. Molti sono anche quelli che questi viaggi del gusto se li godranno nella propria regione: il 33%. Il 32% si muoverà sul territorio nazionale e solo il 19% sceglierà l’estero.

 

Ecco cosa cercano gli enoturisti e i turisti enogastronomici per la stagione 2021 (e non solo)

Cosa si cerca di più? Ovviamente la vita all’aperto, il contatto con la natura e novità nelle esperienze wine&food. Cosa che interessa il 62% dei viaggiatori. Insomma non solo visite in cantina, ma anche esperienze all’aperto siano esse sportive o più culturali. Purché si faccia qualcosa di diverso, si veda ciò che non si è mai visto, si impari ciò che non si è mai saputo. Di certo non è solo un effetto della pandemia, ma la sicurezza è diventato un valore irrinunciabile: per il 76% il tracciamento è fondamentale.

Dove si vuole andare? Soprattutto verso il mare, complice la bella stagione, cui va il 53% delle preferenze. Seguono le città d’arte e la montagna.

Le Regioni più ambite per un viaggio del vino e non solo? Su tutte c’è la Sicilia. Seguono Emilia Romagna, Campania, Puglia e Toscana. Tra le città Napoli guida la classifica. Ci sono poi Bologna, Palermo, Firenze e Roma.

 

Viaggi del vino… l’effetto ‘positivo’ della pandemia? Gli italiani, finalmente, scoprono tutto il bello dell’Italia!

Così la stessa Garibaldi nel Rapporto: “la crescita del fenomeno enogastronomico è costante. Se nel 2016 soltanto il 21% degli intervistati aveva svolto almeno un viaggio con principale motivazione legata a quest’ambito nei tre anni precedenti, per poi salire al 30% del 2018, e al 45% del 2019, con l’analisi 2021 la percentuale è cresciuta fino al 55%”. L’impatto della crisi, lo dice lei stessa, ha fatto ovviamente diminuire la fruibilità mediamente del 27% rispetto al 2019. Stessa cosa sul potere di spesa: il 31% ha dichiarato di avere meno budget rispetto al 2019; il 27% di averne di più.

Insomma, quel che emerge è che finalmente gli italiani scoprono l’Italia!!! Era ora!!! Gli agriturismi tirano di più (85%). Seguono relais di campagna (59%), ma anche alberghi a tema cibo-vino (56%). C’è poi la nuova tendenza del glamping, che potremmo sintetizzare come il campeggio glamour che interessa il 29% degli intervistati. E chissà che voi non siate nel 32% che vuole farsi una bella vacanza in una casa sull’albero.

Il cibo e il vino, comunque sia, sono sempre più determinanti. E si cercano soprattutto i cibi locali che interessano a ben l’80% dei viaggiatori. Quando? A colazione innanzitutto!

 

Per i viaggi del vino la parola d’ordine è esperenzialità, ma che sia partecipativa! Ascoltare solo… non piace proprio più!

L’abbiamo scritta e pronunciata così tante volte la parola esperenzialità che, a volte, ci dimentichiamo cosa significhi. Significa viverla la vacanza. Le visite in cantina ormai sono out. O meglio sono tutte “troppo uguali” per il 60% dei turisti che scelgono un viaggio del vino. Ben il 6% in più rispetto al passato. E poi non c’è reale coinvolgimento. Diciamolo, ascoltare sì, ma sperimentare è meglio. Basta passività care aziende. E’ ora che i vostri ospiti siano protagonisti a casa vostra. Cosa che, ad esempio, molti assicurano in tempo di vendemmia. E rendetevi accessibili ai mezzi sostenibili. Sono sempre di più quelli che vogliono arrivare nella vostra tenuta in bicicletta, mentre scende il numero di coloro che vogliono raggiungervi in automobile.

Non solo. Mostrate, dimostrate e permettete di far sì che si possa toccare con mano quanto voi avete cura del vostro territorio. I winelovers vi sceglieranno e torneranno anche per questo. A dirla tutta, diventeranno anche vostri “affezionati clienti” comprando proprio i prodotti di casa vostra. Ora lo chiamano wellbeing, noi lo abbiamo sempre chiamato benessere. E puntare su quello è un’altra carta vincente.

La prova? Stando al rapporto, il 65% dei turisti vorrebbe frequentare percorsi e workshop nelle aziende con informazioni sul benessere psicofisico. Il 64% praticare sport all’aria aperta. Che sia yoga, trekking tra le vigne, bike o qualsiasi altra cosa… beh organizzatevi! Un altro esempio vincente? Il Forest Bathing, letteralmente il bagno della foresta. Cos’è? Una pratica giapponese diffusasi negli anni ’80 che consente non soltanto nell’abbracciare gli alberi, ma nel vivere un vero e proprio momento di contemplazione in questi spazi aperti.

 

Se la vacanza la prenotiamo ancora al telefono e via mail, per raccontarla servono i social… siate social… tanto tanto social! Anche per il business!

Ultima, ma importantissima cosa. A cambiare sono anche le modalità di accesso all’esperenzialità: la rivoluzione digitale conta sempre di più prima e dopo. Secondo il Rapporto, infatti, se nella scelta di visitare un territorio o un’azienda il passaparola tra amici e conoscenti rimane il must (55%), i social diventano sempre più importanti. Instagram, come c’era da aspettarsi, cresce anche in questo senso e del 4% con Facebook che, pur non crescendo, continua ad essere il social più utilizzato.

Per le modalità di prenotazione le cose invece non cambiano. Su tutto restano telefonate (62%) e mail. Scelte preferite a portali istituzionali o agenzie di viaggio. Ma se parliamo di post-viaggio allora le cose cambiano. Ben il 70% degli intervistati, infatti, è interessato ad acquistare prodotti a domicilio dei luoghi, ergo anche le cantine, che hanno visitato. Non solo, vogliono anche partecipare a degustazioni digitali e, magari, entrare a far parte dei wine club. E non ci dimentichiamo del business. Il 57% degli italiani vede proprio nelle cantine i luoghi perfetti per i meeting aziendali.

Insomma i viaggi del vino riprendono, le opportunità per le aziende sono tantissime. Impariamo a coglierle!

 

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