Proprio il consorzio li ha affissi lanciando una campagna di comunicazione che vuole essere una tutela del brand certamente tra i più (purtroppo) imitati al mondo, ma anche dei consumatori. E intanto arriva il primo rapporto di sostenibilità della Docg e tutelarla appare ancora più importante

Di quanto ci costano le imitazioni nel mondo del vino ne abbiamo parlato spesso e così in Uk il consorzio di tutela avverte “This is not Prosecco”. Questo lo slogan che appare nei manifesti che saranno affissi nel Paese angolasassone dal Consorzio di tutela con protagonista soprattutto la metropolitana di Londra dove se ne contano circa 900. Una denoninazione tra l’altro…sempre più sostenibile”

“This is not Prosecco” non è solo una campagna di tutela del brand, ma anche rivolta ai consumatori

“This is not Prosecco” è una campagna di consapevolezza, un modo in sostanza di dire al consumatore che quello che sta bevendo non è il Prosecco, non è quindi l’unico prodotto che quel nome lo può avere ed è proprio il prodotto d’eccellenza italiano.

Il Sole24Ore, tra i giornali che ha riportato la notizia, ricorda come nel 2020 fosse apparso un sedicente bancomat del Prosecco. Ironizzando si potrebbe dire che sarebbe l’unico prelievo piacevole, ma la verità è che le imitazioni fanno male: fanno male al Made in Italy, fanno male al nostro mondo del vino e fanno male al consumatore che di fatto viene illuso di consumare un prodotto che non è quello che voleva. Indimenticabile in questo senso (ahinoi) la battaglia sul Prosèk.

La campagna in realtà non interessa solo Londra ma tutto il Regno Unito ed è una campagna di comunicazione, ha spiegato il presidente del Consorzio Stefano Zanette, avviata nel 2023. Il Prosecco sia chiaro, può essere venduto solo in bottiglia e basterebbe questo per sapere che tutto il resto…beh… “This is not Prosecco”.

Un’eccellenza italiana che di battaglie deve combatterne davvero tantissime. Tra questa proprio l’uso in Inghilterra della parola “Prosecco” per la vendita di vini frizzanti a Londra.

I numeri del Prosecco

Un prodotto che va tutelato perché è un simbolo, perché è un’eccellenza e perché il suo export fa leva su 85,5 milioni di bottiglie commercializzate tra settembre 2022 e settembre 2023. Anno quest’ultimo che lo ha confermato come prima doc del Paese sia in volume che in valore (oltre 615 milioni di bottiglie).

E se come per tutto il mondo del vino un calo c’è stato visto il conteto internazionale e la crisi economica determinata dall’inflazione, resta che il Prosecco è un prodotto inimitabile e dai grandi numeri. Insomma un ambasciatore del Bel Paese e della sua unicità a tutti gli effetti.

Presentato il primo rapporto di sosenibilità dal Consorzio Docg e i numeri parlano chiaro: tutela dell’ambiente e spazio ai giovani

Quello del Prosecco è anche un mondo sempre più sostenibile come evidenziato dal primo rapporto di sostenibilità pubblicato solo pochi giorni fa e che ora si avvarrà anche del Patto del territorio stretto con 15 sindaci del Conegliano Valdobbiadene con il Consorzio di tutela.  Un rapporto quello pubblicato che mette insieme 209 case spumantistiche, 439 vinificatori e 3mila 300 famiglie.

Tra i dati emersi la diminuzione dell’uso dei prodotti fitosanitari che se usati lo sono in modo controllato, ai sistemi sempre più innovativi per gestire in modo efficace e misurato le vigne. Tanto è il lavoro portato avanti per tutelare il territorio e la biodiversità di un territorio (quello della denominazione) coperto per il 57 per cento da aree boschive il 30 per cento da vigneti, il 9 per cento da altre coltivazioni e con “solo” il 4 per cento di urbanizzazione.

Tanti i progetti messi in campo come il “No Azoto”, ma anche ampio spazio ai giovani. Dal rapporto infatti è emerso come siano proprio ad avere un ruolo operativo, di coordinamento o dirigenziale: negli ultimi cinque anni la crescita è stata del 44,5 per cento. Non solo: nel 2022 circa il 37,3 per cento dei lavoratori impiegati nelle aziende della denominazione aveva meno di 40 anni.

Importante anche il legame con la cultura come avviene ad esempio con il Premio Campiello Giovani che proprio grazie al sostegno del Consorzio di Tutela del Conegliano Valdobbiadene, offre ai finalisti la possibilità di vivere tre giorni sulle colline del Prosecco. Esperienza che poi traducono in racconti che finiscono nella pubblicazione “Trame di Vite”.

Insomma tutelare questo territorio (che è Patrimonio Unesco) è prioritario perché il Prosecco è uno e tutto il resto, ribadiamolo… “This is not Prosecco”.