Alcune storie dal mondo raccontate da Wine Enthusiast dimostrano che è davvero 'la quarta rivoluzione industriale' e che il settore vino deve cogliere questa opportunità

Se ne parla molto, ma si usa ancora poco, eppure il futuro della Blockchain riguarderà anche il settore del vino  e una storia interessante, in questo senso, arriva dall’Australia. A raccontarla è Wine Enthusiast che fa anche il punto sulla percezione che si ha di questa nuova tecnologia dalle molteplici funzionalità e soprattutto, dai molteplici risvolti positivi, a cominciare dalla prevenzione delle frodi, per i protagonisti della filiera enologica.

Una tecnologia, ricordiamolo, che è stata definita “la quarta rivoluzione industriale” e di cui Enolò ha già da tempo annunciato di volersi occupare, come lo stesso Ceo di Enolò Stefano Baldi, ha annunciato in occasione del Vinitaly 2019 quando ha affermato di voler “connettere la blockchain a servizi innovativi fintech per lotti di vino premium certificati e tracciati mediante questa tecnologia”.

 

La Tecnologia Blockchain per prevenire frodi, geolocalizzare i vini e sapere tutto del ‘percorso’ non solo fisico di una bottiglia: dal produttore al consumatore

Secondo i dati dell’ultimo studio Euipo, l’Ufficio dell’Unione Europea per la Proprietà Intellettuale (Euipo) , il fenomeno delle frodi è costato oltre 2,3 miliardi di vendite dirette perdute ogni anno tra il 2013 e il 217, di cui 300 milioni per l’Italia, per un’incidenza superiore a oltre il 5% del business regolare.

E non vi è dubbio che la soluzione viene dal digitale. E se i produttori volessero conoscere con precisione quando e dove vengono gustati i loro vini? Oppure se i consumatori volessero sapere quando ad esempio c’è stata una grandinata in vigna o se le bottiglie che stanno degustando sono state contaminate durante il percorso? Non solo si potrebbe fare, ma si potrebbe anche certificare, proprio grazie al digitale.

A parlarne a Wine Enthusiast è stato Jeffrey Grosset fondatore e proprietario della Grosset Wines. E’ anche co-fondatore di Entrust/Enseal, una società che punta proprio sulla blockchain grazie ad un software che geolocalizza e marca la “nascita” di un prodotto attraverso lo smartphone. Cosa che al momento fanno soprattutto per il vino prodotto dalla loro azienda. Durante l’imbottigliamento le informazioni vengono trasferite elettronicamente al chip Nfc (Near Field Communication) che Enseal inserisce nella capsula. Da quel momento in poi chi volesse è in grado di sapere quando la bottiglia è stata aperta. In sostanza, ha spiegato a Wine Enthusiast, una rapida scansione del tappo con uno smartphone dotato di tecnologia Nfc è in grado di dire a chiunque (distributore, rivenditore, consumatore e così via) se la bottiglia sia stata manomessa.

E’ il momento di fare un passo indietro per comprendere l’importanza del sistema Blockchain. Per semplificare possiamo dire che si tratta di un registro digitale delle transazioni. Per spiegarlo meglio ci affidiamo a Wikipedia. La Tecnologia Blockchain è definita “come un registro digitale le cui voci sono raggruppate in ‘blocchi’, concatenati in ordine cronologico, e la cui integrità è garantita dall’uso della crittografia”. Secondo quanto riferito da Grosset, dunque, con il sistema Enseal da lui stesso creato, si riesce a garantire l’affidabilità di molte informazioni come ad esempio provenienza, autenticità e integrità della bottiglia di vino.

 

La Tecnologia Blockchain è una “sicurezza” a 360 gradi. Il 71% dei consumatori chiede tracciabilità e lei è in grado di garantirla

Una funzionalità a 360 gradi che pone al centro la tutela del prodotto, del produttore, del rivenditore e del consumatore. Per quest’ultimo la certezza di degustare proprio quella bottiglia di vino che magari ha comprato a migliaia di chilometri di distanza e di non essere vittima di alcuna frode.

E che di blockchain ci sia bisogno lo dicono anche i numeri. Secondo un recente studio IMB, infatti, il 71% dei consumatori ritiene la tracciabilità importante e sono anche disposti a pagare di più per i prodotti i cui brand possono garantirla. E’ una questione non solo di garanzia di prodotto, ma ancor prima di reputazione per chi il vino lo produce e chi poi lo rivende.

Altro esempio in questo senso, che ci arriva sempre dall’estero, è quello della società eProvenance. Società che ha lanciato VinAssure, una rete progettata per risolvere i problemi della catena di approvviggionamento del vino utilizzando proprio la tecnologia blockchain IMB e Hyperledger Fabric.

 

Altre funzionalità

Se quella della prevenzioni delle frodi resta l’elemento principale, anche le altre certezze che questa tecnologia può fornire hanno il loro peso. Con la Blockchain, infatti, è possibile, come detto, memorizzare e sedimentare molte informazioni. Questo vuol dire che i produttori hanno la possibilità di fornire una grande quantità di dati ai consumatori. Notizie sulle annate, ad esempio, o sul raccolto o, ancora, su dove e come approvvigionarsi dei vini dell’azienda. Altri dati possono essere ad esempio relative alle condizioni di trasporto, e dunque, ad esempio, sulla temperatura cui è stata trasportata ogni  bottiglia. Insomma, dietro la Blockchain, come si legge su Wine Enthusiast, c’è la riduzione delle frodi, ma anche l’opportunità per valorizzare il proprio marchio.

Un’azienda negli States già usa la tecnologia con questi scopi: è Chateau Ste che ha scelto proprio VinAssure. L’export manager della cantina, Peter Click, ha riferito di voler utilizzare la Blockchain “per misurare la temperatura nel tempo delle nostre spedizioni in tutto il mondo. Questa tecnologia – ha spiegato – riesce a fornire un quadro preciso della temperatura all’interno dei nostri contenitori, da quanto lasciano i magazzini a quando vengono aperti”.

 

Un piccolo problema

Ma se questa tecnologia ha un problema, è nei costi? In sé e per sé la certificazione non è costosa, ma lo è tutto ciò che ci ruota attorno per trasferire il valore aggiunto che deriva da una certificazione fatta dalla Blockchain attavero tante altre infrastrutture informatiche (tag, Rfid, portali, sistemi logistici e molto altro ancora).

La diffusione di questa tecnologia sarà utile anche per la diminuzione dei costi della stessa, garantendone l’accesso anche alle piccole aziende.