Grazie alla cantina Possa il Palmarea è di nuovo nei calici. E l'intenzione è di aumentare la produzione sull'isola patrimonio dell'umanità

Non solo Stromboli, non solo i vini di reliquia: anche a Palmaria torna a splendere un vino dimenticato. L’isola ligure, raggiungibile solo con barche private e, in estate, con i traghetti che la collegano a Porto Venere, è dal 1997 Patrimonio dell’Umanità Unesco.

Bentornato Parmarea! Il bianco dell’isola che guarda Porto Venere torna da grande protagonista ed è simbolo di naturalità

Torna nei calici il Parmarea. Sull’isola esiste solo un vigneto ed era ormai stato abbandonato. Ma grazie alla Cantina Possa di Riomaggiore, la vite è tornata a splendere. Sono 1.200 bottiglie di bianco tornate protagoniste. Recuperato da Heydi Bonaini, il primo e per ora unico mezzo ettaro di terreno, ha dunque permesso di riavviare brillantemente la produzione. Acquistarlo sarà però quasi impossibile. Lo conferma Bonini: “la maggior parte delle bottiglie sono state acquistate al momento dal Grand Hotel Portovenere, ma l’intenzione – annuncia – è di triplicare la produzione allargando il vigneto”.

Un vigneto, va detto, dove tutto procede secondo tecniche naturali così come accade in tutti i vigneti delle Cinque Terre dove la cantina produce 17mila bottiglie tra bianchi, rossi, rosati e Sciacchetrà. Per affrontare il caldo qui non si usa la chimica. Alghe e propoli sono gli ingredienti magici. Le prime utili a far restare idratata la vite, l’altra “ricostituente”, portando alla pianta esattamente lo stesso beneficio che di norma ha sugli esseri umani. Insomma, scoprire la sua eccellenza è un motivo in più per andare in vacanza a Palmaria e godere della magia di questo luogo magico. E’ questa, d’altra parte, l’unica isola abitata delle isole liguri e nata, secondo una leggenda, dall’ingegno di Papà Lucerna che la portò a galla lanciando un amo dal promontorio di Portovenere.