Dopo due secoli torna la produzione sull'isola che ha affascinato Verne. Un ettaro a Malvasia per un prodotto d'eccellenza. E' questa la sfida di un enologo e un giornalista

E’ qui che Jules Verne ha deciso di ambientare il finale di uno dei suoi romanzi più famosi, Viaggio al centro della Terra, e quella di Stromboli è certamente un’isola carica di fascino dove la storia si mescola alla leggenda. Siamo sicuri che oggi, con il progetto che la vede protagonista, la sua fama si arricchirà di un ulteriore tassello che la poterà a diventare meta ancor più ambita dai turisti di tutto il mondo, in particolare proprio dai winelover.

Dopo due secoli, infatti, il vino torna a sgorgare sui pendii del vulcano.

 

Stromboli: lì dove mare, terra e fuoco sono un tutt’uno si torna a produrre il nettare degli dèi

Per un’isola legata al mito non può che essere la Malvasia, il nettare degli dèi, il vino che dopo due secoli tornerà ad essere prodotto a Stromboli. Da oltre due secoli qui l’attività vinicola è ferma ma ora, grazie ad una società che ha messo insieme il vignaiolo Nino Caravaglio di Salina e il giornalista Rai Andrea Montinari, una nuova storia è pronta ad essere scritta.

Caravaglio ha le idee chiare: fare a Stromboli ciò che ha già fatto. Un ettaro di terreno per iniziare quest’avventura che è anche una sfida sotto un vulcano che illumina ancora il mare con le sue colate di lava e i suoi spettacoli di fuoco che ricordano la bellezza e la potenza della natura.

La stessa potenza che si nasconde dietro un banale acino d’uva da cui nasce quel prodotto che sin dall’antichità è stato accostato alle divinità. Impossibile in un luogo così pensare a grandi appezzamenti. Sono ritagli di terra e di storia perfettamente armonizzati in un ecosistema dove mare e montagna non potrebbero essere più vicini.

Una sfida che già a raccontarla affascina. Che lascia già immaginare un prodotto d’eccellenza che, se così sarà, siamo certi avrà altre mille storie da raccontare.