Gli States sono stati i pionieri ma oggi in Europa è un'esperienza dilagante e conquista Francia e Italia: ecco perché, quali sono i suoi benefici per chi lo pratica e chi lo promuove

Avete mai fatto yoga in vigna? Se non siete tra quelli che hanno sperimentato questa esperienza, sappiate che il fenomeno dilaga. Partito dagli Stati Uniti oggi è una realtà consolidata anche in Francia e proprio nella nostra Italia. Un fenomeno tanto dilagante che persino Forbes gli ha dedicato un articolo raccontando come è nata questa tendenza e come si è trasformata in una affermata realtà.

 

C’è sempre un inizio, ecco come un’intuizione per diffondere benessere è diventata prima tendenza poi realtà concreta: lo yoga in vigna oggi è più di una moda

C’è sempre chi inizia e l’inizio dello yoga in vigna si è avuto negli Stati Uniti dall’intuizione o meglio sarebbe dire dalla passione di Chiara Shannon, scopriamo su Forbes. Due passioni, il vino e lo yoga che ha tenuto separate per anni. Di giorno sommelier di sera amante dello yoga. Poi, come spesso capita nella vita, è stata un’esperienza vissuta in prima persona a darle “il la” per capire che le due cose potevano viaggiare insieme portando benefici a corpo e anima. Pensiero che ha portato nella sua azienda, la Midfusl Wine, lanciata nel 2016.

A darle la spinta una degustazione alla cieca che ha condotto quando lavorava a San Francisco. La sua prima degustazione di questo tipo. Per accompagnare i presenti nel vivere pienamente l’esperienza, racconta, ha usato le tecniche di consapevolezza che usava praticando yoga. Tecniche utili a calmare la mente, attivare i sensi e far sì che si avesse uno strumento in più per identificare il vino nel calice. 

Ottenuti i certificati di sommelier e istruttrice di yoga ha iniziato a portare la sua “doppia” esperienza in diverse aziende vinicole californiane tenendo, in vigna, seminari di yoga e vino. Il successo è stato talmente grande che durante il periodo della pandemia è stata “costretta” a tenere le sue lezioni online.

D’altra parte stare in vigna è stare all’aria aperta e la pandemia ha dato una spinta fortissimo al ritorno alla natura, alla voglia di godere degli spazi e di trovare “pace”. Sia chiaro, prima si fa yoga apprendendo tecniche di rilassamento così da godere il momento, poi si degusta un buon vino, sottolinea Shannon. Quattro, ha spiegato a Forbes, i passaggi: apprezzamento visivo del vino, olfatto, degustazione e discernimento. L’obiettivo è proprio quello accennato: rilassarsi e vivere l’esperienza nel pieno della consapevolezza e con tutta la pace possibile.

 

Benessere fisico e psichico per vivere pienamente l’esperienza di una degustazione: lo yoga in vigna ha conquistato l’Europa

Dagli States all’altra parte dell’oceano il passo è stato breve. Come ricorda la rivista basta cercare “yoga in vigna” in italiano ad esempio, per trovare tante cantine dove vivere l’esperienza. Stessa cosa in Francia dove ad esempio Laurence Cogan-Marie che oltralpe è la voce più autorevole in materia. E’ il riferimento per chi cerca questa esperienza e fornisce un elenco di tane aziende dove andare anche qualche giorno in ritiro per ritrovare il contatto con la natura attraverso lo yoga e la conoscenza di ottimi vini.

Ci sono corsi nelle aree di Champagne, Bordeaux, Dordogna, Parigi e nel sud della Francia. La tecnica è sempre la stessa: prima la lezione per rilassarsi ed entrare pienamente nel momento, poi la degustazione. Una momento, il primo che, assicura, consente di apprezzare meglio odore, sapore e sensazione al palato del vino che si va a deguare. “Rallenta e ti godi la vita”, il suo motto e noi non ci sentiamo di darle torto. Tutti ne avremo bisogno. D’altra parte, sottolinea, la Francia è una delle patrie per eccellenza del vino e il vino è ovunque, anche nelle spa che nei pacchetti il vino a cena, spiega, lo includono sempre.

 

In Italia sono sempre più quelli che offrono la possibilità di meditare prima e degustre poi…

L’italia non è da meno. Anche qui lo yoga in vigna è orami realtà e in passato ci è capitato anche di parlarne in tempi non sospetti. Forse in tempi non sospetti. Certo è che persino Chiara Lungarotti, Ceo dell’omonima famosissima cantina umbra, racconta a Forbes che la scelta di puntare sullo yoga in vigna si è dimostrata vincente. Tanti quelli che vogliono viverla questa esperienza con vista magica.

E come insegnano i pionieri statunitensi: prima il momento di pace e contatto con natura e sé stessi, poi una degustazione di vino eccellente. Un’esperienza che in italia si può vivere anche in altre regioni come in Toscana, in Sicilia, in Veneto, in Lombardia e in Sardegna (tanto per citarne alcuni).

 

Non è un caso che l’azienda italiana che ha conquistato il Best of Wine Tourism 2023 organizza sessioni di yoga in vigna

Non è dunque un caso che tra le esperienze che si possono vivere nell’azienda veronese Monte del Frà, fresca del Best of Wine Tourism 2023, si pratichi anche lo yoga in vigna. Un riconoscimento assegnato dal Great Wine Capitals Global Network, rete delle capitali del mondo del vino.

Un riconoscimento ottenuto per “il ricco ventaglio di proposte all’insegna dello sport, della natura e della convivialità che offrono all’enoturista l’opportunità di scoprire la cantina e il territorio di Custoza in modo autentico e sostenibile”. E sì, tra le esperienze che si possono vivere la degustazione multisensoriale, gli e-bike tour, le passeggiate a cavallo, i pic nic in vigne e proprio lo yoga tra i filari.

 

Lo yoga in vigna è uno strumento utilissimo per l’enoturismo, ma anche per ampliare la reputazione del proprio brand e conquistare sempre più enoappassionati

Lungarotti lo chiama “turismo di prossimità” ed è proprio questa la forza dello yoga in vigna. Una frontiera dell’enoturismo già ampiamente colta dalle cantine italiane e che tutte possono portare come esperienza nella propria azienda così da avvicinare ancor di più gli appassionati e non.

Se è vero che i giovani amano il vino e si affidano proprio ai produttori per saperne di più, come rilevato da una recente indagine, pensare a portare nella propria realtà un’esperienza come questa può essere un modo per dare benessere e, allo stesso tempo, ampliare il proprio mercato diffondendo vino, ma ancor prima…cultura!