L'iniziativa parte dall'Alta Langa. Un percorso meditativo-sensoriale per scoprire il vino attraverso il proprio corpo e la propria mente

Il benessere del corpo e dello spirito passa per…lo spirito; quello del vino che se da una parte è vinoterapia, dall’altra, oggi diventa anche yogawine! Lo stress della vita quotidiana ci spingono sempre più a cercare un nuovo contatto con il mondo esterno, quello naturale, e sono sempre di più le discipline che, dalle palestre, si spostano all’esterno. Accade anche con lo yoga. L’esperimento, se così possiamo definirlo, è stato lanciato dall’azienda agricola Barberis di Coremilia, piccolo centro dell’Alta Langa. Qualcosa ci dice che in men che non si dica, con formule e riformulazioni, diventerà una moda di sicuro successo. Ma di cosa si tratta? Scopriamolo…

yogawine

Ph: Foto Ansa

Yogawine: scoprire se stessi attraverso gusto e meditazione

La pratica yoga e il vino uniti in un unico percorso meditativo-sensoriale. A tradurlo sono i viticoltori piemontesi che hanno lanciato l’iniziativa. “Non è solo accostamento. E’ pura sintesi. Una degustazione di vini, senza spostamenti, preceduta da una lezione di yoga”. L’idea nasce dalla convinzione che “la magia del ‘qui ed ora’ di questa antica pratica indiana, con il suo rendere ognuno di noi maggiormente consapevole e predisposto a un più profondo ascolto di sé, amplifica la naturale propensione a recepire le sensazioni, trasformando l’assaggio in un’esperienza nuova e dal sapore quasi virginale”.

 

Yogawine: l’incontro tra Oriente e Occidente è un calice di sensazioni

Il bello della cultura è quello di sapersi fondere e di prendere, da un’altra, ciò che può arricchirla. Se lo yoga arriva dall’India ed è una pratica, ancor prima che fisica, psichica, il rapporto tra vino e mente si è sviluppato in questa parte di mondo. Eschilo scriveva che il vino è lo specchio della mente. Pindaro che eleva l’anima e i pensieri. Edoardo VII affermava che il vino non solo si beve, ma si annusa, si osserva e si gusta. E qui potremmo aprire una lunga digressione sull’arcaica nascita della figura del sommelier.

“Scoprire il vino per quello che è – sottolineano dall’azienda Barberis – significa predisporre il corpo e la mente a ricevere tutte le vibrazioni che questo nettare prezioso è in grado di dispensare. Attraverso la pratica dello yoga ci si sente più leggeri, depurati e profondamente recettivi, pronti ad immergersi in un viaggio nelle intime sfumature del mondo. In questo caso, del mondo del vino”.

 

Yogawine: un modo per attivare tutti i sensi e ampliare le nostre percezioni

Partecipare ad una sessione di yogawine vuol dire dunque predisporsi prima con la mente e poi con il corpo. Ecco perché prima di vivere l’esperienza, si visitano vigneti e terrazzamenti. Momento per memorizzarne tutti quei dettagli che si riveleranno fondamentali nel corso dei successivi esercizi di yoga.

Durante la lezione, infatti, vengono illustrati i lavori che si svolgono in vigna durante le quattro stagioni. Si narrano i suoi ritmi. Si racconta la calma della potatura  e l’allegria della vendemmia. Al termine della lezione, si rimane sul proprio posto, davanti al quale attende un calice vuoto silenziosamente posizionato dai titolari poco prima.

E allora sorprenderà scoprire come il suono generato dallo stappo della bottiglia sia diverso per tipologia di prodotto. Che lo stesso versare il vino nel bicchiere produca melodie incredibilmente differenti; e come l’assaggio a occhi chiusi dia vita a una vera e propria sinfonia. Nella vita quotidiana, si è abituati a considerare un senso alla volta, senza rendersi conto dell’inevitabile disequilibrio che ne deriva. Con lo yogawine, invece, udito, olfatto, gusto, vista e tatto sono un tutt’uno armonico e perfettamente bilanciato. (Fonte ANSA).