L'interessante indagine condotta per conto del Consorzio Tutela del Gavi dimostra come questa sia non solo un obiettivo, ma anche un elemento imprescindibile per la crescita di un settore che cerca semrpe più la qualità
Se qualcuno avesse ancora dubbi ora a confermarlo c’è la ricerca Waben Lab e The Round Table condotta per il Consorzio di tutela del Gavi: la sostenibilità per le cantine italiane è un impegno autentico.
Per le cantine italiane la sostenibilità non è mercato, né moda, ma vera e propria responsabilità
Non è solo questione di mercato, ma vera e propria assunzione di responsabilità etica nei confronti di sfide globali e locali. Una assunzione di responsabilità coerente con l’identità e la cultura aziendale e richiede investimenti a lungo termine in ricerca e innovazione.
A dirlo l’indagine commissionata dal Consorzio del Gavi e presentato a Milano prima della premiazione della nona edizione del Premio Gavi “La buona Italia 2023”.
La ricerca è stata condotta sulle 21 aziende nella short liste del premio. E’ emerso che la sostenibilità in tutte le sue sfaccettature e cioè sia ambientale, che sociale, che economia e culturale, è un “elemento di sostanza” in grado di valorizzare la produzione vinicola con ricadute dirette sulla qualità e le performance del prodotto, sull’immagine dell’azienda e, a tendere, ha ricadute positive anche sul piano economico.
Educare alla sostenibilità è fondamentale e al comunicazione in questo ha un ruolo strategico
Se la consapevolezza c’è educare a questa è un’altra priorità ed è per questo che le cantine italiane si orientano sempre più a promuovere iniziative che facciano comprendere l’importanza del consumo consapevole e responsabile e sull’apprezzamento della qualità più che della quantità.
Torna dunque preponderante il tema della comunicazione perché la qualità e i concetti che l’accompagnano vanno comunicati in modo corretto. Cosa questa che capace anche di rafforzare la reputazione e l’attrattività del proprio marchio.
Il “greenwashing” esiste ed esiste anche nel mondo del vino. Combatterlo vuol dire portare serietà, coerenza, trasparenza e concretezza. Parole queste pronunciate da chi la ricerca l’ha condotta.
Fondamentale quindi promuovere iniziative di comunicazione che informino, sensibilizzino ed educhino ai valori della sostenibilità, sia attraverso l’utilizzo di strumenti tradizionali e digitali, sia con strumenti come il bilancio sostenibile, le certificazioni ma anche con le visite in Cantina.
Un’attenzione che va veicolata non solo all’utente finale ma anche alla pluralità degli stakeholder, ai propri fornitori e venditori, alla comunità e al territorio circostante e naturalmente anche ai propri dipendenti.
Le parole del presidente Maurizio Montobbio
“Ancora una volta lo scenario indicato dal premio e l’analisi condotta sono un esempio da seguire – dichiara il presidente del Consorzio tutela del Gavi Maurizio Montobbio –. Abbiamo dimostrato come gli imprenditori del vino in Italia comunicano la sostenibilità non tanto perché sia obbligatorio ma perché credono sia la strada giusta”.
“E’ un modello a cui ispirarsi, anche per i produttori più piccoli, e ci porta ad una riflessione: ci aspetta un futuro complesso in cui la responsabilità delle nostre azioni sarà totalmente sulle spalle dei produttori – conclude -. Fare bene le cose e dirlo dopo averle fatte dimostrerà la credibilità di un intero settore e la sua capacità di rinnovarsi”.
(Fonte Askanews)