Sulle pagine del Corriere della Sera l'interessante approfondimento: il perché di una fetta di mercato che cresce, chi sono i collezionisti, come si valuta una bottiglia e come entrare in questo mondo così particolare

Grandi vini all’asta? E’ ormai un fenomeno inarrestabile quello che interessa questo particolare settore dell’enologia. Un fenomeno che, a quanto pare, non conosce freni, ma anzi solo crescita. Sul tema il Corriere della Sera ha portato avanti un interessante approfondimento a firma di Wladimir Calvisi, da cui emerge come il mercato globale delle aste del vino sia milionario coinvolgendo un po’ tutti: dalle case tradizionali alle vendite online, fino alle offerte di privati e cantine.


Un articolo in cui si racconta il fenomeno, ma anche chi sono i collezionisti e, soprattutto, come si valuta una bottiglia. Quindi se ne avete qualcuna che pensate possa avere valore…prendete appunti, potrebbe essere la vostra miniera d’oro!

 

Grandi vini all’asta: si parla sempre più la lingua italiana…i collezionisti? Non sono proprio come li immaginate…

La pandemia potrebbe aver dato un’accelerata anche a questa fetta di mercato del vino. Una fetta non per tutti, questo è certo, ma che, a chi può, piace sempre di più! Il fenomeno è mondiale e le etichette italiane, come testimonia anche l’indice liv-ex, sono sempre più ricercate nonostante il primato francese, e lo sono in entrambi i mercati che riguardano le aste: quelle online che per la facilità di accesso e la maggiore accessibilità dei prezzi attraggono un più alto numero di collezionisti, e quelle tradizionali che, per forza di cose, hanno conosciuto anche loro in questo ultimo anno l’accesso web, sebbene non nella totalità.

A chi piace il collezionismo? Se nella vosta mente state immaginando un uomo sui sessanta-settant’anni seduto sul suo divano di pelle nella sua sala privata in pregiato rovere, con sigaro, un calice di vino eccezionale, il giradischi acceso…vi state sbagliando di grosso. Secondo quanto ha raccontato al Corriere Enrico Incisa, direttore del dipartimento Vini e Distillati del Ponte Casa d’Aste, sono i giovani che si stanno avvicinando di più al collezionismo tramite le aste. In generale, ha raccontato, il collezionista è quello che cerca un pezzo raro con un prezzo altrettanto raro. “I grandi investitori – ha detto Incisa – sono alla costante ricerca di prezzi speciali“. E anche qui dobbiamo distinguere tra chi compra per l’occasione speciale e chi, invece, lo fa nell’ottica de mero investimento. Ovvero puntando alla massima eccellenza per farne un prodotto da scambiare e reimmettere nel mercato quando le condizioni sono propizie.

 

Grandi vini all’asta: avete una bottiglia che pensate sia di valore? Speriamo l’abbiate conservata nel modo giusto!

Torniamo a monte. Avete una bottiglia e pensate che possa valere? Vi auguriamo di averla conservata a dovere! Certo se non era mai stato un vostro pensiero è difficile che l’abbiate affidata ad un Fondo Specializzato. Sapevate esistessero? Beh se non lo sapevate, ora avete un’informazione in più. Si tratta di realtà che offrono servizi ai grandi investitori anche in termini di conservazione delle bottiglie.

Ecco quali sono quindi, cosa determina il valore di una bottiglia stando alle parole di Incisa: ovviamente il mercato. A seguire la provenienza della bottiglia, la sua storia, il dove è stata conservata e come è arrivata nelle nostre mani. Segue l’analisi del prezzo determinato dal livello del vino, lo stato della chiusura e l’integrità dell’etichetta (eh no, non è che se è consumata vale di più…anzi se antica e ben tenuta meglio!). Solo alcuni esempi degli elementi determinanti, cui si aggiungono quelli che devono essere in grado di fornire le case d’asta: certificazione e integrità del prodotto. Tanto che, si spiega nell’articolo del Corriere, non è raro che si ricorra anche a test di laboratorio per arrivare a valutare pienamente una bottiglia.

 

Entrare nel magico mondo delle aste dei grandi vini si può…ma con la giusta accortezza!

Vorreste provare ad entrare nel fantastico mondo delle aste e del collezionismo? Volate bassi. Il primo consiglio è infatti quello di partire da un vino eccellente di fascia più bassa (se così si può dire). Insomma, ci si deve fare le ossa e soprattutto, come ben spiega Franceso Tanzi, capo dipartimento Vini pregiati e da collezione di Pandolfini casa d’aste, farsi il palato. Imparare a capire perché un vino vale tanto…è fondamentale per non farsi fregare! Garanzia questa che viene, ovviamente, anche dalle stesse case d’asta. Insomma sapere a chi rivolgersi per una valutazione o per comprare, è un altro elemento imprescindibile.

Eh sì, perché come ben sappiamo le contraffazioni sono all’ordine del giorno e anche se a volte le truffe si caricano di fascino, restano sempre…truffe!

Infine dal Corriere, o meglio da Daniel Elswood, wine expert del colosso di aste online Catawiki, qualche buon consiglio su annate speciali su cui investire a cominciare dal 1982, 2000, 2005, 3009, 2010 e 2016 per il Bordeaux. Ora, non è che dobbiate arrivare a compare bottiglie dai prezzi per i comuni mortali stratosferici, ma le possibilità non mancano…per nessuno!

 

Su quali eccellenze italiane puntare? I grandi vini…ecco qualche buon consiglio per muoversi bene nel mondo delle aste

Parliamo quindi delle nostre eccellenze. Sì perché quello dei grandi vini all’asta è un argomento che appare sempre più sulle cronache di settore e anche Linkiesta ha fatto il punto sul tema, affrontando anche l’aspetto del quali sono le etichette su cui investire. Un buon segnale lo si può raccogliere dalla casa d’aste Bolaffi che già nel 2020 aveva fatto grandi numeri. A marzo l’ennesima asta, capace di raccogliere 241 mila euro con il 93% dei lotti aggiudicati. Per i vini di “casanostra” al top ci sono il Barolo Monfortino Riserva Giacomo Conterna che ha partecipato con 5 bottiglie (annate dal 1990 al 1997) per 4.500 euro, oltre a 2 magnum del 2014 (4.100 euro). Terzo classificato il Barbaresco Santo Stefno di Neive Etichetta Bianca 1970 di Bruno Giacosa con 11 bottiglie (4mila euro).

Non da meno la casa d’aste milanese Finarte, come si ricorda che, restano in “casa Italia” ha visto partecipare all’asta una verticale di Sassicaia (annate 2002-2017), un Barolo Monfortino 2010 Giacomo Conterno. Presente anche una selezioni di vini soprattutto siciliani dello chef Filippo La Mantia. E’ Guido Groppi,  capo dipartimento Vini e distillati di Finarte, su Linkiesta, a dare i buoni consigli. Per il Bel Paese bisogna puntare sui grandi: Barolo, Barbaresco, Amarone, Brunello di Montalcino e Supertuscan.

State già cercando nelle vostre cantine?