Liv-ex e Forbes approfondiscono il tema è la realtà è indiscutibile: cambiamento climatico e tecniche di vinificazione hanno fatto crescere la gradazione alcolica dei vini, anche dei pregiati

Si discute di vino dealcolato, ma la verità è che la gradazione alcolica dei vini è in crescita. Non entriamo nella polemica che continua ad imperversare sulle decisioni Ue e le molteplici versioni della stessa. Parliamo di vino, nel senso più stretto del termine, nella certezza che la parola “annacquare” non ci piace, così come però sappiamo che “dealcolato” ha un significato diverso, che è anche un’occasione di business visto che la tendenza al consumo c’è.

E’ però di gradazione che ci occupiamo  oggi. Negli ultimi giorni ne hanno parlato sia Forbes che Liv Ex, con quest’ultimo che sottolinea come se la tendenza della crescita alcolica si registra nei  vini di pregio, questa potrebbe essere la tendenza di tutto il mercato. Insomma, tra una polemica e l’altra, sembra che il vino dia la sua risposta. Ma perché la gradazione del vino cresce? Scopriamolo insieme, anche perché l’Italia è parte in causa.

 

Liv-ex: cresce la gradazione alcolica dei vini. Un fenomeno che va avanti da 30 anni e che potrebbe dettare le linee future di tutto il mercato

Partiamo proprio dall’ultima notizia in merito. Quella pubblicata da Liv-ex. Parliamo quindi di vini pregiati, e non è un dettaglio. I livelli di alcol nel vino, negli ultimi 30 anni, sono aumentati e in alcune regioni il fenomeno non si arresta. Dall’anno scorso Liv-ex ha iniziato a registrare e verificare i valori di alcol (abv) in volume per i vini. Ad oggi lo ha fatto su 35mila vini con un’analisi che si basa su 13.120 punti abv.

Si è così scoperto che i rossi di California, Piemonte e Toscana hanno visto un aumento significativo dei livelli di alcol dagli anni ’90 agli anni 2000, quando è iniziato un periodo di stabilizzazione e in alcuni casi di leggera diminuzione. Discorso diverso per i Bordeaux, dove invece la crescita alcolica prosegue, seppur con numeri piccoli.

Le ragioni? Secondo Liv-ex molto dipende dall’impatto del cambiamento climatico (fenomeno contro cui si deve continuare a lottare). in sostanza l’aumento delle temperature regala uve più mature con più zucchero e dunque, più alcol. Ma non solo questo. Anche le pratiche di gestione del vigneto possono influire sulla maturazione delle uve, così come il lavoro in cantina.

Questa– ha dichiarato Justin Gibbs, co-fondatore e direttore Live-ex è un’istantanea straordinaria dei cambiamenti significativi che stanno avvenendo in alcune delle più importanti regioni vinicole del mondo. Questi vini analizzati rappresentano vini scambiati su Liv-ex – sottolinea –, un’ampia gamma per lo più pregiati. Poiché la fascia più alta del mercato stabilisce in genere il punto di riferimento per il resto del mercato, è possibile che questo modello si ripeta lungo tutta la catena del valore.

 

L’approfondimento di Forbes: ecco perché è cresciuta la gradazione alcolica dei vini. Dietro non ci sono solo i cambiamenti climatici, ma una risposta ai consumatori!

Se questo è quello che emerge da Liv-ex qualche giorno fa sul tema si è soffermata anche la prestigiosa rivista Forbes con un bell’articolo di approfondimento in cui sottolinea, tra l’altro, che se parliamo di California (e non solo) il vino rosso a gradazione più bassa che potete trovare fa 14,5 gradi, ma che da questo cambiamento alcolico non sono esenti neanche i bianchi.

Come scrive l’autore dell’articolo, John Mariani, sono due le ragioni per cui questo fenomeno cresce sempre di più: una la natura e l’altra volontà dei viticoltori. Lo ribadisce anche lui: a livello naturale, a dettare l’aumento di alcol nel vino è il cambiamento climatico e le ragioni sono le stesse… più caldo più uva zuccherina che, pigiata in cantina, fermenta in alcol. Secondo Mariani per alcuni territori questo è positivo. Lo è ad esempio, afferma per la Borgogna e Bordeaux, nelle regioni piovose dove le uve “devono lottare per raggiungere un equilibrio tra alcol, frutta, tannini e acidi”. Ragion per cui, sottolinea, a volte capita di aggiungere zuccheri per far aumentare la gradazione. Un aiuto, paradossalmente, quello che arriva dal riscaldamento globale in sostanza.

Di aggiunte non ne hanno di certo bisogno i vini della California, il Sud America e l’Australia dove, complice la salita delle temperature, la gradazione è già destinata ad essere alta. Da queste parti, ribadisce, i rossi non hanno meno di 14,5 gradi e i bianchi meno di 14.

Se è però vero che la natura ci mette lo zampino, i viticoltori ci mettono il loro. “La maggior parte dei produttori – sottolinea infatti Mariani – ha permesso di aumentare i livelli di zucchero dei propri vini lasciando che l’uva pendesse più a lungo sulla vite. Questi viticoltori potrebbero obiettare, ragionevolmente, che se si raccolgono uve da clima caldo troppo presto, si raggiungono livelli alcolici ideali, ma si perde la maturità aromatica chiamata maturazione fenolica”.

 

La ‘cruda’ verità

Detto ciò, c’è poi l’elemento più umano di tutti: sono i preferiti dei consumatori. Lo afferma Forbes e lo fa su una base solida, almeno in riferimento al mercato americano. Secondo quanto riferisce la rivista, infatti, da quando la California ha iniziato a produrre Cabernet Sauvignon e Pinot Noir ‘blockbuster’ ad alto contenuto alcolico negli anni ’70, sono iniziati ad arrivare i riconoscimenti per i vini corposi e molto fruttati, soprattutto nelle degustazioni alla cieca. E il riferimento che si fa non è di certo di quelli da poco. Si scomoda Robert M. Parker, un’istituzione se parliamo di mondo del vino.

Proprio lui nella newsletter di Wine Advocate, ricorda Mariani, ha sostenuto a lungo vini audaci ad alta gradazione, senza che mai, va detto, abbia affermato di favorirli. Certo è che con le sue valutazioni, quelle di Decanter e Wine Specator, riviste di riferimento mondiali, vini molto corposi hanno ottenuto premi importanti e ora sono presenti nelle enoteche di tutto il globo. Un esempio italiano l’articolo lo riporta in riferimento ed è quello dell’Amarone, ottenuto da uve appassite, si sottolinea, che intensificano proprio gli zuccheri quando l’uva diventa… uva passa!

 

In conclusione…

Ci sembra dunque di capire che il dibattito sul vino dealcolato debba prendere una piega diversa. Un mercato non esclude l’altro, ma anzi sono due mercati forti e in continua crescita. Il tutto alla luce della necessità, ribadita da tutti, di continuare a lottare contro i cambiamenti climatici. Il gusto poi si sa… è sempre il gusto. Il bere consapevole? Quello non è un indice, né un mercato… è una responsabilità che tutti dobbiamo assumerci!

 

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