L'arte contemporanea nella "luce" di Ca' del Bosco, il mecenatismo de La Raia e la Street Art de Le Macchiole. Cultura e vino sempre più vincenti!

Enoturismo d’artista. Potremmo definire così l’ormai crescente tendenza di fare incontrare arte e vino. Un binomio vincente. Il nuovo mecenatismo.

Tanto che che potremmo quasi affermare che se un tempo erano i Papi a chiamare i grandi artisti. Ora sono i vignaioli. Un po’ tutti a dir la verità. Ma certo è che quanto più pregiata è la cantina, tanto più grande è l’investimento e maggiori sono le possibilità. L’indagine del Cestit dell’Università di Bergamo, sulla questione, aveva già fatto i conti. Le aziende vitivinicole che investono in produzioni culturali o arti figurative aumentano la visibilità aziendale del 92%, raggiungendo il 100% quando si impegnano nel restauro di beni culturali.

E se da una parte c’è chi punta sulle cantine d’autore, in Italia e all’estero, e chi, in nome della sensorialità, ha creato dei veri e propri musei tridimensionali nelle sue tenute, dall’altra c’è chi il museo lo porta direttamente tra i filari, o, magari, ricopre letteralmente d’arte le pareti delle sue tenute. Progetti che fanno bene al brand e stimolano l’enoturismo. Frescobaldi ne è uno dei maggiori testimoni. Oggi vi proponiamo tre tappe che dovreste aggiungere ai vostri viaggi del gusto da fare!

Enoturismo d’artista: un cancello di luce e il tempo sospeso tra i filari del Franciacorta

enoturismo d'artista canello-solare

E’ un viaggio immaginifico quello che si vive tra i filari di Ca’ del Bosco. Le rinomate bollicine Franciacorta della tenuta di Ebrusco, a Brescia, maturano le loro uve in un vero e proprio museo all’aperto dove la luce, nelle sue mille sfaccettature, è protagonista. Se il sole, quello naturale, illumina il verde delle vigne e dona colori e sapori ai suoi frutti, è il Cancello solare di Arnaldo Pomodoro ad introdurci nella sua magnificenza. E’ come se la luce, dal cielo e dalla terra, fosse la naturale custode di quel bene prezioso che è il vino.

Ne ha parlato recentemente il Corriere della Sera ricordando le parole dell’artista quando la presentò. Realizzata nel 1987. “La scultura è un cancello circolare in bronzo, una raggiera immensa e brillante, immersa in un giardino progettato da Ermanno Casasco. E’ un omaggio al sole che dà origine alla vita, nutre e fa maturare l’uva”.

Il Cancello Solare di Pomodoro è l’inizio di un viaggio immaginifico

Un ingresso che apre all’interpretazione quello nelle vigne di Ca’ del Bosco. La luce di Pomodoro, infatti, si incontra, camminando, negli Eroi di Luce di Igor Mitoraj, scultura in marmo di Carrara.Tra la bellezza dei luoghi e la suggestione dell’arte è facile sentirsi in un’altra dimensione dove trovare Il peso del tempo sospeso, rappresentato dal rinoceronte, realmente sospeso, di Stefano Bombardieri e sentirsi così Testimone (questo il nome dell’opera in bronzo realizzata per la tenuta da Mimmo Paladino), del connubio tra arte della vinificazione e arte contemporanea.

Godere di un Cuvée Annamaria Clementi, o di un Vintage Collection Dosage Zéro Noir è già un piacere, farlo nelle vigne di Erbusco aggiunge quella sensazione di qualità che è sì nel calice, ma anche in tutto ciò che questo è capace di raccontare.

Enoturismo d’artista: il museo a cielo aperto de La Raia è uno spazio di cultura e riflessione contemporanea

enoturismo d'artista rotoballe

Restiamo in tema Museo diffuso. Ci spostiamo in una realtà biodinamica che ha deciso di sposare da subito l’arte e i risultati non si sono fatti attendere. Parliamo dell’azienda vitivinicola La Raia, a Novi Ligure. Un’azienda che, nel 2013, ha deciso di fondare una vera e propria fondazione affidandone la guida a Ilaria Bonacossa tra l’altro a capo di Artissima.

Un vero e proprio museo a cielo aperto che ha fatto del mecenatismo, nel senso stretto del termine, una vera e propria mission: far sì che gli artisti realizzino opere “in armonia” con la realtà de La Raia, trattando dunque i temi della biodiversità, l’ecologia e la comunità.

Il Palazzo delle Api

Le opere sono commissionate direttamente dall’azienda all’artista. Tra le ultime realizzate nella tenuta ce n’è una particolarmente significativa: il Palazzo delle Api di Adrien Missika. “Una piramide rovesciata – leggiamo su Artribune – di pietra di Luserna con 2.300 fori studiati per ospitare le api nomadi. Quelle che non fanno miele né alveari, ma sono decisive per la biodiversità floreale”. Il riscontro è stato totale: fisicamente e sui social.

L’arte, in vigna, continua a piacere e qui, tra un calice e l’altro, troverete opere di meraviglia, come il giardino poetico in stile giapponese di Remo Salvadori, e di denuncia, come ad esempio le roto-balle fatte di cannucce colorate di Michael Beutler con cui l’artista ha voluto denunciare l’uso smodato della plastica.

Enoturismo d’artista: Le Macchiole punta sulla Street Art e si racconta nel murales di Ozmo dove ogni elemento è la faccia di mille storie

enoturismo d'artista ozmo murales

Non solo arte concettuale, ma anche Street Art. Se c’è una cosa bella che è accaduta nell’ultimo decennio, è quella di aver finalmente saputo riconoscere questa forma d’arte quel valore che le veniva negato. La nuova forma di affresco, potremmo definirla così, è diventata un elemento culturale di grande importanza. E’ la nuova vita delle periferie. Ma anche un nuovo modo di raccontare la propria realtà regalando allo spettatore quel sentimento che ricerchiamo in un calice e che troppo spesso, ormai, nella quotidianità viene a mancare: lo stupore.

Finalmente lo stupore!

Non possiamo che dire dunque grazie a Le Macchiole, azienda vitivinicola di Bolgheri, per aver commissionato sulle sue mura esterne, un murales ad Ozmo. Un’opera in bianco e nero 15 metri per 6, costruito come fosse un trittico le cui pale, triangolari, spingono lo sguardo verso l’alto. Il resto lo fanno i chiaroscuri che fondono tra passato e presente i soggetti sospesi fuori da ogni tempo. Dal cinghiale simbolo della Maremma, a Giosuè Carducci e il viale dei cipressi, passando per l’ingresso del paese e il Castello di Bolgheri, la molteplicità degli elementi lascia all’osservatore la possibilità di leggerci dentro mille storie.