Il binomio vino-cultura è sempre stato vincente. Gli ultimi anni sono stati quelli della riscoperta di un matrimonio felice che ha fatto nascere musei che sono vere e proprie esperienze sensoriali. L'ultimo è il "Masi wine discovery muesum"

“Panta rei”, diceva il filosofo Eraclito. Sì, tutto scorre, proprio come il vino dalla bottiglia al calice. E’ in quel momento e in quelli immediatamente successivi che inizia a trasformarsi, a scoprire la sua essenza regalando ad ogni sorso sentori ed emozioni differenti. Ognuna con i suoi tempi. Ognuna già presente in quel vino che, nel movimento e nell’attesa, li svela singolarmente perché siano tutti la parte di una perfetta armonia intesa così come, l’armonia, la intendeva il filosofo Pitagora: il bello è l’insieme di tutte le parti.

Ecco che allora anche la nostra esperienza può definirsi tale soltanto se armonizzazione perfetta di più sensazioni che, messe insieme, regalano vere e proprie emozioni. Il Rapporto Coop 2017 ci ha detto come stiamo cambiando e parte di questo cambiamento è anche nella voglia di provare cose che sappiano risvegliare i nostri di sensi. L’esperenzialità è diventata un elemento fondamentale che non possiamo concederci ogni giorno, ma che quando abbiamo l’occasione di vivere, ci piace scoprire in tutte le sue sfaccettature. E l’enoturismo, che nel 2016 ha fatto muovere 24 milioni di italiani, ne è uno degli esempi più validi.

Cultura e vino convivono di uno scambio reciproco da sempre. Lo dimostrano anche le tendenze degli ultimi anni che trovano sì grande riscontro in Borsa, lì dove parliamo di aziende quotate, ma che in generale determinano il successo di quelle aziende capaci di essere emotivamente coinvolgenti. Non ci sono solo più vigne e cantine, ma ci sono luoghi dove narrare con le più moderne tecnologie e la creatività di artisti e scenografi, una storia fatta di mille volti, di cambiamenti ed evoluzioni. Quel “panta rei” che fa del vino un’identità unitaria ed antica che racconta la storia di una civilità in continuo mutamento.

In una manciata d’anni l’Italia si sta trasformando sempre più in un “museo sensoriale” a dimensione di winelovers. Tante le realtà che sanno regalare emozioni. L’ultima è appena nata sulle rive del Lago di Garda.

 

Sensorialità dal cielo alla terra: l’esperienza emozionale del Masi Wine Doscovery Museum

 

sensorialità museo masi

 

Sette generazioni in tre percorsi enosensoriali dal cielo alla terra. Si potrebbe sintetizzare così il “Masi Wine Discovery Museum” di Lazise. La famiglia Boscaini, simbolo e ambasciatrice nel mondo dell’inimitabile Amarone, si racconta così ai winelovers, tra pannelli, esperienze in real time, video time-laps e condivisione di un’azienda che ha portato il suo sapere dalla Valpolicella al Lago di Garda; dal Trentino a Valdobbiadene; dal Friuli alla Toscana fino all’Argentina.

A volerlo è stato proprio Sandro Boscaini. “Masi – ha detto – si è sempre contraddistinta sul territorio per il forte impegno nella divulgazione della cultura del vino italiano. Il ‘Wine Discovery Museum’ chiude il cerchio, arricchendo di ulteriori valori didattici ed emozionali Tenuta Canova, dove vino e cibo narrano l’arte antica del ‘saper fare qualità’. Si dà vita così a una nuova forma di fruzione turistica emozionale e sensoriale. Il Museo – ha aggiunto – trae origine dalla storia della famiglia Boscaini, giunta alla settima genrazione. Oggi viene consegnao alla memoria collettiva, come esempio tangibile della cultura della vite e del vino nelle nostre terre”.

Una bottiglia di vino, insomma, non soltanto una bottiglia con dentro il nettare di Bacco. Al suo interno ci sono valori, tradizioni, innovazione e tutto quanto dietro il suo ottenimento vive, matura e si trasforman.

 

I tre percorsi

Dalla terra all’uva. Dall’uva al vino. Dal vino alla tavola. Si snoda così il percorso enosensoriale della Wine Experince creata da Masi. Clima, terreno, varietà dell’uva sono raccontanti in pannelli descrittivi e fotografici con un viaggio satellitare che dal cielo alla terra racconta i luoghi dove la famiglia ha portato la sua esperienza visibili grazie ai droni che sorvolano i vigneti aziendali più importanti. Sono invece le tecniche enologiche a condurre nella seconda parte di un viaggio fatto di vendemmia, appassimento in fruttaio, pigiatura, fermentazione e affinamento in botte e bottiglia. Tutto da scoprire in 40 secondi di time-laps.

Poi tutti nel grande tino da 50mila litri che ha maturato i vini dell’azienda per più di 15 anni. Lungo 5 metri e alto 4 metri e mezzo più ospitare fino a 15 persone per fargli vivere un’esperienza indimenticabile: in 3 minuti 7 giorni di fermentazione attraverso immagini, profumi, e suoni catturati dal vivo.

Infine la maturazione nei legni pregiati, l’imbottigliamento e il confezionamento. Sette generazioni in poche ore per vivere a pieno l’emozione di chi, il vino, lo ama e lo fa amare.

 

Sensorialità a 360 gradi: dal tatto, alla vista passando per l’olfatto. Ecco come la realtà museale si sta trasformando

 

Quella di Masi è solo l’ultimo esempio di un modo nuovo di vivere la musealità anche nel vino. In pochi anni tutto è cambiato. Esempi ne sono il WiMu a Barolo, la Wine Town di Bolgheri e la Galleria Olfattiva di Zeni. Se siete tra i tanti che amano il turismo esperenziale prendetevi qualche minuto per scoprirne, leggendo, lo stretto necessario e andare poi a scoprirne i segreti che non possono essere colti se non attraverso la sensorialità.

 

WiMu dei Marchesi Falletti a Barolo

 

 

(S)correva l’anno 2010. All’interno di un castello millenario custode di un territorio dove il vino è storia, nasce il WiMu, frutto dell’estro di François Confino, autore degli allestimendi di mostre e musei in tutto il mondo. Un viaggio interattivo ed emozionale per raccontare “la dimensione straorinaria e culturale del vino”. Un percorso disendente tra luce e buio, suoni e colori, video e meccanismi che portano lo spettatore dentro questo mondo carico di significati simbolici.

Dalla terrazza panoramica del Castello Falletti alle antiche cantine dove nell’800 nacque il Barolo. Dalla natura a ciò in cui l’uomo trasforma quella stessa natura, attraverso il racconto del vino nella storia, nell’arte, in cucina, nel cinema, nella music,a nella letteratura, nel mito e nelle tradizioni. Il WiMu è questo e molto di più.

 

La galleria olfattiva di Zeni

 

Sensorialità galleria-olfattiva-zeni

 

Poteva essere un Pesce d’Aprile, si è dimostrata una bellissima realtà capace di nuotare in lungo e in largo con la forza delle sue idee. E’ La Galleria Olfattiva di Zeni inaugurata proprio il 1 aprile da una delle cantine simbolo del Barodlino Chiaretto doc Classico e dell’Amarone della Valpolicella Dogc. Un’esperienza sensoriale che piacerà molto a quei winelover che oltre che di conoscere hanno voglia di mettersi alla prova. Bardolino e Valpolicella, nei suoi calici, conducono in viaggio enosensoriale che è quasi un gioco dove quel che conta è avere buon fiuto.

Il nome lo tradisce sin da subito: è il naso il vero protagonista alla Galleria Zeni. Un’esperienza coinvolgente studiata per stimolare e allenare la memoria olfattiva dei vistatori, siano essi adulti, bambini o persone disabili. Realizzata all’interno della bottaia interrata propone infatti ai vistatori di entrare in contatto con le singole componenti aromatiche dei vini attraerso altrettanti box dedicati. Si dovranno indovinare e indicarle sui dei supporti appositi. Un gioco che richiama alla mente ricordi, sensazioni ed emozioni. Solo alla fine del percorso si saprò quanto si è stati bravi. Questa è per ora la prima (e unica) realtà di questo genere nel nostro Paese.

 

La Wine Town da Oscar di Bolgheri

 

wine-town-bolgheri

 

E’ stato inaugurato il 3 giustno scorso. E’ il Museum – Museo Sensoriale e Multimediale del Vino. Un museo da Oscar! A progettarlo, infatti, lo scenografo pluripremiato dall’Academy Dante Ferretti. L’obiettivo? Portare 150 mila turisti l’anno per diffondere la cultura del vino. Siamo lì dove nascono i Supertuscan, a Castagneto Carducci. Qui dove sire Sassicaia, Ornellaia, Grattamaco e Piastraia equivale a dire identità. A portarla in un ambiente vario, ma allo stesso tempo omegeneo perché racconto di un unicum inimitabile, il vino, un maestro premiato tre volte con l’Oscar per le scenografie regalate a Martin Scorsese e Tim Burton e, con lui, uno dei maggiori esperti di viticoltura italiana: il professor Attilio Scienza.

Un progetto nato 15 anni divenuto finalmente realtà nel Casone Ugolini, l’antica fattoria della famiglia Della Gherardesca rilevata dal manager Franco Malenotti e trasformato in resort. Quattro aree per quattro periodi storici. Dalla Zona storia  dove il professor Attilio Scienza raccona in sei lezioni la storia del vino dagli Estruschi a noi (in video accattivanti); la Sala delle grandi famiglie dove Gaddo della Gherardesca, PIero Antinori e Niccolò Incisa della Rocchetta appaiono letteralmente come ologrammi a grandezza naturale raccontando la storia del territorio; la Sala degli imprenditori visionari dove si possono virtualmente incontrare Pier Mario Meletti Cavallari e MIchele Satta e la Sala del Futuro dove Federio Zilieri parla della Bolgheri che verrà.

E tra una tappa e l’altra tre ristoranti, un wineshop e, presto, un campus riservato ai giovani che vogliono approfondire la conoscenza di una civilità, la nostra, che sul vino ha messo solide radici.

Qualcuno potrà dire. Sì ma è la Cité du Vin di Bordeaux il museo enosensoriale più grande al mondo. Sì lo è. Ma noi non siamo fatti di grandezze, noi siamo una grandezza fatta di tante realtà che seppur distinte scorrono in un fiume decisamente di…vino!