Su Il Sole 24 Ore si fa il punto tra bellezza e statistica: il binomio è un traino per l'economia

Vino e arte. Giorgio dell’Orefice pubblica un interessante articolo su Il Sole 24 Ore spiegando quanto investire in arte e restauro faccia bene al mondo dell’enologia. Anche questo, insomma, è branding e i dati, come si legge nel pezzo lo confermano: «Da quest’indagine – ha detto la responsabile del Cestit dell’Università di Bergamo, Roberta Garibaldi – è emerso che le aziende vitivinicole che investono in un nuovo packaging o in un’etichetta d’autore percepiscono un aumento del prodotto venduto fino al 40% in più. E dichiarano comunque un incremento della visibilità aziendale fino al 60% che diventa il 92% nel caso di chi investe in produzioni culturali o in arti figurative. Ma il top, ovvero il raddoppio (+100%) della visibilità aziendale è stato ottenuto dalle aziende che si sono impegnate nel restauro di beni culturali».

 

vino e arte

Vino e Arte: un binomio che traina l’economia

Il binomio tra vino e arte nato forse in maniera episodica rappresenta ormai una leva di sviluppo sempre più importante e strutturata per le aziende del vino made in Italy. (…) Prima con gli investimenti spot realizzati negli scorsi anni, dalle performance artistiche nel vigneto alle cantine realizzate dalle archistar fino ai contributi spesso nelle etichette o più in genere nel packaging di artisti. Più di recente si è assistito a uno sviluppo più strutturato nel rapporto tra cultura e arte da un lato e produttori vitivinicoli dall’altro. Un impegno sempre meno occasionale del quale vanno ad esempio ricordati lo scorso anno il restauro dell’affresco della Madonna della Cintola di Benozzo Gozzoli, finanziato dal Consorzio vini di Montefalco…

 

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