Un sorpasso storico quello registrato dall'indagine Wine Intelligence presentato al Vinitaly Special Edition. Ed ecco quali sono i vini più "riconoscibili". I trend? Attenzione ai ready to drink...piacciono sempre di più!

La chiamano già “Pink Revolution” ed è quella delle donne. Era una tendenza, è diventata una certezza ora è anche un sorpasso. Sì perché i consumatori di vino sono per il 55% donne. Lo dicono i dati Wine Intelligence dell’Osservatorio Uiv-Vinitaly presentati alla Vinitaly Special Edition di Verona. indagine che fa il punto anche sui vini più conosciuto nel Bel Paese.

 

E’ Pink Revolution: le donne consumatrici regolari di vino superano gli uomini e sono giovani!

E’ un sorpasso “storico” quello della Pink Revolution. E’ infatti la prima volta che le donne superano, in consumi, gli uomini. Parliamo di consumatori regolari. Un vero e proprio exploit registrato in un solo anno quando le donne consumatrici di vino erano il 49%. Un dato già importante certo, ma l’accelerata è stata…impressionante!

Ma quali sono le donne più attratte dalla wine passion? Quelle giovani. Ovvero quelle che hanno un’età che va dai 18 ai 35 anni. Altra buona notizia se si considera quante volte si è parlato del fatto di dover conquistare Millennial e Generazione Z.

“La relazione femminile con il vino ha superato la sua fase sperimentale”, ha dichiarato Pierpaolo Penco, Italy Country manager di Wine Intelligence alla presentazione dell’indagine. “Oggi le donne, e soprattutto le più giovani, si approcciano al vino con una maturata consapevolezza. A questo si associa un trasversale aumento della conoscenza media del prodotto, che ha incoraggiato un incremento della spesa media sul mercato interno”.

A destare ancor più soddisfazione il fatto che le donne, nei consumi, sono decisamente trasversali. Il loro interesse si è infatti rivolto a tutti i canali di distribuzione e andando piacevolmente controtendenza rispetto alla pandemia, si è focalizzato in particolare sull’Horeca, il settore che, lo sappiamo bene, ha patito di più le restrizioni dettate dal Covid. E proprio le riaperture, ha detto Penco, ha creato un “entusiasmo a rimbalzo” che fa vedere roseo (permetteteci il gioco di parole), il futuro.

 

Il Brunello di Montalcino Docg il vino più riconoscibile. Ecco la classifica stilata da Wine Intelligence

La Pink Revolution, insomma, è realtà. Ed è altrettanto realtà il fatto che ad attrarre sempre più i consumi regolari sono le denominazioni d’origine e, dunque, i vitigni autoctoni. Se parliamo di riconoscibilità, i dati Wine Intelligence ci dicono come il Brunello di Montalcino Docg svetta su tutti: due italiani su tre lo riconoscono. Appena dietro ci sono il Prosecco Doc, che resta il più consumato e il Chianti Docg. Chiudono la top 5 il Chianti Classico e il Montepulciano d’Abruzzo Doc.

Queste le tendenze del Bel Paese cui si affiancano le previsioni Iwsr che prevede, entro fine anno, una ripresa degli acquisti di vino pari all’1,7% con un forecast sul quadriennio 2021-2025 del +0,4%.

 

Non solo Pink Revolution, ma anche Ready to Drink: la loro è una tendenza che si afferma sempre di più

Guardando ai trend emergenti i ready to drink che, dopo aver registrato un exploit del +26,4%, già tra il 2019 e il 2020, promettendo di chiudere in doppia cifra anche quest’anno (+26,6%), con un tasso di crescita quadriennale previsto del 10,2%.

Approfittiamo per fare un exursus. Voi lo aspete cos’è un ready to drink. Beh, immaginiamo di sì visto che durante la pandemia hanno conosciuto la loro fortuna, ma nel dubbio, ve lo diciamo noi.

Sono sostanzialmente dei cocktail già pronti preparati dai mixologist che, come tutti durante il lockdown, si sono trovati a dover affrontare il problema dei banconi vuoti. E’ il nuovo modo di fare aperitivo, soprattutto tra le mura domestiche. Normalmente sono venduti già miscelati in bottiglie o bustine pre-dosate e permettono di prepararsi ottimi cocktail in ogni momento della giornata. Basta aggiungere un po’ di ghiaccio, una scorza di limone, un’oliva o quel che serve et voilà…l’aperitivo è pronto.

In realtà quando parliamo di ready to drink parliamo di bevande a base alcolica miscelate con succhi di frutta, tè o caffè. Insomma anche qui ci si evolve e c’è chi si è inventato quelli da miscelare a casa per imparare un po’ l’arte della mixologia e chi li ha già inseriti nelle sue offerte d’hotel. E’ un fenomeno che piace…e a quanto pare continua a piacere anche ora che, in casa, non ci stiamo più!

Se poi al vino non volete rinunciare e volete prepararvi un cocktail noi qualche consiglio ve lo abbiamo già dato!