La rivista Glass of Bubbly stila la Top12 delle miglioni bollicine al mondo. E l'Italia c'è con ben 5 etichette che sono uno spaccato "effervescente" del nostro territorio

Il mondo saluterà il nuovo anno con le bollicine italiane, ma voi avete già deciso quali mettere sotto l’albero? Un buon modo per orientarvi e restare in terra patria, potrebbe essere quelli di approfondire le etichette italiane che hanno conqiustato le 5 sfere di una delle guide più prestigiose del settore: Sparkle 2020.

Un vero e proprio vedemecum pr muovermi tra i migliori spumanti secchi d’Italia. Ma ci ha colpiti, e non poco piacevolmente, scoprire l’alta presenza dell’Italia nella classifica mondiale di una delle più importanti riviste di settore: Glass of Bubbly. Punto di riferimento a livello globale proprio per lo Champagne e le bollicine di tutto il globo.

Sapete quante di quelle italiane sono entrate nella sua classifica delle 12 migliori bottiglie al mondo? Ben cinque. Ecco allora un altro buon modo per essere certi di andare sul sicuro. Scopriamo quali sono i calici nostrani entrati di diritto la World’s Finest Glass of Bubbly awards 2019.

 

Bollicine a Capodanno? Il Prosecco Docg Villa Sandi a un passo dal podio. Parla la lingua dell’eccellenza

Ph: pagina Fb Villa Sandi. Nell’immagine La Rivetta, tenuta Cartizze dell’azienda

Il co-fondatore di Glass of Bubbly e autore dell’articolo Christopher Walkey la annuncia così la quarta posizione, la prima italiana, della classifica stilata. “Non hai assaggiato il Prosecco fino a quando non hai sperimentato Villa Sandi”. Una frase, che afferma, dice a tutti quelli che gli chiedono di questa eccellenza italiana. Lo dichiara: è il suo produttore preferito. Uno “spumante bianco”, lo definisce, “dal gusto superiore” nella sua denominazione Docg.

Proviene da una zona selezionata della regione vinicola che ciroconda la città di Asolo, nel cuore del Conegliano Valdobbiadone che vanta la produzione del pregiatissimo Prosecco superiore Docg di Cartizze, la versione più eslusiva del prosecco nel mondo.

Non vi resta che scegliere quale mettere sotto il vostro albero di Natale.

 

La Franciacorta ha il suo rappresentante: è il Saten Docg Lantieri. Anche Dante subì il fascino dei suoi luoghi

Ph: pagina web azienda Lantieri. Nella foto le cantine storiche

Passiamo alla sesta posizione dove troviamo un’altra eccellenza tutta italiana: il Franciacorta Saten Docg Lantieri che quest’anno ha ottenuto un trofeo nella categoria Sea Breeze di Glass of Bubbly. Parliamo di uno dei maggiori e migliori fornitori italiani nel regno unito che regala uno spumante “rinfescante e fresco, prodotto con lo stesso processo dello Champagne”.

Ci permettiamo di aggiungere che se il Satèn è entrato in questa prestigiosa classifica, il Brut della casa è stato premiato come il migliore al mondo nel campionato mondiale degli champagne e gli sparkling wine. Un riconoscimento assegnatogli da Tom Stevenson, autorevole critico e divulgatore della cultura delle bollicine in tutto il mondo.

E quella di qusta famiglia è una storia antica. I Lantieri de Paratico, bresciani, hanno radici franciacortine che risalgono infatti a più di mille anni. Il castello che ancora oggi domina le sue tenute fu costruito nell’XI secolo e, si narra, che abbia anche ospitato il grande Dante Alighieri che ispirato dal paesaggio avrebbe scritto qui alcuni versi della Cantica del Purgatorio. Una storia che, aprendo la vostra bottiglia durante le festività, potreste anche raccontare per dare ancor più fascino al vostro brindisi. Il vino? E’ entrato in casa nel XVI secolo e ancora oggi nel complesso aziendale è ancora possibile ammirare le antiche cantine seicentesche.

 

La bollicina rossa parla la lingua del Lambrusco. L’Amabile Terre Verdiane delle Cantine Ceci non fa mancare la sua presenza

Ph: pagina web Cantine Ceci. Un momento della vendemmia del Lambrusco

E’ uno spaccato dell’italia “effervescente” quello di Glass of Bubbly. Al settimo posto in classifica infatti c’è il Lambrusco Amabile Terre Verdiane delle Cantine Ceci. Un calice “potente” definito come “un grande dono”. Soprattutto per chi non ha mai assaggiato le bollicine rosse. Una bollicina questa che si è guadagnata anche una medaglia d’oro nella categoria Giorni d’estate della prestigiosa rivista, ma perfetto anche fuori stagione. Il Natale non è in fondo una festa dove a dominare è il calore dei sentimenti?

La rivista ce lo consiglia con formaggi e torta al cioccolato e l’abbinamento ci intriga parecchio. Certo è che anche in questo caso siamo davanti ad un simbolo del territorio. Una storia, quella dei Ceci, che nasce nel 1938 quando il patròn Otello mesceva il suo Lambrusco con le uve dei contadini. Poi la scelta di diventare veri e propri produttori e oggi una storia che continua grazie ai suoi nipoti che hanno portato il nome dei Ceci e della Franciacorta nel mondo. La svolta è arrivata negli anni ’90 e proprio con la nascita del Lambrusco Terre Verdiane, con cui questo vitigno conobbe nuova giovinezza e grande prestigio.

 

Il Prosecco fa bis: sotto l’albero per il brindisi di Capodanno c’è anche Zonin. E’ l’incontro tra qualità e accessibilità

Se ne guadagna due di posizioni il Prosecco in questa classifica mondiale. Al decimo posto, infatti, troviamo il Prosecco Doc Brut di Zonin. Un Prosecco, si sottolinea, capace di coniugare qualità e accessibilità.

Un vero e proprio impero con tante tenute (undici in tutto) quello della famiglia Zonin che la sua attività nella viticoltura l’ha iniziata nel 1821. Oggi è ta le prime aziende vitivincole d’Europa e qualche anno fa ha intrapreso una vera e propria “rivoluzione” nel nome della qualità in tutte e sette le regioni italiane dove ha la sua produzione. Una scelta fatta con un’attenzione particolare verso l’autoctonicità che gli è valsa anche l’ingresso, quest’anno, tra le 103 migliori cantine d’Italia Wine Spectator grazie al Castello di Albiola, tenuta che la famiglia gestisce in Toscana. Una curiosità? Tra le sue proprietà anche la Tenuta di Barbousville nello Stato della Virginia appartenuta al governatore James Barbour, amico fraterno del presidente Thomas Jefferson.

 

Immancabile TrentoDoc: una bollicina Ferrari è un must immancabile e irrinunciabile

Ph: pagina web Ferrari. un’immagine storica del sogno diventato realtà

Manca qualcosa? Certo che sì. Dov’è il TrentoDoc? All’unidicesima posizione. Ultimo italiano in questa speciale classifica è infatti la bollicina firmata Ferrari. Vincitore nella categoria “Oaky & Toasty” questo spumante dal metodo tradizionale sta facendo concorrenza allo Champagne. E leggerlo ci fa piacere.

Una storia di lungimiranza e fiducia quella della casa Ferrari nata nel 1902 con Giulio Ferrari che sognava di creare in Trentino un vino capace di confrontarsi con i migliori Champagne. Una vocazione vera e propria e una dedizione assoluta alla sua terra. Fu lui il primo a diffondere lo Chardonnay in Italia.

Sempre e solo bottiglie selezionatissime le sue. Un sogno che rischiava di finire con lui non avendo avuto figli. La decisione di dare allora tutto a Bruno Lunelli, titolare di un’enoteca a Trento. Era il 1952. Oggi la famiglia Lunelli ha creato una delle aziende più importanti al mondo con la terza generazione che mantiene vivo il sogno Ferrari. Una terza generazione capace di diventare abasciatrice dell’Arte di Vivere all’Italiana.

E se voleste stupire sotto l’albero potreste mettere Il Ferrari Perlé Rosé Riserva 2013 o il Ferrari Perlé Nero Riserva 2010 che nella Wolrd Champion degli sparkling si sono assicurati la vittoria nelle rispettive categorie. Occasione in cui la stessa azienda ha ottenuto il riconoscimento di Sparkling Wine Producer of the Year 2019 e il suo enologo, Ruben Larentis, il premio Lifetime Achivement Award.

 E voi avete scelto con quali bollicine brindare al 2020?