L'Italia primo fornitore di vino nel Paese guidato da Putin, Castelletti: "costretti a rinunciare ad una piazza strategica"

A lanciare l’allarme è l’Uiv: il dramma che sta colpendo l’Ucraina avrà effetti pesanti sul vino Made in Italy dato che siamo noi i primi fornitori del vino in Russia. Per questo sulle sanzioni, l’Unione chiede una riflessione.

 

Perdere la Russia vuol dire perdere 375 milioni di dollari, il segretario dell’Unione alle imprese italiane: “prima di consegnare, bisogna avere garanzie sui pagamenti”

In Russia, il vino italiano, ha una quota di mercato del 30% superiore a quella di Francia e Spagna e lo scorso anni il giro d’affari è valso 375 milioni di dollari: l’11% in più rispetto al 2020. Le controsanzioni di Mosca e il previsto crollo del rublo, cui si aggiungono i costi energetici alle stelle, potrebbero davvero dare un colpo pesante al settore. L’Uiv riferisce di lunghe code già ora dei camion alla frontiera tra la Lettonia e la Russia e tantissime le merci non ritirate alle dogane.

Ci troviamo costretti a dover rinunciare ad una piazza strategica per l’Italia – ha dichiarato il segretario dell’Unione Paolo Castelletti -, proprio in una fase di risalita degli ordini. In attesa di fare luce sulle ipotesi di fermo delle esportazioni, consigliamo alle imprese italiane di vino effettuare consegne verso la Russia solo dopo aver conseguito adeguate garanzie sui pagamenti”.

Sempre verso la Russia, sottolinea l’Uiv, l’Italia nel 2021 ha registrato anche il boom di domanda sugli spumanti, con le vendite cresciute del 25%, e un incremento del 2% per i fermi imbottigliati.

 

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