Dalle passeggiate in vigna alla degustazione a 54 metri di altezza, per arrivare all'eco-parco per bambini e i film nell'anfiteatro. E' il mondo dei wine lovers!

E’ il primo Wine Park d’Europa ed è stato inaugurato qualche giorno fa sulla costa meridionale della Crimea. Prendete appunto winelovers. Questa è una terra bellissima e ora, con questa occasione di gusto e bellezza, è una meta da inserire tra quelle che andrebbero visitate. Ufficialmente, in realtà, questa nuova realtà diventerà operativa in autunno, ma l’estate, grazie al progetto pilota Wine Fest, permetterà di vivere una vera e propria anteprima di quello che è, di fatto, un universo a 360 gradi sull’enologia dei luoghi e dei luoghi stessi.

A presentarlo qualche giorno fa è stata la responsabile del progetto Evenia Konstantinova. “Speriamo – ha dichiarato – di ospitare ogni anno circa 100mila persone”. Il parco fa parte del progetto Mriya Resort & Spa, come riporta Ria Novosti, agenzia di stampa russa.

 

Il Wine Park sulle sponde del Mar Rosso è una meraviglia per occhi e palato, ma è soprattutto una possibilità esperienziale che non lascia nulla al caso!

Partiamo da tutto quello che c’è nel Wine Park. Ovviamente vigneti proprio di Mourvèdre e Cabernet Sauvignon, oltre a diverse varietà di un sito della regione di Sebastopoli. C’è un impianto di produzione con attrezzature ad alta tecnologia per una capacità di 150mila bottiglie di vino l’anno, un museo e una banca del vino. E ancora piattaforme di osservazione, sale degustazione, viali di frutteti e ulivi, alcuni dei quali anche “vecchi” più di 800 anni, portati qui appositamente da Israele.

Non vi basta? C’è anche un caseificio per la produzione di formaggi di alta qualità da latte naturale di capra e mucca, un spazio espositivo all’interno e uno all’esterno, un anfiteatro per le attività ricreative, dove svolgere anche attività culturali come spettacoli, festival, concreti dal vivo, conferenze e masterclass. C’è anche un enorme schermo al Led, all’aperto, per guardare film. Ultia cosa: l’eco-parco per bambini, con tanto di Fruit Garden e laboratorio agricolo, con programmi didattici in botanica e biologia.

 

L’obiettivo del Wine Park è sì attrarre turisti, ma anche e soprattutto far conoscere l’eccellenza e la storia dei vini di Crimea al mondo!

Il turista, quindi, al centro del progetto Wine Park che però insegue anche un altro obiettivo: affermare il valore della sua enologia attraverso quello che, ne sono certi i suoi creatori, diventerà un hub internazionale dell’enologia moderna. “Creeremo occasioni di libero accesso  a nuove idee – si legge sul sito -, valutazioni ed emozioni. Il nostro programma di eventi aiuterà a rivelare l’identità del vino della Crimea nel contesto delle tradizioni e delle tendenze internazionali”.

E’ una storia antica quella del vino in questo lembo di terra che affaccia sul Mar Nero e tra poco scopriremo qualcosa in più del suo passato. Quello del Wine Park è il presente di un territorio che ora vuole farsi conoscere per le sue eccellenze. E c’è anche un po’ di Italia, se proprio vogliamo dirla tutta. Se infatti la lussuosa struttura turistica è stata realizzata su progetto dell’architetto e designer Lord Norman Roberto Foster, il parco del vino, di ben 30mila metri quadrati, è stato progettato dall’architetto italiano Marco Casamonti. Per intenderci quello he ha realizzato la cantina Antinori nel Chianti.

Da non perdere l’esperienza di una degustazione sulla torre panoramica a ben 54 metri di altezza dove assaporare i prodotti della cantina offerti da un robot sommelier (ebbene sì), che sceglierà il vino perfetto per voi in base alle vostre preferenze.

 

Il Wine Park è la chiusura di un cerchio che ha iniziato a disegnarsi secoli fa: qui la storia del vino ha un valore che è arrivato il momento di scoprire!

Ph: dettaglio della cantina di Massandra – Credit Wikipedia

Volete saperne di più di questa terra, la Crimea, e della storia della sua enologia? Detto fatto. Il vino da dessert più famoso della Russia nasce qui ed è il Massandra, come la città dove le sue viti maturano. Una fama antica la sua che dagli zar ha attraversato tutta la storia del Paese, passando per l’Unione Sovietica e arrivando fino a noi.

In realtà a portare qui l’arte della vinificazione, perché per noi di arte si tratta, sono stati nel Vi secolo a.C. gli antichi greci che qui fondarono la città di Khersones dedicandosi alla produzione di vino. Un’arte che, come ogni cosa ben fatta, si è tramandata arrivando ad occupare spazi importanti nei monasteri ortodossi che divennero gli unici centri di vinificazione. Nel 1.399 con la conquista da parte dei genovesi, è iniziata l’esportazione, e nonostante il blocco della produzione di vino decisa dai turchi che la Crimea la invasero nel 1.475, non venne impedita la coltivazione dell’uva, permettendo ai contadini di continuare a coltivarla facendo vino solo per uso “casalingo”.

 

La svolta con gli zar

A dare il via alla produzione vincola vera e propria fu Caterina II La Grande nel 1783 quando la Crimea fu annessa all’Impero russo. Inizia da qui la storia del Massandra. Fu quindi lo Zar Nicola I a voler migliorare la produzione perché il vino russo potesse diventare competitivo a livello internazionale. E proprio in questa città fece costruire una residenza estiva dove lui stesso si occupava dei vigneti. Ma se ci fu uno Zar che amò davvero la viticoltura fu Nicola II che si dedicò lui stesso alla coltivazione di circa 500 varietà di uve da vino. Sempre lui fece costruire quella che è oggi ancora la famosissima cantina di Massandra. Il compito lo affidò al più famoso enologo russo, Il principe Lev Golitsin che nominò enologo della Corte Reale. Il principe realizzò la prima cantina sotterranea russa  su progetto dell’architetto A.Dietrich. Cantina realizzata su un anfiteatro che affacciava sul Mar Nero. Nove gallerie furono realizzate con numerose nicchie dove stipare un milione di bottiglie. Inizia così la storia della vinificazione russa moderna.

Un lavoro ambizioso che portò alla produzione, in Crimea, di Bordeaux, Riesling, Kokur e Tokai e di uno champagne che all’esposizione mondiale di Parigi del 1900 riuscì a vincere il Gran Prix, dando un vero e proprio smacco alle bollicine francese. Un curiosità: Golitsyn aveva una collezione personale di vini rarissimi del XVIII e XIX secolo di oltre 50mila bottiglie.

 

Dall’Unione Sovietica ai giorni nostri

Stalin amava il vino e fu lui a creare la Cooperativo vinicola Massandra. Il vigneto della città, tra il 1956 e il 1959, triplicò e si avviò una produzione d’elite accompagnata da una più popolare e, a dire il vero, di scarsa qualità. Per il popolo insomma.

Dopo la seconda Guerra mondiale, nonostante i danni subiti dai vigneti, la Cooperativa continuò a produrre e la famosa collezione di vini fu protetta su ordine speciale arrivato da Mosca. Alla fine della guerra tornò a Massandra e oggi quella cantina ha la collezione più ampia del mondo tanto da entrare, nel 1998, nel Guinness dei primati come il più grande tesoro di vini esistente.

Gli anni ’60 non risparmiarono la Crimea dai danni della fillossera e  il proibizionismo imposto nel 1985 da Mikhail Gorbagev non aiutò. Secondo i dati ufficiali il 30% delle vigne fu distrutto. Un numero superiore a quelli periti durante il conflitto mondiale.

Oggi la società di Massandra è composta da 8 aziende e appartiene al 100% allo tato Russo. Nel 2016 ha ottenuto, prima e unica, la licenza per la produzione sotto il marchio di indicazione geografica protetta Crimea Igp.

Insomma una storia che attraversa secoli e che oggi si mostra al mondo in un Wine Park di lusso, dalle mille sfaccettature e possibilità. Un’oasi di pace, piacere e scoperta!