Non chiamatela moda, nè tendenza. Quella del vino rosato è una vera identità. Lo dicono numeri e iniziative. E se in Abruzzo si allestisce la vetrina mondiale, c'è chi chiede "parità" anche sui social: che emoji PInk Wine sia.

La città de L’Aquila torna sempre più protagonista e inizia a scrollarsi di dosso il dramma che l’ha colpita nel 2009 diventando scenario perfetto per eventi internazionali che parlano la lingua della sua rinascita: è qui che dal 4 all’8 giugno si terrà infatti la prima edizione del Food & Rosè Selection, la prima edizione interamente dedicata al vino rosato organizzata dal Concours Mondiale de Bruxelles in collaborazione con la Regione Abruzzo.

Per un territorio che riafferma un’identità mai persa, un vino che, negli anni, è riuscito a dimostrare che una sua identità ce l’ha: il rosè. Lo dicono i suoi numeri, i consumi e anche le tante manifestazioni e inziative, a cominciare dalla richiesta ufficiale avanzata dal Consorzio Chiaretto e Bardolino per l’emoji Pink Wine, “in rosa”, dove rosa non sta per “femminile”. I vini rosè si sono tolti di dosso anche questa etichetta: piacciono proprio a tutti.

 

Vino rosé: tra il 2002 e il 2018 una crescita esponenziale del 40%. In termini di consumi l’Italia è al quinto posto nel mondo

E’ stato l’Osservatorio mondiale del Rosè a decretare, con il suo rapporto 2020, la definitiva affermazione del vino rosato dimostrando come da quando l’Osservatorio stesso è nato, nel 2002, e al 2018, anno di cui lo stesso ha gi ultimi dati, il consumo di vino rosato sia cresciuto del 40%. L’anno record della sua produzione è stato il 2018 con 26,4 milioni di ettolitri. In termini di valore anche i flussi globali sono dinamici: hanno raggiunto i 2,2 miliardi nel 2018 con un aumento del 10% in un anno.

Se sul fronte produzione la Francia non sembra raggiungibile, con la Spagna che si impone a livello di importazione, sul fronte del prezzo medio l’Italia ha fatto registrare una bella crescita, sebbene con un calo di esportazioni secondo i dati dell’Osservatorio.

Se guardiamo ai consumi, possiamo parlare di vero fenomeno, come dimostra la recente ricerca di Wine Monitor Nomisma riportato qualche settimana fa da WineNews. Tra il 2000 e il 2019 la crescita è stata del 15,8%, a fronte del 2,5% del vino nel suo complesso. E l’Italia è un mercato importante: il quinto al mondo per consumo di vini rosati pari al 13% imponendosi per circa il 7% sulla produzione mondiale con quattro regioni, cioè Veneto, Lombardia, Emilia Romagna e Puglia, che nel 2020 hanno raggiunto il 67% di produzione rosé Dop e Igp nazionale. A crescere anche le quote di mercato di etichette luxury e super luxury. Fenomeno affermatosi grazie allo switch dei canali di vendita, a dimostrazione di come la multicanalità sia sempre più il presente e non semplicemente il futuro.

 

Il vino rosato italiano nei mercati “principi” di Stati Uniti e Uk

Visto che L’Aquila sarà pre quattro giorni la vetrina mondiale del rosé tanto vale esaminare anche le rilevazioni Wine Monitor in due Paesi chiave per la nostra enologia: la Gran Bretagna e Gli Stati Uniti. Paese, quest’ultimo che già nel 2017 ne aveva fatto una tendenza. Negli Usa, le vendite off-permise a valore di rosé fermi sono cresciute in nove anni, dal 001 al 2002, del 126,7% con un +75,2% sul totale table wine e un giro d’affari che, nell’ultimo anno, ha superato 1 miliardo di dollari. E far meglio in termini di variazione nel mercato nell’ultimo anno, seppur rappresentando ancora una piccola quota di mercato (il 6%), sono proprio i rosati italiani che hanno visto una variazione pari al 63,9% tra il 2019 e il 202. Crescono anche i prezzi dei nostri vini, come detto, con l’Italia che, in questo senso, si piazza appena dietro la Francia.

E lo stesso trend si registra in Uk dove i vini rosati nell’off permise sono cresciuti del 59,9%. E qui, con la variazione dei canali di vendita, è stata decisamente esponenziale la crescita dei vini rosé premium: un aumento del 257%. Questo vuol dire che in Gran Bretagna i vini rosati italiani più acquistati avevano un prezzo di almeno 12 sterline.

 

A L’Aquila dal 4 all’8 giugno va in scena il Food & Wine Rosé Selection organizzato, per la prima volta, dal Concours Mondial de Bruxelles

Numeri che fanno ben capire l’importanza dell’evento che sarà ospitato a L’Aquila nei prossimi giorni e che per il vicepresidente della Giunta regionale abruzzese Emanuele Imprudente, si tradurrà in un importante richiamo anche per il turismo nella stagione estiva alle porte. “Occorre – ha dichiarato – ripartire facendo leva sull’immagine e il prestigio di questa regione, nonché sul ruolo da protagonista indiscussa che oramai incarna nel mondo enologico internazionale. L’obiettivo di questa kermesse è proprio quello di rilanciare il territorio e, contemporaneamente, di accrescere le opportunità”

A L’Aquila dunque ci sarà l’Europa del vino e le eccellenze gastronomiche regionali saranno al centro di una gara che decreterà il miglior abbinamento cibo-rosato dell’anno. A preparare i piatti saranno i giovani dell’istituto alberghiero dell’Aquila in una tre giorni che richiamerà, tra gli altri, 45 esperti degustatori internazionali, tra sommelier, critici, buyer, giornalisti e rappresentanti di organizzazioni, che vestiranno i panni dei giudici per definire l’abbinamento gastronomico più adatto per ogni vino medagliato. Oltre alle sessioni di degustazioni, si terranno incontri di approfondimento e dibattito sui grandi temi legati al drink pink. Insomma un evento da non perdere che, tutti gli appassionati, potranno anche seguire in diretta via streaming perché ormai, così come che il rosato abbia una sua anima è un fatto, lo è anche la rivoluzione digitale.

 

Il vino rosé vuole ‘parità’ in termini di comunicazione: avanzata dal Consorzio Chiaretto e Bardolino la richiesta ufficiale per avere sui social una emoji Pink Wine

La dimostrazione di come sia fondamentale saper comunicare in digitale? Beh arriva al Consorzio Chiaretto e del Bardolino (tanto per restare in tema rosé), che ha presentato a Unicode Consortium, l’ente californiano che sovrintende alle regole della scrittura informatica, la richiesta di inserire l’emoticon dedicata al vino rosa sui social di tutto il mondo e dunque su Intasgram Whatsapp e Facebook. “Se scriviamo agli amici – spiega infatti Franco Cristoforetti, presidente del Consorzio e di Rosautoctono, l’istituto del Vino Rosa Autoctono Italiano, di cui fanno parte i Consorzi che tutelano le denominazioni storiche del vino rosa italiano – possiamo usare le raffigurazioni di un calice di rosso, di due flute o di una bottiglia di spumante, ma manca totalmente la rappresentazione del vino rosa”.

Per lui il retaggio della marginalizzazione cui è stato destinato per decenni questo vino, a fronte di una realtà attuale in cui proprio il Chiaretto Bardolino, con i suoi 10 milioni di bottiglie, è leader in termini di produzione. “E’ ora di mettere fine a questa carenza comunicativa – ha aggiunto  Cristoforetti – e di permettere ai wine lover di tutto il mondo di esprimere pienamente il loro amore per il vino rosa”. Parliamo quindi di una vera e proprio emoji Pink Wine. A crearla lo studio veronese Paffi per il Consorzio.

Se l’idea vi piace dal 21 giugno potrete sottoscrivere la raccolta firme che sarà lanciata per #oggiinrosa, la giornata nazionale dedicata ai vini italiani!