VinNatur e ViTe organizzano la prima manifestazione interamente dedicata a questa realtà che diventa sempre più una questione di coscienza. A difesa di territori, produzioni e luoghi nasce anche unanuova associazione: si chiama Van e i suoi "intenti" sono chiarissimi

I vini naturali e i suoi produttori sempre più protagonisti. Nell’epoca dell’attenzione all’ambiente e la sostenibilità come dictat per salvaguardare il pianeta, ci sono due belle novità in vista del prossimo autunno-inverno. Arriva infatti la prima rassegna interamente dedicata al vino naturale e, intanto, nasce una nuova associazione che ne tutela il valore artigianale.

Ecco di cosa vi stiamo parlando.

 

Finalmente i vini naturali hanno il loro primo evento esclusivo: è Vi.Na.Ri. e andrà in scena a febbraio 2023

Bisognerà aspettare il 2023, ma è di certo un appuntamento da mettere in agenda quello che per la prima volta andrà in scena a Milano. Si chiama “Vi.Na.Ri.” ed è la prima edizione della rassegna dedicata al vino naturale organizzata dalle associazioni VinNatur e ViTe vignaioli e territori.

Davvero una novità nel panorama nazionale. Sì perché se di vino naturale sentiamo parlare tantissimo, una manifestazione tutta sua non c’era ancora. Come è noto i requisiti perché si possa essere definiti produttori di vino naturale sono molto precisi e riguardano qualità e metodo di produzione.

A Milano, dunque, il 12 e il 13 febbraio 2023 ci sarà l’eccellenza del settore: 150 le cantine presenti sia italiane che estere. Non solo prodotto, ma vera filosofia quella di questi produttori che saranno protagonisti nello Studio Novanta di via Mecenate 88/a ad inizio anno.

L’obiettivo di Vi.Na.Ri. non è solo quello di far conoscere prodotti verso cui l’attenzione è sempre maggiore, soprattutto da parte dei consumatori, ma anche quello di aprire una importante riflessione che porti ad un profondo rinnovamento nel settore mettendo in piedi anche importanti collaborazioni.

“Questo processo di cambiamento – spiegano i presidenti VinNatur e Vi.Te. Angiolino Maulé e Gabriele Del Prato -, sarà rivolto soprattutto ai vignaioli naturali, perché è fondamentale concentrarsi sulla persona e sul suo lavoro, sulle sue idee e sulle sue scelte. Gli unici elementi che possono rendere un prodotto unico e irripetibile”. Un percorso che, grazie alle due associazioni, vede in prima linea oltre 300 aziende vitivinicole “che con un’unica voce – concludono – possono affermare con chiarezza e determinazione la cultura del vino naturale”.

 

Il vino naturale non è solo un modo di dire, è un pensiero, una filosofia: nasce una nuova associazione, quella dei vignaioli artigiani naturali (Van)

Se le due associazioni sono state avanguardiste nella nascita di quello che si potrebbe definire un vero e proprio movimento culturale prima ancora che enologico, il fatto che la cultura del vino naturale stia sempre più diffondendosi lo conferma la nascita di una nuova realtà: quella dei Vignaioli artigianali naturali (Van) che, insieme lo sono da oltre dieci anni, ma che ora si sono finalmente strutturati. Sono 27 le cantine che hanno deciso di riunirsi per creare questa nova realtà. Una piccola corporazione con un impegno preciso: produrre vini nel totale rispetto della terra, delle piante e dell’uomo.

Una nuova realtà che abbraccia realtà che attraversano tutto il Paese e che è destinata certamente a crescere. Proprio la protezione delle vigne e dell’ecosistema di cui fanno parte è alla base della filosofia del Van. Per loro comunicare quello che fanno, far capire il significato della tradizione e dei valori dei territori che rappresentano è prioritario. Non ci sono protocolli definiti. Si lascia spazio a creatività ed esperienza ed è questo ciò che li distingue.

Tutto però sempre nel pieno rispetto dell’ambiente. Ecco perché per farlo nascere un vino, vengono adottate tutte le pratiche utili a favorire la vitalità dei terreni così da garantire la salute delle piante. Nessun intervento dannoso e niente che possa anche solo lontanamente minare l’equilibrio biologico del vigneto. Insomma qui agricoltura biologica e biodinamica convivono.

 

La filosofia dell’associazione

Lo spiega bene la presidente Maria Parrilla: “Chiamando un vino ‘naturale’ intendiamo sottolineare un concetto culturale, filosofico e spirituale che riguarda il rapporto tra uomo e natura. Nel vino – aggiunge – l’espressione di questa relazione è la fermentazione spontanea, il momento di trasformazione naturale da mosto a vino, quando il lavoro in vigna cede il posto a quello in cantina. E’ questo il momento in cui si può consegnare  al vino l’unicità dell’annata e del terroir. Per questo – conclude Parrilla – i nostri vini sono tutti diversi, pur rispettando le stesse regole fondamentali della nostra ‘Carta degli intenti'”.

Le cantine che hanno per ora aderito sono abruzzesi, calabresi, campane, emiliano-romagnole, laziali, lombarde, marchigiane, molisane, piemontesi, toscane e umbre. Per aderire è possibile contattare l’associazione tramite la mail info@vignaioliartigianinaturali.it.

 

La carte degli intenti dei Vignaioli artigiani naturali

A questo punto ci sembra giusto illustrare la Carta degli Intenti su cui si basa la nascita dell’associazione Van. La riportiamo per intero.

La convinzione ispiratrice è che il vino continui ad essere quella risorsa alimentare corroborante e salutare come è stata conosciuta nei secoli, e non debba essere ridotto a una sorta di bevanda, alterandone e correggendone sistematicamente i costituenti.

 

Nella nostra pratica quotidiana il vino naturale è:

  • è un vino integro e vitale perché è ottenuto da uve da agricoltura biologica o biodinamica, anche autocertificata

  • è un prodotto agricolo ottenuto dal vignaiolo che ne segue direttamente tutte le fasi produttive, dalla coltivazione della vite al confezionamento nella bottiglia;

  • è ottenuto solo da uve proprie, coltivate direttamente, o, se acquistate, provenienti da vigneti di produttori biologici o biodinamici dello stesso territorio (non più del 30% del totale);

  • è ottenuto da fermentazioni spontanee, senza l’utilizzo di lieviti o batteri selezionati fabbricati in laboratorio;

  • è ottenuto senza l’aggiunta di nessuno degli additivi o coadiuvanti enologici ammessi dal disciplinare convenzionale e anche da quello del vino biologico e biodinamico, in vinificazione, maturazione e affinamento;

  • è esente da quelle manipolazioni e trattamenti fisici o chimici invasivi ammessi dai disciplinari del vino convenzionali o biologici.

  • è ammessa nei vini una quantità di solfiti (anidride solforosa totale all’imbottigliamento, dichiarata dal produttore e comprovabile analiticamente) che può essere superiore a quella che si genera naturalmente nei mosti durante la fermentazione alcolica, ma è mantenuta sempre di molto inferiore a quella consentita per legge (vino convenzionale e vino biologico) ed impiegata soltanto allo scopo di consegnare intatto al consumo, negli anni, un vino prodotto con la massima naturalezza in tutte le fasi, dalla vigna alla vinificazione.

All’interno di queste regole, che i produttori si impegnano a rispettare, ivVini Naturali sono realizzati senza ulteriori vincoli predefiniti, dando spazio alla propria creatività, storia e cultura e sono profondamente legati al terroir che interpretano e rappresentano. Per questo i vini naturali possono presentare delle sorprendenti, sostanziali diversità che sono da considerare una vera ricchezza.

Il nostro Vino Naturale è:

  • ottenuto da uve da agricoltura biologica o biodinamica anche autocertificata, raccolte manualmente (il produttore, sottoscrivendo codesta Carta, accetta analisi per la ricerca di eventuali residui di fitofarmaci e livello solforosa);

  • unicamente da fermentazioni spontanee (senza lieviti o batteri aggiunti);

  • con un contenuto in solforosa totale all’imbottigliamento di max 40 mg/l per tutti i vini, indipendentemente dal tenore di zuccheri residui;

  • senza l’aggiunta di alcun additivo o coadiuvante enologico in vinificazione, maturazione e affinamento;

  • senza trattamenti fisici brutali e invasivi (osmosi inversa, filtrazione tangenziale, pastorizzazione, criovinificazione o termovinificazione, filtrazione sterilizzante, ecc.)

Tali regole devono essere valide per tutti i vini prodotti dall’azienda. Nel sottoscrivere tale carta, si attesta la conformità del proprio lavoro agli intenti sopra scritti. I vignaioli che non vogliono o non possono assumersi tale impegno non sono tenuti ad aderire. I firmatari, inoltre, nell’immediato futuro si impegnano a sostenere e proporre tutte quelle iniziative finalizzate alla possibilità di riportare nell’etichetta dei vini la lista completa degli ingredienti.

I firmatari aderiscono ad una ricerca Universitaria mediante analisi chimiche e microbilogiche, alla ricerca nei vini di metaboliti e prodotti di degradazione di vari ceppi di lieviti, al fine di determinare uno standard che evidenzi l’uso di lieviti selezionati o di fermentazioni spontanee. I firmatari accettano implicitamente la possibilità che i loro vini vengano sottoposti ad analisi per determinare il livello di SO2 totale ed eventuale residui di fitofarmaci.

 

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