E' simbolo di eleganza, cultura e tradizione. Ci piace territoriale, beviamo con moderazione e se al sud il rosso non ha rivali, i bianchi consuistano la Capitale con le bollicine che al nord sono regine indiscusse. E' quanto emerge dalla ricerca Mercato-Italia dell'Osservatorio Vinitaly Nomisma Wine Monitor

Il vino è tradizione, eleganza e cultura. I superalcolici? Per alcuni divertimento per altri monotonia. Se poi parliamo di birra è il simbolo dell’amicizia, ma anche un emblema di quotidianità. Gli italiani con l’alcol hanno un rapporto chiaro e la buona notizia è che sì beviamo meno, ma lo facciamo tutti e con una consapevolezza e una moderazione sempre maggiore.

Il nostro rapporto con il vino, insomma, è un rapporto sano e soprattutto è un collante generazionale! E’ quanto emerge dall’indagine “Mercato Italia – gli italiani e il vino” presentato ieri al Vinitaly in corso a Verona realizzato proprio dall’Osservatorio Vinitaly-Nomisma Wine Monitor.

 

Vino in Italia: beviamo meno, ma beviamo meglio. Dai 18 ai 73 anni, al nettare di Bacco non rinuncia nessuno

Partiamo dal quanto beviamo e chi beve vino. Rispetto a vent’anni fa, in volume, beviamo il 26% in meno, ma tutto ci concediamo il nostro calice. La media nazionale è di 2-4 bicchieri a settimana che prediligiamo gustarci nel posto che amiamo di più: la nostra casa. A non rinunciare al nettare di bacco sono soprattutto i baby boomers, ovvero le persone di età compresa tra i 55 e i 73 anni che rappresentano il 93% dei consumatori. Ma in realtà sono tutte le generazioni ad amare il vino. Anche i millennials (18-38 anni) che lo scelgono nell’84% dei casi. Nel loro caso però un buon vino è bene gustarlo anche fuori casa.

 

Vino in Italia: un vigneto di 650 mila ettari che, al consumo, vale 14,3 miliardi di euro

Si beve meno sì, ma il fatto che si beva tutti di certo non ha fatto male al mercato. Secondo l’analisi dell’osservatorio l’Italia produce un valore al consumo stimato in 14,3 miliardi di euro. Il vigneto italia è pari a 650 mila ettari su cui nascono e si producono 406 vini a denominazione. Sono 310mila le aziende nel Bel Paese e se parliamo di ettolitri venduti il 2018 incornicia un bellissimo 22.9 milioni. Il dato è del 2018 ed è in crescita del 2,8% rispetto al 2017 in valore con una sostanziale stabilità se restiamo nel campo dei volumi.

Se parliamo di consumi non possiamo lamentarci, sebbene molto ci sia ancora da fare e le opportunità non manchino. L’Italia infatti si posiziona al quarto posto dopo Usa, Francia e Regno Unito.

 

Vino in Italia: siamo il quarto Paese al mondo per consumo e Vinitaly ha deciso di puntare sul digital

Ma cos’è il vino per gli italiani? Lo abbiamo detto all’inizio: è tradizione, eleganza e cultura. “Per gli italiani il vino va oltre lo status symbol – afferma il direttore generale di Veronafiere Giovanni Mantovanie rappresenta un tassello fondamentale della cultura tricolore al contrario di altri Paesi consumatori. E il Vinitaly – sottolinea – è un brand riconosciuto come bandiera. Tre italiani su quattro lo conoscono. Una notorietà non fine a se stessa: Vinitaly ha l’obiettivo di parlare attraverso tutti i canali possibili, per creare un rapporto sempre più coeso tra il mondo dei produttori e quello dei consumatori. In questi anni abbiamo investito quasi 5 milioni di euro nello sviluppo digital e la nostra sarà la prima manifestazione che userà queste potenzialità”.

 

Vino in Italia: a tavola immancabile il rosso, ma le novità non mancano a seconda della regione e della città

Appurato che del vino non sappiamo fare a meno quale ci piace gustare di più? A tavola il rosso non ha rivali. Chi lo beve lo fa almeno 2-3 volte a settimane. Gli altri si bevono sì, ma potremmo affermare che il cambio d’abitudine è strettamente legato alle serate passate fuori casa. Il rosso spadroneggia soprattutto al Sud, in Piemonte e in Toscana. In Vento, neanche a dirlo, sono gli sparkling a fare la differenza.

Da ripassare, soprattutto al sud, la conoscenza della provenienza dei grandi vitigni. Gli intervistati cui è stata chiesta la provenienza regionale di Amarone della Valpolicella, Brunello di Montalcino e Franciacorta hanno rispsoto bene in un caso su quattro, ma ad aver avuto il margine di errore più basso sono stati i veneti, seguiti dai lombardi con in coda siciliani e campani.

Guardando ai consumi nelle città metropolitane il tasso di penetrazione è uguale o leggermente superiore alla media italiani come dimostra Napoli dove la penetrazione del consumo del vino è del 91% a fronte dell’88% della media nazionale. Se è vero che a tavola il rosso spadroneggia ci sono città dove il bianco continua a crescere e lo fa anche di molto rispetto alla media. E’ il caso di Roma dove rappresentano il 25% dei consumi a fronte del 18% della media nazionale. Lo stesso accade per gli sparkling a Milano.

 

Vino in Italia: gli esperti del vino crescono al nord e sono acculturati, ma per tutti quel che conta di più è la territorialità

Aumenta la consapevolezza, ma la conoscenza non tantissimo. Solo un quarto dei consumatori, infatti, si dice in grado di riconoscere ciò che sta bevendo. Se parliamo di “esperti” in crescita sono i mascihetti (33% contro il 18% delle donne). Esperti che si concentrano soprattutto nel Nord-Ovest (31%) e in maniera proporzionale in base a reddito (45%) e scolarità (39%).

Se è vero che la denominazione nei mercati è il trend imprescindibile, altrettanto vero è che per i consumatori a contare di più è il territorio. Ma è pur sempre questo insieme a denominazione e vitigno a contare di più per gli italiani al momento della scelta. Elementi per il 61% degli intervistati più importanti di prezzo, brand aziendale, consigli di sommelier e caratteristiche green.

 

Vino in Italia: i trend dei prossimi anni? Vini autocotni e biologici con lo spritz che unisce il Paese

Su cosa si sposterà quindi nei prossimi anni l’attenzione dei consumatori? Secondo l’analisi su vini autoctoni (28%), biologici (28%), vini veneti, piemontesi, toscani, pugliesi e siciliani oltre che quelli leggeri, facili da bere e da mixare.

Vale la pena sottolineare il valore e l’importanza sempre più indicativa dell’enoturismo. Il 23% degli italiani ha fatto almeno una vacanza in un territorio del vino e solo il 18% esclude che lo farà. Su tutti la scelta ricade sulla Toscana con Chianti e territorio senese a farla da padrone. Seguono Piemonte (Langhe e Asti”) e Veneto.

Sempre più apprezzato al moneto dell’aperitivo lo spritz che valica i confini veneti e conquista tutto il Paese. Insomma, ci piace bere, farlo bene e cercando di ampliare sempre più le nostre conoscenze e le nostre esperienze. Il sud è un po’ indietro, ma si può recuperare in fretta. L’Italia del vino è in continuo fermento e i mercati ci premiano.