Secondo quanto riportato da The Local è entrata in vigore una legge che impone di mettere per iscritto tutte le informazioni dei vini che finiscono in caraffa o nei bicchieri: è una tutela per tutti

Vino al calice o in caraffa: in Francia cambiano le regole e ora, anche per quelli, sarà necessario indicare tutte le informazioni sull’origine della provenienza. La notizia della legge entrata in vigore oltralpe il 24 luglio la troviamo su The Local e in effetti è interessante perché, a quanto pare, metterebbe in atto una vera e propria stretta su ristoranti, bar e caffetterie in nome della trasparenza e la qualità.

 

L’abitudine di ordinare un calice di vino o una caraffa: in Francia sono un’abitudine e ora per chi opta per questa scelta c’è garanzia di conoscenza

Sembra sia diffuso in Francia ordinare un calice o una brocca di vino. Se in Italia le brocche tendiamo a vederle sempre meno, così non è di certo per i calici. Tutti per un aperitivo magari, ne abbiamo ordinato uno. Non sempre ci mettiamo lì a chiedere spiegazioni sufficienti, ci limitiamo magari alla tipologia soprattutto nel caso in cui esperti non lo si è.

In Francia, scopriamo, non sempre nel menù è indicata la provenienza del vino che si sta ordinando, soprattutto se si tratta di brocca o singolo calice. Si chiamano “pot” nell’est della Francia queste caraffe di varie dimensioni, ma in effetti a ben pensarci se qualcosa dobbiamo berla e pagarla, sarebbe giusto sapere sempre di cosa si tratta.

Questo non vuol dire mettere in discussione la serietà di chi ce lo offre, ma semplicemente essere informati anche solo su un calice di vino il che, tra l’altro, è anche un piacere perché si può sempre fare qualche bella scoperta.

 

Tutte le informazioni di indicazione geografica vanno indicate, per iscritto: multe da 1.500 euro per chi non rispetterà la nuova legge

Ora in Francia c’è una legge leggiamo su The Local, che impone a chi vende vino in un bar o in un ristorante, di mostrare tutte le informazioni sulla sua provenienza e sulla sua origine geografica protetta (Aop) nel caso ne abbia una. Non solo. Chi vende vino destinato al consumo sul posto sia dentro che fuori dal locale è ora obbligato ad esporre tutte le informazioni per intero e per iscritto. Per la serie non si può più andare al bancone e dire: “un Traminer” o qualsiasi altro vino vi venga in mente.

Dobbiamo poter scegliere sapendo cosa stiamo ordinando e se non ci si adegua son ben 1.500 euro di multa. In realtà la legge è una revisione o meglio un aggiornamento di quella sulla trasparenza delle informazioni sui prodotti agricoli e alimentari, entrata in vigore nel 2020 e volta a proteggere gli agricoltori e i produttori francesi.

 

Crediamo sia una buona legge che tutela tutto ed esalta la professionalità

Non conosciamo il contenuto di tutta la legge nel dettaglio, ma per quel che ne sappiamo leggendo qua e là ci limitiamo a fare un piccolo commento guardandola positivamente. Sì perché crediamo sia giusto che le informazioni siano a disposizione dei clienti. Vuol dire, come la legge intende, tutelare i produttori, ma vuol dire anche creare un legame di fiducia con i consumatori. Certo, la fiducia deve essere soggettiva, ma magari dover dare tante informazioni porterà anche a professionalizzare maggiormente le attività che dovranno avere qualcuno in grado di rispondere ai clienti sul quale vino si consiglia tra questo e quello prodotto qui o lì, tanto per fare un esempio.

Ci sembra una buona legge se applicata con il buon senso e rispettata con altrettanta buona volontà da chi di dovere. Che facciamo…ci versiamo un calice di vino?

 

Potrebbe interessarti anche:

Volo cancellato o in pesante ritardo? Beviamoci su!