Da Venezia a Pechino in camper con Overland: il 22 febbraio il seminario e le adesioni per un progetto ambizioso che mira alla valorizzazione del made in Italy

Le eccellenze enogastronomiche italiane in viaggio lungo l’antica via della seta di Marco Polo. Il viaggio di quelle venete è un viaggio ideale che arriverà a Pechino fino a Pechino prendendo il via il 22 febbraio in occasione del seminario convegno organizzato dall’Aikal (associazione internazionale di imprese e consorzi professionisti manager per la cultura, il lavoro e la solidarietà) e la Regione Veneto.

Un appuntamento, quello organizzato, che rientra nel programma Grande Eventi della Regione che dà il via ad una serie di appuntamenti che porteranno lungo la via della seta anche le altre regioni italiane.

 

Lungo la Via della Seta in camper: la promozione dell’eccellenza italiana da Venezia a Pechino

Sarà una giornata di studi sulla promozione e la commercializzazione dei prodotti e della cultura italiana che in essi è custodita quella che si svolgerà al Russot Hotel di San Giuliano-Venezia. Le nostre eccellenze partiranno quindi verso la Repubblica Popolare Cinese con la carovana di camper Overland con a capo gli stessi imprenditori dell’agroalimentare italiano che vorranno partecipare al decisamente particolare evento e percorrere la Silk Road terreste.

Un Progetto Paese Italia che ha già visto partire treni e navi come mezzi veloci di trasporto merci e che oggi, con Overland, si prepara a questa nuova avventura per portare conoscenza, cultura e contatti per la valorizzazione del made in Italy in un lungo viaggio che sarà anche incontro di culture.

Il 22 febbraio il progetto sarà quindi presentato e chi vorrà potrà aderire all’iniziativa. Il tutto correlato da un seminario che metterà attorno allo stesso tavolo istituzioni, imprese e consorzi per realizzare un progetto che punta dritto ad Est: la nuova frontiera per i mercati.

“Il Progetto Via della Seta guarda ai mercati orientali in modo concreto”, conferma infatti Giampietro Comolli, docente Distretti Produttivi Turistici. “E’ un approccio costruttivo commerciale di rilevante importanza culturale e politica. Lo sviluppo e la tutela innovativa e moderna dell’agro alimentare, l’italian sounding va affrontato come Sistema Squadra Paese con unicità di eventi di altissimo valore aggiunto e per sostenere in primis i prodotti Dop-Igp contro le etichette globali a semaforo. Vino e Food italiano deve essere aggregati e integrati per vincere“.

 

Lungo la via della Seta per valorizzare l’inimitabile patrimonio enogastronomico italiano

Il viaggio in caravan è l’ultima iniziativa di un progetto che è già partito, come detto, per mare e su ferro per la via della Seta. Un viaggio vero da Venezia a Pechino lungo la stessa via che ha seguito Marco Polo e che tocca ben 14 Paese. Lo scopo del seminario che introdurrà l’iniziativa è dunque quello di sviluppare progetti concreti per conquistare un Paese emergente che strizza l’occhio alle nostre eccellenze.

Comolli, che è anche componente del Comitato Scientifico Accademico Aikal approfondisce così le tematiche e lo scopo di un progetto così ambizioso. “Diciamo da sempre che l’Italia ha nell’arte e cultura il suo petrolio, ha nel turismo un motore in più collegato al paesaggio, ha oggi nell’enogastronomia il volano dell’economia. Siamo il primo paese al mondo per il numero di prodotti certificati e riconosciuti  eppure siamo il 5°  paese al mondo per numero di turisti. Siamo al 15° posto per l’esportazione del cibo nel mondo”.

Non solo: “la produzione agroalimentare vale circa 138 mld/euro (pari al 9% del Pil nazionale). A questi si aggiungono altri 50 mld euro del fatturato solo agricolo. Il valore al consumo globale è intorno a 235 mld euro anno 2018, con un export di 41,8 mld euro destinato per 2/3 in Europa. Vogliamo arrivare a 70 mld di export, dobbiamo aprire nuovi mercati, nuovi canali, nuovi consumatori e bisogna saperlo fare con sistema, con strategia, con squadra unica, brand unico. Cibo, vino, turismo, cultura devono avere lo stesso progetto, lo stesso obiettivo verso l’estero”.

 

Esportare il nostro “stile di vita”…

D’altra parte “Italia è sinonimo di stile di vita più che di marchi di prodotti – aggiunge Comolli-.  A parte le grandi produzioni e chi fa volumi commerciali, il 90% delle aziende e delle produzioni sono piccole, eccelse e limitate che gli stranieri scoprono solo venendo in Italia come turisti. Difficile fare acquisizioni di imprese, difficile pensare a compravendite per ingrandirsi. Non resta che l’aggregazione e la concentrazione dei marchi, partecipando attivamente a grandi eventi, presentando un sistema di prodotti di nicchia”.

 

Trasformare il problema della scarsità delle risorse in un plus per valorizzarle, salvarle e veicolarle…

“L’esaurimento di prodotto è un segnale forte che mai abbiamo sfruttato – prosegue -. Non abbiamo fotocopiatrici che sfornano in continuità. I nostri gioielli non sono frutto di una catena di montaggio. Ma occorre che le piccole imprese tornino e investire e a non aspettare. Inoltre l’80% del nostro export cibo-vino è concentrato in 21 paesi su 200. Forse cercare nuove destinazioni può essere il modo giusto per ampliare le potenzialità. Bene guardare all’estero, bene cercare nuovi paesi e nuovi mercati e nuovi consumatori. Ma un grande prodotto, una leadership mondiale si crea quando all’origine, nel paese di produzione, è alto e diffuso il consumo in tutti i canali. Si deve trovare  ovunque. Per questo un export forte o nuovo export non deve cancellare o abbandonare il mercato interno”.