Un interessante articolo apparso su Horecanews su quanto questa sia diventata una discriminante nel B2C, ci offre la possibilità di spiegare perché noi su questo abbiamo puntanto per il business

Oggi prendiamo spunto da un articolo apparso su Horecanews in cui si riportano anche i risultati di un’indagine Iwsr che dice chiaramente quanto oggi, la logistica nella distribuzione, pesi nel mondo quando si parla di acquisto di vino online.

Se nello specifico ciò di cui parliamo oggi è la logistica B2C, vi invitiamo sin da subito a riflettere su quanto, se è vero che i tempi di consegna per l’online verso il consumatore sono la chiave di volta, lo stesso discorso, e noi ne siamo più convinti, vale anche per il B2B: è per questo che con il nostro business abbiamo proprio puntato a questa rivoluzione. L’ennesima non più rinviabile.

 

Comprare vino online non è più una “costrizione” oggi è una scelta e il tempo che impiega una bottiglia ad arrivare a casa…fa la differenza!

Ci è capitato più di una volta di parlare di come la distribuzione sia cambiata negli ultimi anni. Di come la logistica, in questo senso, abbia dovuto rivedersi e molto debba ancora fare per cogliere a pieno tutte le possibilità che la contemporaneità, complice la tecnologia, offre.

L’online, ormai non è più un segreto né un tabù, è stata definitivamente sdoganata con l’arrivo della pandemia. In tanti, anzi tantissimi, hanno iniziato a comprare online. E ora, da un’indagine, salta fuori come la velocità di consegna faccia la differenza per chi punta su questa realtà.

Insomma ciò che si è fatto per “costrizione” quando stando chiusi in casa diversamente proprio non si poteva fare, ora è una scelta voluta e pensata: compriamo vino online perché ci piace. A dirlo non siamo noi, sono i numeri.

 

A fare acquisti di vino online non sono i giovanissimi, che vanno conquistati, ma soprattutto genrazione X e Baby Boomers (a sorpresa)

Primo punto su cui si focalizza l’indagine riportata da Horecanews è sul “chi” compra il vino online. Sopresa sopresa: sono soprattutto quelli della generazione X ovvero quelli nati tra il 1965 e il 1969. Insomma non proprio i nativi digitali, ma quelli che, comunque, la tencologia la conoscono e la usano. Sono loro a fare acquisti di bottiglie online più di ogni altro e rappresentano il 46% del totale. Sopresa delle sorprese, al secondo posto ci sono i Baby Boomers, cioè quelli ancor più “attempati” e ci si passi il termine per pura e semplice ironia. Chi sono? Quelli che sono nati tra il 1946 e il 1964: sono il 30%. Seguono i millennials, i “quasi” nativi digitali: la generazione 1980-1995 rappresenta il 23% di quelli che comprano vino online.

Eh già, con i giovanissimi, i nativi digitali (la cosiddetta Generazione Z) si è molto ma molto indietro: rappresentano l’1,1,%, ma va pur detto che nel 2019 erano lo 0,6%, quindi una crescita c’è stata.

 

Due piccole riflessioni sul perché crediamo che la distribuzione e la logistica dovrebbero rivoluzionarsi anche nel B2B

A questo punto facciamo una nostra prima riflessione: se sono soprattutto i “grandi” a comprare online vuol dire che anche tra chi il vino lo produce e chi lo rivende, chi lo fa da decenni, dovrebbe esserci maggiore fiducia verso una logistica B2B, oltre che B2C. Non è, insomma, una questione di gioventù capire i vantaggi della tecnologia. Altra riflessione che facciamo subito è proprio sui giovanissimi: la comunicazione in generale, ma soprattutto online, deve “svecchiarsi”, potremmo far nostre le parole con cui di recente le ha definite Giampietro Comolli, ad esempio. Siamo certi che indagare meglio il linguaggio giovanile che passa proprio su social e web, possa dare un grande potenziale di crescita a chi sceglie l’online per vendere i propri prodotti.

 

Chi compra vino online è molto esigente: bisogna essere veloci ed affidabili, ma per il business non dovrebbe valere lo stesso?

Altro aspetto da tenere in forte considerazione: chi compra online è esigente. Vuole un acquisto semplice, veloce e vantaggioso  in termini di prezzo. Sono attenti a “chi” offre il prodotto e vogliono percepirlo come affidabile. E la consegna, questo il fulcro dell’indagine, deve essere veloce.

Se è così per il B2C, torniamo a ripeterlo, non dovrebbe essere così anche per il B2B? Sapere di poter avere consegne rapide, senza intermediari, con costi ridotti e la sicurezza della della consegna con tecnologie come la blockchain, non sarebbe forse un grande vantaggio? Noi lo pensiamo e questa opportunità con il nostro marketplace e la nostra carta dei vini digitale l’abbiamo realizzata perché convinti che le nuove tecnologie offrono possibilità infinte molte delle quali ancora inesplorate. Avere una logistica anche nel business veloce e che permette una grande flessibilità in cantina, è qualcosa di cui oggi, ribadiamo, siamo convinti non si possa proprio fare a meno.

 

La conferma dall’indagine Iwsr: la rapidità è una discriminante importante, ma se nel B2C la concorrenza affatica qualcuno, per il B2B è un mondo tutto da esplorare

Quindi l’indagine Iwsr condotta su 16 mercati di tutto il mondo: quelli dove si concentrano i consumi globali. La conferma arriva: la velocità di consegna degli acquisti online è oggi una discriminante.

Ci sono Paesi dove i consumatori sono disposti persino a pagare di più per avere una consegna rapida. Accade ad esempio in Brsile, Stati Uniti e Italia. E non fa differenza la Cina. Certo non è ovunque così, vedi il Regno Unito, ma certo è che la rapidità di consegna è un qualcosa che piace davvero a tutti.

Per il B2C un limite, però, si sta manifestando ed è quello della concorrenza. Tante le realtà che effettuano consegne in tempi rapidissimi ed essere competitivi richiede investimenti. Per il B2B però, questo, è un mondo ancora “nuovo” e soprattutto se ben pensato capace di dare risposte importanti a tutti.

Quanto sarebbe importante per un rivenditore, un ristoratore ad esempio, sapere di poter avere la consegna di un prodotto in una giornata, con la possibilità di non fare ordini massicci, ma di farne di contenuti e più vari per garantire una Carta varia e flessibile? Secondo noi moltissimo. Ecco perché crediamo che i numeri che sono emersi per il B2C rappresentino un campanello d’allarme anche per il B2B.

In un’epoca tanto complessa e uno scenario così in bilico, la risposta crediamo sia proprio nelle opportunità offerte dalla tecnologia. Noi ci crediamo e il tempo ci sta dando ragione.