Diversi gli obiettivi del progetto: combattere i cambiamenti climatici e valorizzare l'eccellenza del territorio

Tutelare la viticoltura combattendo i cambiamenti climatici grazie alla conoscenza approfondita del proprio territorio puntando al contempo sulla valorizzazione della propria eccellenza: questi gli obiettivi della Carta dei Suoli che 13 aziende vinicole della Val di Mezzane (Verona) intendono realizzare.

A riportare la notizia è l’agenzia Askanews. Ecco cos’è la Carta dei Suoli e quali, nello specifico, i suoi scopi.

La Carta dei Suoli contro il climate change, per valorizzare il territorio e i suoi vini, ma con un altro obiettivo: ottenere la definizione di sottozona della Valpolicella

Quella della zonizzazione vinicola è una pratica già diffusa, ora nella Val di Mezzane i produttori di vino hanno deciso di affidarsi al pedologo Giuseppe Benciolini, che mappature simili per progetti proprio di zonizzazione vinicola ne ha già realizzati per altre zone come il Soave, la Valpolicella, il Prosecco, Cartizze e la zona del Lambrusco Reggiano, per realizzare la loro.

Siamo ad Est di Verona in una bella zona collinare che sorge a cavallo tra le zone della Doc valpolicella e Soave. Insomma una zona in continuità con quella dove la mappatura è stata già fatta.

“L’analisi della diversità dei suoli è uno strumento per fronteggiare i cambiamenti climatici e salvaguardare il proprio terroir”, ha spiegato proprio ad Askanews Luca Anselmi dell’azienda Falezze (7 ettari di vigneto, bio dal 2022), che è uno dei promotori della mappatura che includerà anche le aree delle singole aziende. Con lui in questa squadra giocano le Cantine Benini Alessandro, Camerani Marinella, Fraccaroli, Il Latium, Il Monte Caro, I Tamasotti, Le Cesete, Le Guaite di Noemi, Le Talestri, Massimago, Negri Carlo Alberto e Roccolo Grassi.

“Valorizzare specifiche aree di produzione sotto il profilo paesaggistico, storico e naturalistico consente anche di promuovere il vino, anche perché i mercati internazionali ci impongono una sempre più accentuata caratterizzazione dei vini in funzione del terroir” ha aggiunto Anselmi a margine di “Amarone Opera Prima” a Verona.

“Questo lavoro è inoltre un passo fondamentale per poter aspirare in un futuro speriamo non troppo lontano, ad ottenere la definizione di una sottozona della Valpolicella”, ha sottolineato. “Crediamo molto – ha concluso – nella valorizzazione della tipicità dei nostri vini in relazione al territorio, come ad esempio testimonia il mio lavoro sul cru Falezze iniziato nel 2008”.

 

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