Torna la Guida Slow Food dedicata al vino. Finalmente si è tornati in cantina. Il piacevole ritorno delle Chiocciole, va di pari passo con l'affermazione del Qr Code per un vero e proprio progetto editoriale digitale. E FederBio, intanto, sottoscrive il manifesto Slow Wine. Il mondo cambia e la sostenibilità diventa un valore da costruire insieme

Torna, e con dei bei ritorni e delle belle novità, Slow Wine 2022, la guida alle migliori cantine italiane secondo Slow Food. L’uscita è prevista per il 13 ottobre. Quando parliamo di “bei ritorni” ci riferiamo al fatto che, dopo lo stop forzato causato dalla pandemia, i collaboratori sono tornati “fisicamente” nelle cantine e soprattutto al ritorno delle Chiocciole!

Se parliamo di novità, ovviamente, non possiamo che parlare di innovazione tecnologica. Scopriamo insieme cosa ci aspetta quest’anno. Una guida che arriva anche in concomitanza con la firma appena apposta da FerBio al Manifesto Slow Food per il vino buono, pulito e giusto: il decalogo che fornisce le linee guida per una produzione vitivinicola improntata al rispetto del territorio, degli eco-sistemi e dei diritti di tutti gli attori della filiera.

 

Slow Wine 2022, Gariglio: il 2020 per il vino non è stato un anno negativo. I bianchi trionfano e Centro e Sud Italia crescono in termini di qualità

La negatività che ha contraddistinto il 2020 non è corrisposta ad un’annata sfortunata per il vino, anzi: abbiamo avuto la possibilità di assaggiare grandi bottiglie soprattutto nei bianchi che quest’anno spiccano dal punto di vista organolettico e qualitativo. In generale, è un’edizione ricca di ottime annate, con una sostanziosa crescita del Centro e Sud Italia, che si attesta come una solida realtà nel panorama nazionale”. Non potevano essere più incoraggianti le dichiarazioni di Giancarlo Gariglio, curatore della guida insieme a Fabio Giavedoni, che troviamo sulla pagina web di Federvini.

La guida Slow Wine torna in grande spolvero. Sono oltre 200 i collaboratori che in tutta Italia visitano aziende e vigne. Un lavoro enorme che fa di questa guida un vero e proprio punto di riferimento per l’enologia…e non solo di quella italiana. Ecco perché ha un sapore ancor più bello sapere che, dopo l’anno horribilis che tutti speriamo di lasciarci alle spalle,  è tornati a dialogare, osservare, degustare, scoprire e valutare il lavoro che le cantine portano avanti, e hanno continuato a portare avanti nonostante le difficoltà determinate dal Covid.

E a testimoniarlo, come accennato, è il ritorno delle mitiche “Chiocciole”, ovvero il simbolo assegnato ad ogni singola cantina da Slow Wine. Un simbolo che ne riconosce i valori organolettici dei prodotti, ma anche quelli territoriali e ambientali.

 

Il gradito ritorno delle Chiocciole. Ecco i numeri della Guida 2022

Oltre alle Chiocciole, alle cantine sono state attribuite 188 Bottiglie, un premio assegnato ai produttori che esprimono un’ottima qualità per le bottiglie presentate in degustazione e 87 Monete, che spettano invece a quelle cantine che, su tutte le bottiglie prodotte, hanno un buon rapporto qualità prezzo. Tra i premi speciali c’è il Top Wine che includono i Vini Slow, quelli che oltre ad essere eccellenti condensano i valori che identificano territorio, storia e ambiente, e i Vini Quotidiani, vini cioè di ottima qualità ma con costi entro i 12 euro. I vini degustati sono stati 27mila: 750 i Top Wine (354 Vini Slow w 196 Vini Quotidiani).

 

Videointerviste e Qr Code: l’innovazione entra nella guida in modo ‘definitivo’. Viva la fruibilità!

Ma è un altro aspetto quello che ci ha più colpiti nell’edizione 2022. L’intuizione del 2021 che aveva permesso di rendere fruibili tramite un Qr Code di visitare 940 cantine, è diventato un vero e proprio prodotto digitale che consente, per l’edizione di quest’anno, di visitare virtualmente 485 aziende. Video di 5/10 minuti realizzati dai collaboratori Slow Wine che hanno visitato le aziende e che con il codice possono essere scaricati e visti.

 

FederBio entra nella Slow Wine Coalition: firmato li manifesto Slow Wine per un vino buono, pulito e giusto

Non so se vi ricordate qualche mese fa la pubblicazione del Manifesto Slow Wine. Un manifesto articolato in 10 punti che prevede, ad esempio, che le cantine devono coltivare direttamente almeno il 70% delle uve utilizzate per la produzione dei vini eccetto alcune deroghe; il non suo di concimi, diserbanti e antibotrici provenienti dalla chimica di sintesi; che l’uso delle risorse ambientali per la produzione di vino  sia cosciente e sostenibile. Cose cui si aggiunge il risparmio idrico, la necessità di far sì che le aziende abbiano strutture che rispettino il paesaggio e così via.

La Slow Wine Coalition ha un alleato in più

Bene. Qualche giorno fa a firmarlo è stata anche FederBio che si unisce così alla Slow Wine Coalition, la rete mondiale che coinvolge gli operatori del settore che puntano a una produzione basata su processi sostenibili in grado di favorire la tutela del paesaggio e una sempre maggiore crescita sociale e culturale dei modelli agricoli. Firma arrivata pochi giorni prima che si sapesse, dall’Oiv, quanto il vino biologico sia diventato importante nel panorama mondiale e in particolare in quello italiano. Basti pensare che la superficie vitata bio italiana è cresciuta negli ultimi decenni del 124%.

“Slow Food – ha dichiarato in occasione della firma Gariglio, che è anche coordinatore della Slow Wine Coalition – crede molto in questo progetto e nel Manifesto che ne costituisce le fondamenta, al punto da aver inserito questa iniziativa tra quelle strategiche per i prossimi anni a livello internazionale. Per questo motivo la firma di FederBio e il conseguente coinvolgimento dei suoi associati, è per noi motivo di grande soddisfazione: ci offre il riconoscimento importantissimo di una delle più importanti organizzazioni del mondo del bio, non solo a livello italiano, e ci apre a significative opportunità”.

Una firma che, in sostanza, consolida la partnership tra FederBio, Slow Food e BolognaFiere avviata nel 2020 e che ha un obiettivo chiaro: promuovere un nuovo modello agricolo e alimentare. Un modello che punta alla conservazione del paesaggio e delle risorse della natura, porando a importante ricadute sociali creando un sistema basato sulla produzione di cibo buono, pulito e giusto.