Il report The Italian Data Flavour parla chiaro: in quanto a digitalizzazione ristoranti e consorzi di tutela sono inesistenti. Tutti a lezione di wine!

Oh Seo, qualcosa non va! Ad ottobre avremo tutti i dettagli, ma l’anteprima della ricerca The Italian Data Flavour parla chiaro: i consumatori sono sempre più digitali, i ristoranti e i consorzi di tutela no! Il report basato sull’analisi dei dati sul grado di digitalizzazione della ristorazione stellata e dei consorzi di tutela realizzata da Fiera Bolzano e l’agenzia Noonic è sconfortante: siamo il Paese dell’eccellenza…invisibile!

 

Mio Seo!!! Trovare i ristoranti stellati online? Un’impresa impossibile

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Nel report sono stati analizzati 356 ristoranti sparsi per tutto lo stivale. La buona notizia è che tutti, o quasi (il 98%), un sito ce l’ha. Ma per quanto riguarda la visibilità le cose vanno malissimo. Solo il 50%, infatti, risponde agli standard minimi Seo. E senza quello farsi trovare in rete è praticamente impossibile. Il 73%, infatti, non ha la meta description impostata. Per intenderci sono quelle poche righe che leggete sotto ogni pagina che vi compare quando fate una ricerca su Google ad esempio. Come se non bastasse il 53% non ha il tag fondamentale per descrivere la value proposition, come a dire che il cliente non sa cosa fai e perché rispetto ad un altro dovrebbe scegliere proprio te!

Altro elemento negativo è nell’aspetto social. L’83% dei ristoranti, infatti, ha sì una pagina Facebook, ma solo il 24% la aggiorna. Eppure, oggi, le professionalità esistono, ma a quanto pare persiste anche quel campanilismo del “che ci vuole lo faccio da solo” o ancora peggio del “non ne ho bisogno” che spinge troppi a non investire nell’aspetto comunicativo.

Se possibile con i Consorzi di Tutela le cose vanno peggio! Nove siti su dieci sono “invisibili”, il 33% non ha neanche una pagina Facebook e solo il 45% prevede la doppia lingua. E pensare che dovrebbero essere i nostri ambasciatori nella valorizzazione dei nostri prodotti all’estero!

 

Mio Seo!!! Consumatori e ristoratori viaggiano su strade parallele!

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Eppure basterebbe stare nel mondo per capire di essere totalmente fuori strada. Per chi preferisce avere la conferma nero su bianco allora a darla è proprio il rapporto stilato da Fiera Bolzano. Se da una parte i ristoranti, stellati in primis, e i consorzi si tengono alla larga dalla notorietà digitale, dall’altra per i consumatori quella fa decisamente la differenza.

La gran parte delle persone infatti, fa ricerche, legge recensioni, consulta i social e segue addirittura lo storytelling (ammesso che lo trovi). Prima di prenotare, si legge, quattro su cinque fanno ricerche online per scegliere dove andare a cena. Difficile possano scegliere un locale che c’è, ma non si vede!

«Assieme a Noonic abbiamo ideato e realizzato questa ricerca e questo premio per colmare un vuoto nel mondo del food italiano – sottolinea il direttore di Fiera Bolzano Thomas Mur. Riteniamo che, al di là dei giudizi sulla qualità, vada anche valorizzato attraverso una specifica classifica il rapporto tra ristoranti e consorzi di tutela e il web. E il sistema fieristico rappresenta un ponte ideale per far dialogare con profitto mondo reale e mondo virtuale».

 

Grazie a Seo c’è qualcuno da cui prendere esempio: i produttori di vino!

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Problema nel problema. I produttori di vino sembrano essere i primi della classe. Loro l’importanza del digitale la stanno imparando, ma se chi dovrebbe poi veicolare i loro prodotti non lo fa, il sistema si incaglia. Tanto vale prendere esempio. Ne abbiamo parlato proprio pochi giorni fa. A far emergere il lato confortante della relazione vino-digitale, sono proprio le cantine. Lo ha confermato la ricerca FleshmanHillard – Omnicon PR Group Italia concentrata sulle 25 aziende vinicole italiane con il maggior fatturato secondo Mediobanca e confrontando i risultati con i trend degli ultimi 5 anni.

Vi rinfreschiamo la memoria in sintesi. 15 aziende su 25 hanno un canale social. Nel 2014 erano solo 6. Si punta soprattutto su Facebook, seguito da YouTube e Twitter. Sul digitale e sui social le cantine hanno investito e infatti i follower sono aumentati. Solo su Facebook l’impennata è stata del 657% con gli attuali 3,3 milioni. Su Intagram sono 63mila. E, udite udite, praticamente tutte hanno anche la versione inglese del loro sito.

Per quanto li riguarda il problema resta sempre lo stesso, e andrebbe affrontato: quello dell’e-commerce. Settore che si modifica ogni giorno e dove le formule tradizionali che si conoscevano soltanto pochi mesi fa, già vengono evolute secondo nuovi paradigmi che integrano l’online con l’offline.

I professionisti in questo campo offrono nuove possibilità. E’ il caso della nostra piattaforma che con il servizio Carta dei Vini , fornisce gratuitamente a tutti i dealers del settore (ristoranti, winebar, enoteche e altre attività del “fuori casa”), opportunità che saldano gli interessi delle cantine a quelli dei rivenditori professionisti, in modo da raggiungere in logica WIN WIN il pubblico dei consumatori.

 

In nome del Seo, a ottobre la classifica finale che premierà i migliori!

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L’anteprima della ricerca The Italian Data Flavour, è solo il punto di partenza di un percorso che ad ottobre ci darà un quadro completo della digitalizzazione dei nostri ristoranti stellati e dei nostri consorzi di tutela. Ad ottobre, infatti, avremo una vera e propria classifica finale con l’elezione del Best Restaurant on Digital 2018 e il Best Typical Product on Digital 2018.

Una cosa e certa…bisogna credere di più in Seo!