Lo studio Dataessential sulle abitudini di 2.400 americani di tutte le generazioni, i meno inquadrati sono i millennials: per conquistarli ci vuole il coraggio di mettersi in discussione

Se il primo bacio non si scorda mai è così anche per le bevande alcoliche ecco perché è importante che se quel sorso è di vino è buona cosa che sia quello giusto: potrebbe essere la chiave per conquistare i millennials.

E’ quanto si evince da una interessante indagine pubblicata da Forbes e condotta da Datassential ad inizio 2022 negli States: 2.400 le persone coinvolte. Nello specifico 665 boomers, 747 della generazione X, 704 millennial e 284 persone della generazione Z suddivise equamente per genere: 1.200 donne e 1.200 uomini.

Uno studio che spiega come gli americani scelgono se la loro bevanda preferita sia birra, vino, liquore o qualsiasi altra cosa con cui scoppia…l’amore!

Parlarne è sempre un bene perché conoscere i mercati, ancor più uno dei più importante per il made in Italy, può sempre essere di ispirazione.

 

Il vino come il primo bacio: se è la prima cosa che assapori ti resta nel cuore per sempre

Ebbene sì: per gli americani la prima bevanda non si corda mai. Soprattutto i vini dolci e i cocktail a quanto mare, ma anche birra e vino rosso hanno da ire la loro visto che sono tra le bevante più consumate negli Stati Uniti. Questo l’esito di questo particolare studio.

L’80 per cento dei partecipanti all’indagine ha infatti dichiarato di bere ancora quel primo drink con seltzer importanti per l’89 per cento come prima scelta, il vino bianco come seconda (88 per cento) e la tequila come terza (l’85 per cento) con per questa proprio lo stile dolce o semidolce come preferenza. Seguono la birra (83 per cento) e vino rosso (81 per cento). A guardar bene tutte percentuali importanti per tutte le categorie, vino incluso.

Come sottolinea Forbes sapere quali sono le preferenze è importante per i venditori di vino (e noi diremmo anche per i produttori) dato che si parla di persone di ogni generazione. Per conquistare i giovani, come consiglia Colleen McClellan di Datassential, bisogna un po’ “giocare” con il vino per far sì che attragga subito: non è solo roba da cene romantiche ed eventi speciali. Il consiglio, insomma, è dargli quotidianità e freschezza.

 

Negli States ci sono tre categorie di bevitori: novizi, appassionati e intenditori…il “primo bacio” conta per tutti, ma sono i primi quelli da conquistare

Come? Beh non ce ne vogliano i veri grandi appassionati, ma per loro il packaging gioca un ruolo importantissimo così come il tipo di distribuzione. Negli Stati Uniti, a quanto pare, il vino alla spina piace, così come quello in lattine fantasiose. Tutti escamotage che danno la sensazione di non essere di fronte a qualcosa di così tanto impegnativo da doversi sentire in dovere di conoscerla. Leggerezza: questa la parola d’ordine.

Certo, emerge dallo studio, con l’età i gusti cambiano e qualcosa che prima non si bevevo potrebbe poi far innamorare e far cambiare strada e con il vino questo può accadere. Con la birra pare proprio di no: l’amore è eterno.

Tre le categorie di bevitori individuate dallo studio condotte: ci sono i novizi che sono la gran parte (il 45 per cento), gli appassionati (41 pre cento) e gli intenditori (14 per cento). I novizi, lo dice la parola stessa, sono quelli che provano per la prima volta un alcolico e di saperne di più non hanno bisogno. Poi ci sono gli appassionati che invece cercano di saperne quanto più possibile, ma che esperti non si sentono affatto. Infine gli intenditori. Pochi ma buoni come si suol dire. Loro sono orgogliosi di tutto ciò che sanno e amano poter condividere le loro conoscenze con gli altri. Insomma sono ottimi ambasciatori.

Ora vi diciamo una cosa che ha stupito anche noi ma d’altra parte Paese che vai usanza che trovi. A sentirsi più intenditori sono gli amanti della birra (24 per cento). Seguono quelli appassionati di whisky (18 per cento) e quindi quelli che tutto sanno del vino (17 per cento).

 

Se il “primo bacio” delude si cambia partner, cioè alcolico…per conquistare i millennial ci vuole fantasia: con loro si deve sempre “giocare”

Attenzione dunque alla prima esperienza. Lo abbiamo detto prima e lo studio conferma: il 66 per centi di coloro che per la prima volta assaggiano una bevanda alcolica non la toccano più se l’esperienza è negativa. Ma se si tratta di chi abusa, allora ben venga: meglio smettere se possibile…tutto!

Detto questo torniamo al fattore generazionale, la vera grande discriminante. A scegliere il vino come “primo amore” sono quelli della generazione X che optano per quelli freschi. Lo stesso fanno i boomer con il vino (nel senso più generale). La generazione Z si butta più sul seltzer.

E i millennial? Loro sono da sempre il grande punto interrogativo soprattutto per il settore vino che fatica a conquistarli. Il perché? Perché sono curiosi. Sono giovani, hanno voglia di varietà e sono pronti a provare cose diverse. Su una cosa però sono come gli altri: la prima che provano li conquista.

Ecco allora quanto pesa il contesto e quanto il vino, simbolo di convivialità, giocando un po’ tra packaging e leggerezza, potrebbe guadagnare terreno. I giovanissimi, infatti, il loro drink lo consumano soprattutto con gli amici (49 per cento), poi in famiglia (36 per cento). Insomma per loro tutto è questione di esperienza e il vino di storie ed esperienze da far vivere ne ha a non finire. E il vostro primo bacio a quale bevanda lo avete dato?

 

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