Alla Regione Toscana 13,5 milioni di euro. Busi: "bene stanziamento, ma senza elasticità nei criteri molti potrebbero riunciare ad accedere ai fondi"

E’ tempo di programmare investimenti e promozione con gli Ocm Vino, ma per il Consorzio Chianti l’incertezza è troppa. A dirlo il presidente Busi che chiede criteri più elastici a tutela delle imprese.

Ocm Vino: dal Consorzio Vino Chianti arriva il monito…mercato aleatorio e troppa incertezza. Serve maggiore elasticità nel decreto che li stanzia

Per la Regione Toscana si conteranno in ben 13,5 milioni di euro di fondi europei per la promozione internazionale, i cosiddetti Ocm. Ma se la quantità è sufficiente, a non esserlo è la sicurezza del risultato che si potrà ottenere. Giovanni Busi, presidente del Consorzio Vino Chianti, solleva la problematica. “Oggi le aziende – afferma – non sanno come calendarizzare gli eventi, né prevedere quali mercati saranno aperti. C’è troppa incertezza. Il momento, è noto, non è semplice, e l’aleatorietà dei mercati, e persino degli avvenimenti che potrebbero caratterizzare i prossimi mesi, con Paesi già pronti a partire con i nuovi lockdown, non rendono di certo semplice programmare.

E’ per questo che Busi chiede nuove misure di tutela per le imprese e i loro programmi, “altrimenti – ammonisce – le risorse non saranno utili allo scopo”.

 

Le richieste di Busi e i rischi che si corrono se non si fanno le giuste modifiche…

Busi ha le idee chiare e per i bandi Ocm ha chiare le necessità cui bisogna rispondere. Per questo chiede “l’inserimento di criteri di elasticità e di deroghe nel decreto ministeriale che li rende operativi, come già fatto per la campagna 2019/2020“. Le aziende, quindi, dovranno presentare i progetti di promozione per il periodo che va da aprile a dicembre 2021.

“Troppe – sottolinea il presidente del Consorzio Vino Chianti – le variabili in campo per poter programmare l eattività nei Paesi extra Ue ed è quindi necessario un coinvolgimento di tutti i livelli istituzionali”. E’ un lavoro corale, quello che chiede, non solo alla Regione Toscana, ma a tutte “le realtà rappresentative delle categorie economiche, per modificare e adeguare il decreto ministeriale al periodo storico che stiamo vivendo”.

Busi giudica dunque positivamente l’intervengo della Regione Toscana. “E’ di certo un segnale positive che coglie un momento di difficoltà, anche inserendo la possibilità di organizzare eventi online. Ma resta uno strumento poco efficace – sottolinea -, se le norme nazionali che definiscono le regole di accesso al finanziamento non sono in grado di prevedere criteri più elastici ed eventuali deroghe”. Per lui, quindi, esiste un rischio concreto che i 13,5 milioni destinati alle aziende toscane, “non vegano spesi per la scarsa adesione delle imprese, paralizzate dalla totale incertezza dei mercati legata all’evolversi della pandemia”.