La tutela della denominazione passa per l'indicazione geografica che dovrà essere ora presente nelle bottiglie di tutto il mondo. Una vittoria fortemente voluta e il Consorzio oggi gioisce

Nobile di Montepulciano Docg Toscana: l’indicazione geografica diventa d’obbligo sull’etichetta in tutto il mondo. Il 10 luglio si è chiusa la lunga battaglia che riconosce il marchio come unico in tutto il globo: le modifiche al disciplinare sono state pubblicate sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e riguardano sia il noto vino rosso che il Vin Santo del territorio.

 

Nobile di Montepulciano Docg Toscana: sulle etichette di tutto il mondo ora è così!

Da gennaio la dicitura era già diventata d’obbligo in Italia, ma con la sua estensione rappresenta, sottolinea il presidente del Consorzio del Vino Nobile di Montepulciano Andrea Rossi, un passo “che va oltre le tante iniziative internazionali intraprese per la tutela del marchio”.

Ci sono voluti otto anni. Nel 2012 la sottoscrizione del protocollo tra il Consorzio Toscano, quello dei Vini d’Abruzzo le due Regioni, il Mipaaf e Federdoc. L’impegno: quello di portare avanti azioni concrete che favorissero la corretta identificabilità dei due vini e, di conseguenza, dei rispettivi territori.

Oggi la Toscana porta a compimento questo iter con la modifica all’articolo 7 del disciplinare universalmente riconosciuta. Una soddisfazione comprensibile quella ottenuta visto che parliamo del primo vino riconosciuto in Italia come Docg: era il 1980. Un vino che vanta una storia antica. Il documento più antico riferibile al vino di Montepulciano, infatti, è del 780. E’ allora che il chierico Arnipert offrì alla chiesa di San Silvestro o di San Salvatore a Lancianino sull’Amiata, un pezzo di terra coltivata a vigna posta nel castello di Policiano.

A dargli la fama fu Francesco Redi, medico, naturalista e poeta, che questo grande rosso lo esaltà nel suo ditirambo “Bacco in Toscana” del 1685. Fu lui a definirlo come que caice che “d’ogni vino è Re”.