Il relitto è stato recuperato nel 2002 ed è un tassello importante nella Guerra dei Cent'anni. A bordo 200mila bottiglie (oltre 100 botti). Con la tecnologia è pronta a svelarci tutti i suoi segreti

Un colosso da 100 piedi, perso per mezzo millennio, tornerà a risplendere: è la Newport, una nave “cargo” Medievale che a bordo aveva ben 200 mila bottiglie di vino. Sì, è storia, le guerre commerciali sono antiche e quelle vinicole in Europa si combattevano ai tempi di Enrico IV.  L’antica nave si è guadagnata un posto in prima pagina su Wine Spectator e presto la vederemo di nuovo in tutto il suo splendore.

Ph: la nave Newport nel dipinto “final resting place” di David Jordan esposta al Newport Museum e pubblicata da Wine Spectator
 

La Newport: anche in tempo di guerra gli inglesi al vino non avevano alcuna voglia di rinunciare e “il carico” lo dimostra

Questa storia ha fascino da vendere e la dice lunga sul valore del vino sin dai tempi più antichi. Era il 1453 e siamo alla fine della Guerra dei Cent’anni. E’ l’anno in cui i francesi respinsero gli inglesi da Bordeaux togliendogli da sotto il naso il nettare che amavano tanto. Ma non si può mica morir di sete. Che ci fosse la peste, la guerra civile a quanto pare non contava poi tanto. I britannici al vino non volevano proprio rinunciare e così in qualche modo il vino se lo sono procurato. E quanto vino. Ma da dove arrivava? A ricostruire il viaggio della nave che prende il nome dal luogo d’attracco è Toby Jones, il curatore del Newport Medieval Ship Project che annuncia: il relitto sarà presto ricostruito!

Vi abbiamo raccontato del relitto affondato e ritrovato nel porto greco di Fiscardo. In quel caso la merce è andata perduta. Questa volta invece, la grande nave a destinazione ci è arrivata. A bordo, secondo Jones, potevano essere trasportate fino a 175 tonnellate. Il relitto è stato recuperato 17 anni fa. Era il 2002 infatti quando a Newport, sulla costa meridionale del Galles, si lavorava alla costruzione di un teatro e di un centro artistico. Fu allora che i resti che disegnavano lo scafo della nave furono individuati. A bordo c’era di tutto: scarpe, un elmo di ferro, una moneta d’argento, persino resti di pesce e di noci sgranocchiate dai marinai. Ma soprattutto c’erano moltissime botti. Parti di oltre 100 di queste sono state individuate, ha spiegato Jones. Botti di ginepro svuotate e rimaste nella stiva della nave per evitare che potessero essere danneggiate dal mare agitato.

 

Cacciati dai francesi e rimasti senza Bordeaux i britannici dei calici non potevano proprio farne a meno e se li sono andati a prendere tra le vigne del Portogallo

 

Ma se i francesi avevano cacciato gli inglesi togliendogli dai calici il Bordeaux, in un’epoca di guerra così feroce, che vino ci è arrivato in Inghilterra? La risposta a quanto pare è stata trovata. Il vino è arrivato da ben più lontano probabilmente si è iniziato ad esportare dalla Penisola Iberica. Il materiale vegetale trovato sulla nave, i frammenti di ceramica e le monete indicano il Portogallo come capolinea della rotta. Cosa che spiegherebbe anche il ginepro come materiale utilizzato per le botti: è originario della costa atlantica iberica.

Ulteriore conferma è dunque arrivata dai resti di fiori e bacche trovati. La raccolta del vino, dunque, sarebbe avvenuta in luoghi come il Douro. Dopo quasi due decenni il recupero del relitto, la datazione del legno, la pulizia dei legnami e la modellazione 3D della nave. Entro fine anno la nave di Newport sarà pronta a svelare tutti i suoi segreti in modalità…tridimensionale!

Non c’è che dire in quanto a logistica i britannici sapevano cosa fare. Oggi, con i nostri servizi innovativi, ci sentiamo un tantino british!