Istituzioni e produttori insieme attorno al Tavolo del vino. Stilate le priorità su cui intervenire. I viticoltori hanno le idee chiare e chiedono intanto di attuare quanto previsto dal Testo Unico

Una “cabina di regia” tra istituzioni e filiera del vino per individuare, insieme, le strategie di un settore che è ambasciatore dle mondo del made in Italy e che si trova a far fronte a instabilità politiche, guerre commerciali, dazi e Brexit.

E’ quello che il Governo ha intenzione di istituire come ha ribadito il ministro alle Politiche agricole Teresa Bellanova al Tavolo del Vino promosso dallo stesso ministero cui siedono Alleanza delle cooperative agroalimentari, Assoenologi, Cia Agricoltori, Confagricoltura, Copagri, Federdoc, Federvini e Unione Italia Vini. L’obiettivo è condiviso: crescere in reputazione e valore.

Ph: Tavolo del vino, foto Ansa

Mipaaf: presto cabina di regia per il settore vino. Gli imprenditori chiedono sostegno e di attuare al più presto i decreti previsti dal Testo Unico pubblicato tre anni fa

Istituzioni e produttori insieme dunque. Nei prossimi mesi sono tanti i temi su cui si lavorerà insieme. Dalla nuova politica agricole, alla semplificazione burocratica, passando per i modelli di commercializzazione, l’attenzione e l’attenzione alla sostenibilità. Ma anche il valore estrinseco del vino per l’importanza che ha nel mondo la dieta mediterranea, fino ad arrivare al consumo responsabile e la necessità di rivoluzionare l’etichettatura.

Un Tavolo di analisi quello avviato che i produttori sperano si traduca presto nell’istituzione di quella Cabina di regia cui il ministro ha dato priorità. Le organizzazioni nel frattempo hanno fatto il punto su quanto già fatto grazie al Testo Unico del Vino. La richiesta, ora, è quella di avere tutti i decreti applicativi entro il Vinitaly 2020. A tre anni dall’entrata in vigore del testo, infatti “non è più procrastinabile l’emanazione del Decreto sulle caratteristiche, le diciture, le modalità per la fabbricazione, l’uso, la distribuzione, il controllo ed il costo dei contrassegni per i vini a denominazione di origine controllata e garantita e per i vini a denominazione di origine controllata, nonché le caratteristiche e le modalità applicative dei sistemi di controllo e tracciabilità alternativi”, ha sottolineato il presidente Federdoc Riccardo Ricci Curbastro.

 

Cabina di regia per il settore vino: al Mipaaf si chiede non solo sburocratizzazione, ma anche certificazione unica di sostenibilità e investimenti nell’innovazione

Curbastro che ha ribadito anche la necessità di arrivare ad un sistema di certificazione unico sulla sostenibilità vinicola. Cosa che metterebbe l’Italia in prima linea sul tema, visto che sarebbe il primo Paese europeo ad ottenerlo. Sostenibilità, dunque, ma anche innovazione. Altra importante sfida da cogliere.

E’ stato l’imprenditore campano Piero Mastroberardino, presidente Gruppo Vini Federvini a chiedere di “mettere meglio in rete tutti gli enti di ricerca: le aziende hanno bisogno di conoscenza, sono in grado di offrire conoscenza. Tutti insieme possiamo conseguire maggiori risultati”. E pur dichiarando di rispettare le prerogative assegnate alle autorità locali, in materia di piani paesaggistici e piani ambientali “serve una linea di indirizzo condivisa a livello nazionale. Il settore vitivinicolo – ha aggiunto – rappresenta un patrimonio nazionale e come tale deve essere trattato”.