L'ultimo rapporto incorona, ancora una volta e con sempre più convinzione, le nostre eccellenze. E a far gola non sono solo i grandi vini, ma anche le regioni fino ad oggi meno conosciute conquistano spazi importanti

L’Italia è diventata una “forza dominante” sul mercato del vino pregiato. Non solo. Le regioni un tempo sottorappresentante del Paese aumentano di importanza sul mercato secondario. E’ quanto emerge dagli ultimi dati Liv-ex, come riportato su The Drink Business.

L’anno scorso il sottoindice italiano è aumentato del12,2% e l’aumento degli scambi di vino italiano sul mercato secondario ha visto l’Italia diventare la terza categoria più scambiata. Oggi, secondo l’ultimo rapporto, il Paese ha raggiunto la quota record del 16%. Siamo secondi solo a Bordeaux (40,5%) e Borgogna (20,4%).

Vino pregiato: su Liv-ex la corsa del Bel Paese è inarrestabile e il potenziale dell’enologia nostrana ‘deve essere ancora svelato’

Insomma, la sostanza è questa: il buon vino italiano conquista il mercato dei vini pregiati e non conosce freni. Basti pensare che la crescita, solo quest’anno, ha già superato tutto il 2020 del 5,3%. A piacere, ribadiamolo, non sono soltanto i “soliti noti”, ma è tutto il settore vino italiano di qualità che fa sempre più gola.

 

Supertuscan su tutti, ma ora ad attrarre sono anche i vini di Veneto, Abruzzo e Umbria

I Supertuscan si confermano al vertice. Acclamati dalla critica sono quelli che generano la maggior parte degli scambi, offrendo rendimenti costanti e bassa volatilità. L’aumento della richiesta ha fattì sì che sempre più marchi siano entrati nel mercato secondario e così a raggiungere i vertici sono arrivate anche regioni fino ad oggi meno conosciute come Veneto, Abruzzo e Umbria. Una crescita costante registrata negli ultimi due anni.

“La maggior diversità del commercio di vini italiani non sarebbe stata possibile senza l’immagie rafforzata dell’Italia come forza competitiva del vino pregiato sulla scena internazionale”, afferma Liv-ex. Parole che ci riportano indietro di 24 ore. Ieri, infatti, l’incontro tra le maggiori organizzazioni del settore e il ministro Stefano Patuanelli con la richiesta delle prime di un intervento importante del Governo in Europa sia per tutelare le denominazioni, sia per garantire all’Italia i fondi per la promozione nei mercati esteri. Cose che, dati Liv-ex, ci sembrano ancor più imprescindibili

 

Anche il Piemonte al vertice, e ad essere cercati sono sempre più anche i vini rari frutto del Nebbiolo

Se dunque i vini toscani e piemontesi hanno “attirato acquirenti”, un forte impatto lo hanno avuto anche i vini rari frutto di Nebbiolo. Sono questi che, a quanto pare, hanno dato un contributo importantissimo all’andamento dei prezzi del Paese e suscitato interesse negli investimenti.

Chi ci ama di più? Stati Uniti, Regno Unito, Asia ed Europa. Un piacere che definiremmo quanto mai trasversale.

Entrando nel dettaglio i vini del Barbaresco sono quelli che si scambiano di più, in termine di volume in Asia (dati 2021), dimostrando l’attrazione che le nostre eccellenze esercitano da queste parti. Ad attirare negli Usa anche il fatto che il Bel Paese è stato graziato dalle tasse imposte da Trump sul vino europeo facendo così aumentare la domanda dei compratori americani. Un esempio: i commercianti statunitensi che si sono concentrati principalmente sui nostri vini hanno assorbito il 27,4% del commercio totale nel 2020, rispetto al 26,5% di Bordeaux e all’11% di Borgogna.

“Questo aumento sostenuto – si legge ancora nel rapporto – indica una significativa espansione sul mercato e un aumento della domanda di vino pregiato. Per quanto riguarda il futuro, la qualità e il valore offerti dai vini italiani sembra attrarre attori più attivi a livello globale e il pieno potenziale dell’Italia deve essere ancora svelato”. E su questo…siamo ancora una volta pienamente d’accordo!

 

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