I cinque monopoli insieme per raggiungere un obiettivo importante nel settore alcoli: ridurre del 50 per cento le emissioni di Co2 entro il 2030 e le premesse ci sono tutte

Se il vino scandinavo sembrava impensabile e invece ora è una concreta realtà, altrettanto lo è il fatto che proprio i cinque monopoli scandinavi del vino si mettono in prima linea per la lotta ai cambiamenti climatici. Svezia, Norvegia, Islanda, Finlandia e Isole Faroe puntano soprattutto una vera e propria rivoluzione degli imballaggi (ma non solo) con un obiettivo chiaro: ridurre le emissioni di carbonio del 50 per cento entro il 2030.

 

La lotta ai cambiamenti climatici del vino scandinavo per tutelare il pianeta e diventare leader nel settore dello sviluppo sostenibile

A darne notizia è l’Adnkronos. Se da una parte dunque c’è l’intenzione di combattere i cambiamenti climatici, dall’altra c’è anche quella di diventare leader nel settore bevande nello sviluppo sostenibile. Obiettivi ambiziosi quelli dei cinque monopoli scandinavi, ma d’altra parte per chi ha smentito il mondo diventando produttore e considerando l’attenzione che da sempre questi Paesi hanno per la sostenibilità, non impossibili da centrare.

Ad unire le forze sono la svedese Systembolaget, la finlandese Alko, la norvegese Vinmonopolet, l’islandese Vínbúðin e la Rúsdrekkasøla Landsins delle Isole Faroe. Per raggiungere l’obiettivo “sostenibilità” si punta su interventi tout court che investiranno processi di produzione, confezionamento e distribuzione del vino scandinavo. Ad oggi un programma concreto non c’è, ma per trovare le giuste azioni ci sarà di certo uno studio su diversi fattori.

Una cosa è certa: loro l’appello lanciato tempo fa dai wine writers lo hanno raccolto. Il vetro più leggero per imbottigliare lo usano già i monopoli, ma ora bisogna convincere tutti gli altri così come a puntare su bag in box, bottiglie in Pet e in Tetra Pak. Si guarda con attenzione anche alla lattina, soprattutto per la birra, ma anche per il vino dato che, negli States in particolare, è un formato che piace e tanto.

 

Rivoluzionare produzione, distribuzione e soprattutto packaging: su tutto c’è la “responsabilità”

Se ci sono aspetti su cui i monopoli controllo non lo hanno, sul resto le linee del modello B-Corp, cioè della certificazione sulle prestazioni sociali e delle aziende, pesa tantissimo. Ai fornitori, infatti, si affida il compito di monitorare ogni fase delle proprie attività così come quelle delle aziende con cui collaborano.

Responsabilità” ci pare dunque essere una parola chiave e questo significa che chi vuole vendere in questi Paesi deve averlo l’accreditamento B-Corpo. Un monito, insomma, per tutti.

Ad essere partito meglio è il monopolio svedese Systembolaget. Paese, la Svezia, dove la tassazione del vino è più bassa e il monopolio ha un margine di profitto più basso rispetto a Finlandia e Norvegia. Anche i modelli di consumo e l’imballaggio variano, così come il comportamento di acquisto. D’altra parte è proprio la Svezia da queste parti il Paese dove si contano più amanti del vino e il rapporto qualità prezzo è ottimo. Qui in vino ha un costo franco cantina di 3 euro. Lo stesso verrebbe venduto al dettaglio a Stoccolma per 10 euro mentre un acquirente a Helsinki, spendendo la stessa cifra, otterrebbe un vino venduto dal produttore a soli 1,50 euro.

Va anche detto che lì dove la tassazione è più alta più alti sono anche gli stipendi come nel caso della Norvegia per cui un vino da 10 euro comprato ad Helsinki ad Oslo lo si acquista con 14, ma ci se lo può permettere!

 

Il riciclo è quotidianità: l’obiettivo del vino scandinavo e di tutto il settore alcol dei 5 Paesi coinvolti non è pura utopia

Arrivare ad una riduzione del 50 per cento delle emissioni per tutte le bevande alcoliche sembra impresa ardua, ma se si pensa che i consumatori qui la consapevolezza della sostenibilità ce l’hanno, si conferma quanto l’obiettivo sia davvero raggiungibile.

Da queste parti il tasso di riciclaggio è del 90 per cento con la Norvegia leader con ben il 93,2 per cento. In Norvegia, tra l’altro, riciclare vuol dire anche essere rimborsati con un sistema che prevede somme che vanno da 10 a 40 centesimi a seconda di ciò che si ricicla. Su tutto ci sono proprio le bottiglie di vetro: 98 per cento è il tasso di riciclo, seguito dal 97 per cento delle lattine e il 90 per cento delle lattine in Pet.

I consumatori sono “aperti” a nuove soluzioni

Forse perché “nuovi” al mondo del vino in particolare, ma di certo anche per una predisposizione sociale che affonda le radici nel passato di questi luoghi, quel che è certo è che qui le novità non spaventano e dunque pensare a packaging alternativi non è qualcosa che alimenta discussioni. Secondo quanto rilevato da Wine Intellingence, infatti, il 74 per cento dei bevitori di vino scandinavi comprerebbe in bag in box, con il 64 per cento che si sposterebbe sulle bottiglie in Pet e il 55 e il 36 per cento pronto a comprare nettare di Bacco in Tetra Pak e lattine.

Siamo curiosi di capire, quando si avrà un quadro chiaro, come si intende intervenire su produzione e ancor di più sulla distribuzione, per dare un contributo importante alla lotta al cambiamento climatico. Chissà che non salti fuori un modello replicabile che possa far bene al settore in tutto il mondo.