Coronavirus o no, ad Amsterdam nelle tavole degli chef stellati si parla la nostra lingua con su tutti Toscana, Piemonte e Veneto. Bene ripartire da qui!

Oggi finisce il lockdown, o meglio sarebbe dire si allentano le restrizioni e così, mentre si ragiona sulla ripartenza, bene è guardare ai dati positivi che arrivano dal mondo a cominciare da un dato che fa ben sperare per l’export del vino italiano: l’Olanda, anche al tempo del Coronavirus, ha scelto il vino italiano!

Export del vino italiano: ripartiamo dall’Olanda dove il Made in Italy nei calici non conosce crisi!

Dopo i giustificati timori con cui è iniziato il periodo della pandemia, tra video fake per sminuire il valore del made in Italy e Paesi che erano arrivati a chiedere il certificato, inesistente, “Covid-free”, l’Italia, anche quella del vino, inizia a ragionare su una ripresa non semplice, ma necessaria.

E così mentre associazioni, addetti ai lavori e anche consumatori, spingono per un ritorno quanto più possibile “normale” fatte salve tutte le necessarie misure di sicurezza, sotto l’egida del bisogno di ripartire, alcune buone notizie da non sottovalutare arrivano. Ancor più se parliamo di export e quindi di Made in Italy e della sua immagine nel mondo. E una delle notizie più incoraggianti arriva dall’Olanda, e in particolare da Amsterdam dove, secondo l’analisi MiBD, nel 2019 l’export si è tradotto in 145,5 milioni di imbottigliato.

Il Paese è il nono importatore di vino al mondo e sesto se parliamo di vini fermi italiani. Il settore enologico in questo piccolo ricco universo, nel 2019 si è tradotto in un giro d’affari di 125,7 miloni di euro. Il 171% in più rispetto al 2018. Numeri cui si aggiungono i 19,8 milioni di euro di sparkling. Numeri che hanno tenuto anche all’impatto del Coronavirus.

 

Ad Amsterdam sulle Carte dei Vini dominano le nostre eccellenze. Il 19 maggio, nei ristoranti, la parola Italia ci sarà. Segnali di una meritata speranza!

Ad Amsterdam l’Italia c’è ed è presente in modo massiccio sulle Carte dei Vini. Soprattutto in quelle dei ristoranti di alto livello, a cominciare dagli stellati. E’ vero, ora sono chiusi e lo saranno fino al 19 maggio. Ma il punto di riferimento è importante anche in vista della ripartenza.

E a spadroneggiare nelle Wine List della capitale olandese, sono due territori con tre brand: la Toscana che con i suoi vini si piazza al secondo posto per presenza nelle Carte dove occupa il 25% dello spazio e che, con il solo Chianti Classico si prende il terzo posto con il 20% di presenza, e il Piemonte che fa compagnia in classifica proprio al territorio toscano con la medesima percentuale di presenza sulle wine list della città. A fare meglio del Bel Paese solo la Roja spagnola. Sì perché di Italia ce n’è molta di più. Dall’analisi MiBd, infatti, emerge come al tredicesimo posto si trovi un’altra eccellenza piemontese, il Barbaresco (15% la sua presenza). Segue a ruota, al quindicesimo posto, una delle grandi eccellenze venete: l’Amarone della Valpolicella (145 la sua presenza).

E i brand? Per loro la presenza è assicurata e per le aziende che ora ripartono è un buon dato da cui ripartire. Sono i grandi a conquistare l’Olanda. In classifica troviamo infatti Ornellaia che si piazza al terzo posto con la presenza della sua etichetta nel 13% delle Carte dei Vini. Subito dopo, al quarto posto, i Marchesi Antinori (11%) e al quinto Allegrini con il 9% di presenza. Subito dietro, al sesto posto Gaja con il 9% di presenza sulle Wine List, e Barone Ricasoli che si piazza al 15esimo con il 6% di presenza.

Non c’è che dire. E’ uno di quei mercati cui continuare a strizzare l’occhio in un momento di difficoltà. Bello sapere che fuori dai confini nazionali, l’eccellenza, a differenza delle nostre vite, non ha subito alcun lockdowon. E noi che sulla Carta dei Vini puntiamo…non possiamo che esserne contentissimi!